SUNN IL MITE NON EFFETTUA ALCUN MONITORAGGIO O ANALISI DEI DATI DEGLI UTENTI

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mercoledì 22 febbraio 2012

Un mercoledì delle ceneri nello spazio

Era l'ora della sigaretta. Poteva concedersene, a norma di regolamento, solo due al giorno, ma Tom era ormai un vecchio pilota, la sua obbedienza alle regole aveva raggiunto il giusto limite di scontrosità. Inoltre, dopo la solita colazione a base di arrosto d'alghe, come non fumare almeno un paio di oneste "Gauloises" l'una in fila all'altra, quelle vere, contrabbandate, non la paglia fornita dal governo?
Accese, distendendosi in pace contro lo schienale imbottito del posto-comandi. Era abituato al silenzio, non ricordava neppur più i tempi in cui aveva superato lo choc che provoca l'assoluta assenza di rumori nel vuoto celeste. Anzi, il silenzio lo aiutava a pensare al cane, al fucile, alla palude, alla ragazza dell'autunno prossimo, quando in vacanza avrebbe potuto camminare, annusare, dormire senza pillole, masticare carne autentica.
La luce che gli scoppiò negli occhi, improvvisa, per poco non gli fece bruciare le dita che sostenavano la sigaretta. Era un punto luminoso appena percettibile, però drittissimo davanti a lui nel monotono nero dei cieli. Sembrava immobile, ma Tom sapeva che anche lui poteva risultare immobile alla fonte di quella luce, semmai essa la stesse osservando...
Bestemmiò fra i denti, più di sorpresa che di paura. Era il suo settecentocinquantatreesimo viaggio, ormai un lupo, un anziano del reggimento delle guardie spaziali. Il suo lavoro consisteva in un centinaio di orbite da compiere lungo un settore limitato della galassia. " Siamo più che altro degli spazzini che vanno su e giù e neppure raccattano un bidone" s'era detto spesso, ed ecco che qualcosa si faceva vivo davanti a lui, per ora un punto di luce, ma tra poco, forse...
Staccò la guida automatica e si tenne pronto a compiere una leggera deviazione. O avrebbe fatto meglio a oscillare? a fermarsi? Sentì comunque che, mutando anche di pochissimo la rotta, avrebbe costretto quel "qualcosa" a inventare anche lui una mossa.
- Non fare il cretino, Tom - gli disse seccamente negli orecchi la voce del capitano Ivan Ilic dalla piattaforma spaziale sublunare.
- Non faccio il cretino. Mi chiamo Tom Twain, il mio veicolo porta il numero 2209/S, sono alla tredicesima orbita di questo pattigliamento e mentre tutti voi ve la spassate a due passi dalla base lunare, ho qui davanti una luce. Che faccio?
- Senti, Twain, se vuoi scherzare...
- Macchè scherzo! - lo interroppe furioso Tom. - Adesso la luce si è molto avvicinata. Senta, capitano, io direi di deviare di due gradi, almeno per capire se sono stato avvistato. D'accordo?
Ma qui il crepitio della radio cessò. Perduto il contatto, Tom deviò piegando appena e rizzandosi quando vide apparire nell'angolo dell'occhio le tracce luminose della sua scia. Subito anche la luce davanti piegò, riprendendo poi posizione, dritta di fronte al suo naso. Come se la manovra che ho fatto me la fossi vista riflessa in uno specchio, pensò Tom Twain: e allora dato che lo specchio non c'è, quel qualcosa esiste, mi ha avvistato, è deciso a coordinarsi secondo quel che faccio io, e più o meno ci si troverà a due passi, tra poco.
Il lieve sudore che gli colava sulle palpebre non poteva essere più fastidioso. Tra un minuto al massimo saremo muso a muso, riuscì a connettere Tom: e allora?
Senza accorgersene, provò a scuotere l'apparecchio radio. Inservibile davvero.
Basta, s'accasciò di colpo Tom, arrestando il motore, e lì fermo, con due grosse lacrime di sudore che gli scendevano lungo il naso, rimase a guardare.
Anche quella luce parve improvvisamente arrestarsi, oscillò, ora il suo fuoco grosso roteava su se stesso, come punta impegnata a trapanare il buio. Poi riprese la corsa. Tom si asciugò con rabbia la fronte e le palpebre, sentendosi prigioniero del calore che gli ribolliva dentro la tuta. Si lasciò andare contro il sedile, in attesa.
- Sono Michele - disse la voce, sillabando. Una carezza di voce, ma che gli si rigirò nel sangue aumentandone il calore fino a renderlo insopportabile.
Veniva da dentro di lui, dal suo stesso corpo, scendendogli nel cervello, eppure suonava alta, chiara, esterna, come se lui e quell'altro stessero pacificamente parlando, soli, su una spiaggia deserta.
- Rispondi a me che ti chiamo. Rispondi a Michele - accarezzò ancora la voce.
Sembrava ridesse, tant'era lieta, precisa, concretamente vicina e di conforto. Ma invano Tom Twain cercò di schiudere le labbra disseccate.
- Così come mi vedi, ti sono amico. Sono incapace di male. Dimmi il tuo nome - invitò la voce. - Non sono onnisciente. pooso parlarti, farmi udire, ma non posso sapere chi sei. Dimmi se sei uomo o altra specie.
- Uomo. Sì. Tom Twain - sillabò fra i denti - è il mio nome. Tom Twain. E già sono un uomo.
- Dio sia ringraziato e possa accoglierti in gloria. Io sono Michele, uno dei suoi arcangeli. Non credevo più di riuscire in questa impresa, e incontrare l'uomo. Da migliaia di anni giro i cieli, e oggi ho raggiunto questa gioia - rise la voce apertamente e il colore di quella luce davanti al muso del suo veicolo parve a Tom accendersi ancora di più.
Devo parlare con la base, devo parlare col capitano, devo togliermi subito di qui, si perdeva Tom in mille colvunsioni mentali.
Ma: - Non fare così - disse la voce. - Tu hai paura. T'ho avvertito, sono incapace di male. Perchè hai paura? Se sei un uomo, non devi temere Michele.
Poi non parlò più, rise. Una vera risata, dolce, tranquilla, felice.
- Sì, sento che hai paura. Ma sei solo, non puoi comunicare coi tuoi, gli strumenti della tua macchina non funzionano più. Colpa mia. La mia luce è troppo potente, se ti sto vicino i tuoi comandi non ti obbediscono. puoi provare.
Meccanicamente Tom schiacciò qualche pulsante, che cedette invano sotto le dita.
- Vedi? Ora possiamo, noi due...
- Via, via - urlò Tom di colpo, preso alla gola dal terrore: - Via o ti ammazzo. Giuro che t'ammazzo!
Il riso della voce si spense in un leggero sospiro.
- Sei proprio un uomo, povero Tom Twain - rispose infine: - Non sai dire altro. Calmati, invece. Vuoi vedermi? Vuoi che ti dimostro il mio amore con una vera presenza? Io sono fatto di luce, ma se lo desideri posso assumere una forma, per aiutarti a capire...
 - No, no! - urlò Tom coprendosi gli occhi: - Va' fuori dai piedi, va' via. Non voglio vedere niente!
- Mi fai male - disse allora la voce: - se seguiti a parlarmi in quel modo sarò costretto ad allontanarmi. Ti prego, non rispondere subito, ascoltami: è da tanto che ti cerco, che desidero parlarti. T'ho invocato e inseguito per troppo tempo. Sono uno degli ultimi angeli che il Creatore invia ancora nei cieli. Le nostre imprese, i nostri viaggi stanno per terminare. Sii buono, e non respingermi. Se anch'io fallisco, non viaggerò più, e resterò con gli altri angeli nel Regno, in gloria di Dio, sì, ma senza di voi, che avreste dovuto essere i nostri fratelli...
Tom guardava, ascoltava, ma con le ultime forze cercava disperatamente di raggiungere al fondo di una tasca le pillole energetiche. Sentiva tra le dita il tubetto, ma non riusciva ancora a stringerlo. Sì, la pillola era quello che gli ci voleva, una scarica di ottimismo capace di farlo uscire da quell'allucinazione o di dargli la forza per sbattere via quel coso. Tendendo i nervi, riuscì finalmente a stringere nel palmo guantato il tubetto e tirarlo fuori. ora non gli restava che aprirlo e inghiottire, ma la luce davanti a lui sembrava avesse la forza di rallentare ogni suo movimento, di annebbiargli ogni spinta interna.
- Non sei gentile - riprese la voce, ma come fatta più stanca: - Perchè non parli? Dovresti essere felice di incontrare il tuo angelo. Potrei essere un buon Custode per te. Perchè non mi parli della tua vita, dei tuoi mali, della tua famiglia? Abbiamo tanto tempo...
- Senti, Michele o chi diavolo sei - reagì Tom: - Hai visto cosa ho fatto adesso. Ho inghiottito un energetico, un affare che farebbe ridere anche un pollo infilato allo spiedo... Dammi retta, fila via, non fidarti della mia pazienza...
- Dio di misericordia, aiutami - implorò la voce. - E tu, Tom Twain, sii buono. Hai tante cose da spiegarmi. Nessuno sa più niente di voi uomini. Perchè avete voluto essere abbandonati? E perchè non vuoi vedermi? Se mi vedessi...
- Se ti muovi, sparo. Giuro che sparo - urlò Tom, ma con una freddezza nuova: - Non voglio vedere il tuo muso, l'hai capito? Me ne frego di te, che tu sia Michele di nome o Balordo di cognome! Togliti di mezzo...
- Non ti capisco - lamentò la voce: - Perchè non mi ami? Dovresti potermi amare...
- Ci sarà stato uno sbaglio nel motore - rise Tom, elettrico, già godendo dei benefici dell'energetico.
- Devo essere anche sfortunato. Non posso credere che gli uomini siano tutti come te - sospirò la voce.
- Senti, io sono dei meglio. Nessun debito, mai una grana, la mia strada e basta. Un altro al posto mio ti avrebbe già messo due missili in pancia. Sempre stato un fesso, io. Ma ora: fila! - fu la risposta.
- Va bene , Tom Twain, sia fatta la tua volontà. Però io posso dimostrarmi in altro modo, se ancora lo desideri. Tu chiedi, tu prendi: ti offrirò il miracolo. E allora...
- Il miracolo sarebbe che sparissi da lì davanti. Oppure farmi avere l'età di un aspirante-pilota e la pensione di un generale. Ti va?
- Ah, Tom, sei troppo mortale - pianse la voce, incrinandosi tra ogni sillaba come quella di un bambino.
- E adesso cosa ti piglia? Piangi? - stupì Tom: - Bravo. Veder piangere m'ha sempre divertito. E poi basta: abbiamo sprecato troppo tempo.
- Addio, Tom, se è questo che desideri - disse la voce in un soffio: - Vado. Però non posso lasciarti senza una benedizione. Accettala. Ora guarda e ricorda!
Il globo luminoso parve accendersi ancora di più, riacquistando i suoi vaghi contorni. Fu un attimo: perchè appena l'immensa mano azzurrina trasparente apparve in morbido cenno di saluto e d'affetto come chioma d'albero infinito spinto a scalare e toccare gli spazi neri del cielo, Tom Twain urlando pazzo di rabbia e terrore schiacciò il doppio pulsante dei missili. Il veicolo ebbe un sobbalzo violentissimo, il globo luminoso fu di colpo lontano, ben più avanti delle misere scie lumacose dei proiettili che cercavano d'inseguirlo. In un batter di ciglia risultò inghiottito nel buio.

Giovanni Arpino, da "La babbuina e altre storie", Mondadori

martedì 21 febbraio 2012

Anche la luna possiede un nucleo magmatico ancora attivo --- Data suggest that there is plenty of liquid magma deep within the Moon

 Contrariamente alla Terra, la nostra Luna non ha vulcani attivi, e le tracce delle passate attività vulcaniche risalgono a miliardi di anni addietro. Ciò è sorprendente poichè i dati registrati durante un recente lunamoto suggeriscono  la presenza di un nucleo interiore magmatico attivo poichè  parte delle rocce che vi risiedono sembrano essere in stato di fusione.

Pianta fiorisce dopo 30.000 anni nel permafrost --- Plant blooms after 30,000 years in permafrost

 Una pianta che aveva fiorito l'ultima volta quando i lanosi mammut vagavano nelle pianure è tornata a fiorire.
I biologi hanno "resuscitato" una pianta vecchia di 30.000 anni, coltivando i tessuti  di  un frutto scoperto in un sedimento congelato trovato in Siberia. La pianta è la più antica specie floreale riportata alla vita: precedentemente il record apparteneva ad un loto sacro di circa 1200 anni.

venerdì 17 febbraio 2012

You can't stop me to love the world with all its lies

Ci sono più antiossidanti nell'origano che nel mirtillo !!! --- The antioxidant content of oregano is higher than blueberry !!!

L'origano, un ingrediente tipico della cucina Italiana e Messicana, deriva dalle foglie di una pianta originaria del mediterraneo ( da non confondere con l'origano messicano, nativo delle Americhe), è una delle maggiori fonti di antiossidanti sinora studiate. Secondo i dati del dipartimento dell'agricoltura americano, la sua attività antiossidante è fra le 3/20 volte superiore a qualsiasi altra pianta. Anche i più famosi antiossidanti contenuti nella frutta perdono il confronto: l'origano contiene antiossidanti in misura quattro volte superiore al mirtillo, 12 volte all'arancia e 42 volte rispetto alle mele. Mentre puoi beneficiare di alcune proprietà dell'origano semplicemente usandolo regolarmente in cucina, a volte è necessario assumerlo in una forma più concentrata. Per questo l'olio essenziale di origano è un noto rimedio contro batteri, infezioni virali e  parassiti. E' così efficace - ed anche saporito- che alcuni ristoranti lo usano sulle insalate dei buffet per prevenirne la contaminazione batterica. L'origano è inoltre una fonte di rame, niacina e beta-carotene.


giovedì 16 febbraio 2012

Are you ready to ...Robots?

lunedì 13 febbraio 2012

'micidiali '90 (quando la neve era cosa normale):polenta Angelica con Mario Zanzani

Questi giorni di neve hanno riportato alla memoria nevi ben più copiose e durevoli. 
Quelle appunto degli anni novanta a Bologna...L'Italia allora non era così sfasciata ed era più resiliente.

Dalle nevi dei ricordi, attraverso i fumi vaporosi della polenta che sboffa nel paiolo, con il sigaro in bocca e un bicchiere di vino in mano, girando vorticosamente l'amalgama perchè non faccia grumi, ho rivisto a cena Mario Zanzani...




sabato 11 febbraio 2012

NO ACTA: per una rete di carne e di sangue


L'11 giugno L'ACTA, il famigerato trattato internazionale che, sotto le spoglie di una santa crociata contro la pirateria elettronica, nasconde, pare, un sistema di filtri algoritmici che  applicheranno al web mondiale il modello di censura cinese, prenderà piede in Europa.

Dopo aver applicato su scala mondiale il modello economico cinese basato sullo sfruttamento e la schiavitù, ecco che non saremo neanche più liberi di sparare minchiate nell'etere...

Gli unici che si sono opposti sono alcuni poveracci ininfluenti membri del parlamento polacco:


Secondo i più pessimisti le leggi antipirateria (ACTA, SOPA e PIPA) in questione non serviranno affatto ad impedire il file-sharing, lo scambio condiviso di dati: renderanno solo il web un regno orwelliano.

Sarebbe utile tessere reti di carne e sangue: localizzarsi, portare la condivisione fuori della porta di casa, nel mondo organico, e creare nuclei di resilienza pronti agli shock esterni.

Basta guardare cosa fanno pochi giorni di sciopero, o di neve, in Italia
- soprattutto a livello energetico e degli approvvigionamenti alimentari -
per capire senza ombra di dubbio che urge localizzare le risorse e rendersi autonomi da un sistema economico mondialmonopolista che potrebbe  collassare; e prepararsi a fenomi atmosferici estremi...


venerdì 10 febbraio 2012

Fiamme allo specchio

benvenuti 
nella casa del fuoco

siamo i ricostruttori
dell'immaginario infranto
l'economia del sogno
si è presa a nolo il tuo cervello

sorelle
fratelli
forgiati al calore del grigio khaos
sono disseminati ovunque
bocciuoli di gea

ma chi è
che si sente la lava nel cuore?

il mondo non si può cambiare?
cambiamo noi stessi!

frammentazioni
schegge impazzite
porsi un bersaglio
oltre il quotidiano sopravvivere

manganelli
carte bollate
anno dopo anno 
lasciano il segno

lotta per l'informazione
pensieri in collisione
scardinano l'induzione

ascolta il pulsare
urla
manifesta
impersona comunque
ovunque
le possibilità

vita
sii
lo specchio delle fiamme operose
diamanti
nascono dalla cenere

vivere non è un tendere vano

giovedì 9 febbraio 2012

Il marchio della bestia: omaggio a Primo Levi

Enrico fu introdotto in un ufficio freddo e pretenzioso; alle pareti erano appese pitture informali e fotografie che rappresentavano volti umani, ma non ebbe tempo di osservarle da vicino, perchè un funzionario lo invitò a sedere presso la scrivania. era un giovanotto dai capelli tagliati a spazzola, abbronzato, alto e atletico; aveva all'occhiello una targhetta con su inciso "Carlo Rovati", e portava scritto sulla fronte, in nitidi caratteri blu stampatelli: "FERIE IN SAVOIA".
- Lei ha risposto al nostro annuncio sul "Corriere", -lo informò gioviale. - Penso che non ci conosca, ma ci conoscerà presto, sia che troviamo un accordo, sia che non lo troviamo. Noi siamo gente aggressiva, che va subito al sodo e non fa complimenti. Nel nostro annuncio si parlava di un lavoro facile e ben retribuito; qui le posso aggiungere che si tratta di un lavoro talmente facile che non lo si può neppure chiamare lavoro: è piuttosto una prestazione, una concessione. Quanto al compenso giudicherà lei stesso.
Il Rovati si interruppe un momento, osservò Enrico con aria professionale, chiudendo un occhio e inclinando il capo prima a sinistra e poi a destra, e infine aggiunse:
- Lei andrebbe proprio bene. Ha un viso aperto, positivo, non brutto e insieme non troppo regolare: un viso che non si dimentica facilmente. Le potremmo offrire...- e qui aggiunse una cifra che fece sobbalzare Enrico sulla sedia. Bisogna sapere che questo Enrico doveva sposarsi, e di quattrini ne aveva guadagnati pochi, e che era uno di quei tipi che non amano fare il passo più lungo della gamba.
Intanto il Rovati continuava: - Lei lo avrà già capito: si tratta di una nuova tecnica di promozione, - (e qui accennò con disinvolta eleganza alla sua fronte). - Lei, se accetta, non sarà impegnato per nulla per quanto riguarda il suo comportamento, le sue scelte e le sue opinioni: io, per esempio, in Savoia non ci sono stato mai, né in ferie né altrimenti, e neppure penso di andarci. Se riceverà commenti, risponderà come le pare, anche smentendo il suo messaggio, o non risponderà affatto: insomma, lei ci vende o affitta la sua fronte e non la sua anima.
- La vendo o la affitto?
- La scelta sta a lei: noi le proponiamo due forme di contratto. La cifra che le ho esposto è per un impegno triennale: lei non ha che da passare al nostro centro grafico, che è qui al pian terreno, riceve la scritta, passa alla cassa, e ritira l'assegno. Oppure, se preferisce un impegno più breve, diciamo trimestrale, la procedura è la stessa, ma l'inchiostro è diverso: sparisce da sé, in tre mesi circa, senza lasciare traccia. In questa alternativa, va da sé che il compenso è di parecchio inferiore.
 - Invece, nel primo caso, l'inchiostro dura tre anni?
- No, non precisamente. I nostri chimici non sono ancora riusciti a formulare un inchiostro dermografico che duri tre anni netti, e poi scompaia senza impallidire prima. L'inchiostro triennale è indelebile: al termine del terzo anno lei ripassa qui un momento, si sottopone ad un breve intervento assolutamente indolore, e riacquista la faccia di prima; a meno che, naturalmente, il nostro committente e lei non vi troviate d'accordo nel rinnovare il contratto.
Enrico era perplesso, non tanto per sé quanto per Laura. Quattro milioni sono quattro milioni, ma Laura che cosa avrebbe detto?
- Non ha mica da decidere così, su due piedi, - intervenne il Rovati, come se gli avesse letto nel pensiero. - Lei va a casa, ci pensa, si consulta con chi vuole, poi viene e firma. ma entro una settimana, per favore: sa bene, abbiamo da studiare i nostri piani di sviluppo.
Enrico si sentì sollevato. Chiese: - Potrò scegliere la scritta?
- Entro certi limiti, si: le daremo una lista di cinque o sei alternative, e lei deciderà. Ma, in ogni caso, non si tratterà che di poche parole, eventualmente accompagnate da un marchio.
- E...vorrei sapere: sarei io il primo?
- Vorrà dire il secondo, - sorrise il Rovati, indicando nuovamente la sua fronte.
- Ma non sarà neppure il secondo. Solo in questa città abbiamo già concluso...attenda: ecco, ottantotto contratti; quindi non abbia timore, non si troverà solo, e neppure dovrà dare troppe spiegazioni. Secondo le nostre previsioni, entro un anno la pubblicità frontale diventerà un lineamento di tutti i centri urbani, forse addirittura un segno di originalità e di prestigio personale, come il distintivo di un club. Pensi che quest'estate abbiamo concluso ventidue contratti stagionali a Cortina, e quindici a Courmayeur, sulla base del solo vitto e alloggio per il mese di agosto!

Con stupore di Enrico, e con un certo suo disagio, Laura non esitò neppure un minuto. Era una ragazza pratica, e gli fece presente che con quattro milioni la faccenda dell'alloggio sarebbe stata sistemata; non soltanto, ma i milioni, invece che quattro, avrebbero potuto diventare otto, o forse anche dieci, e allora si sarebbe risolto anche il problema dei mobili, del telefono, del frigo, della lavatrice e della ottocentocinquanta. E come dieci? Ma era chiaro! Si sarebbe fatta scrivere anche lei, e una coppia giovane, graziosa, con in fronte due inviti fra loro complementari, valeva certamente di più della somma di due fronti scompagnate: quella gente lo avrebbe riconosciuto senza difficoltà.
Enrico non mostrò molto entusiasmo: primo, perchè l'idea non era venuta a lui; secondo, perchè anche se gli fosse venuta non avrebbe osato proporla a Laura; terzo, perchè insomma, tre anni sono lunghi, e gli sembrava che una Laura marcata come si fa coi vitelli, e marcata proprio su quella fronte così pulita, così pura, non sarebbe stata la stessa Laura di prima. Tuttavia si lasciò convincere, e due giorni dopo si presentarono entrambi all'agenzia e chiesero del Rovati: ci fu una contrattazione, ma neanche tanto accanita, Laura espose le sue ragioni con garbo e convinzione, al Rovati la sua fronte doveva essere piaciuta fin troppo, e in buona sostanza i milioni furono nove. Per la scritta, non ci fu molto da scegliere: l'unica ditta che intendeva reclamizzare un prodotto idoneo ad una presentazione bipartitica era una società di cosmetici. Enrico e Laura firmarono, ritirarono l'assegno, ricevettero uno scontrino e discescero nel centro grafico. Una ragazza in camice bianco pennellò loro sulla fronte un liquido dall'odore pungente, li espose per pochi minuti alla luce azzurra e abbagliante di una lampada, e stampigliò ad entrambi, verticalmente al di sopra del naso, un giglio stilizzato; poi, sulla fronte di Laura, scrisse in elegante corsivo: "Lilywhite, per lei", e sulla fronte di Enrico, "Lilybrown, per lui"-
Si sposarono dopo due mesi, che per Enrico furono piuttosto duri. In ufficio, dovetta dare un buon numero di spiegazioni, e non trovò nulla di meglio che esporre la pura verità; anzi, la verità quasi pura, perchè non fece parola di Laura, e attribuì alla propria fronte tutti i nove milioni: la cifra non la tacque, perchè temeva che gli rimproverassero di essersi venduto per poco. Alcuni lo approvarono, altri lo disapprovarono; non gli parve di riscuotere simpatia, e tantomeno gli parve che riscuotesse attenzione il profumo che la sua fronte vantava. Era combattuto da due spinte contrastanti: spiattellare a tutti l'indirizzo dell'agenzia, per non essere solo; o invece tenerlo segreto, per non deprezzarsi. Il suo imbarazzo si attenuò parecchio qualche settimana dopo, quando vide il Molinari, serio e intento come sempre dietro al suo tecnigrafo, che portava scritto in fronte: "Denti sani con Alnovol".
Laura aveva, o si faceva, meno problemi. In casa, nessuno aveva trovato nulla da ridire, anzi, sua madre si era affrettata a presentarsi all'agenzia, ma l'avevano rifiutata dicendole apertamente che la sua fronte aveva troppe rughe per essere utilizzabile. Laura aveva poche amiche, non studiava più e non lavorava ancora, così non le era difficile tenersi in disparte. Girava i negozi per via del corredo e dei mobili, e si sentiva guardata, ma nessuno le faceva domande.
Decisero di fare il viaggio di nozze in auto, con la tenda, ma evitando i camping organizzati, ed anche dopo che furono tornati si trovarono d'accordo nel presentarsi in pubblico il meno possibile. Tuttavia, entro pochi mesi il loro disagio era quasi scomparso: l'agenzia doveva aver fatto un buon lavoro, o forse altre agenzie l'avevano imitata, poichè non era ormai più raro incontrare per strada o sul filobus individui dalla fronte segnata. Per lo più erano giovani o ragazze attraenti, molti erano visibilmente degli immigrati: nella loro scala, un'altra giovane coppia, i Massafra, portavano scritto in fronte, in due versioni gemelle, l'invito a frequentare una certa scuola professionale per corrispondenza. Fecero presto amicizia, e presero l'abitudine di andare insieme al cinema, e a cena in trattoria alla domenica sera: un tavolo era riservato per loro quattro, sempre lo stesso, in fondo a destra entrando. Si accorsero in breve che anche un altro tavolo, contiguo al loro, era frequentato abitualmente da gente segnata, e venne loro naturale di attaccare discorso e di scambiarsi confidenze sui rispettivi contratti, sulle esperienze precedenti, sui rapporti col pubblico, e sui piani per l'avvenire. Anche al cinematografo, quando era possibile, prendevano posto nelle poltrone che stavano a destra entrando, perchè avevano notato che diversi altri segnati, uomini e donne, usavano sedersi di preferenza in quei posti.
Verso novembre, Enrico calcolò che un cittadino su trenta portava qualcosa scritto sulla fronte. Per lo più erano inviti pubblicitari come i loro, ma si incontravano talvolta sollecitazioni o dichiarazioni diverse. Videro in Galleria una giovane elegante che recava scritto in viso "Johnson boia"; in via Larga, un ragazzo dal naso rincagnato come i pugili che recava "Ordine=Civiltà"; fermo ad un semaforo, al volante di una Minimorris, un trentenne con le basette che recava "Scheda bianca!"; sul filobus numero 20 due graziose gemelle, appena adolescenti, che portavano scritto in fronte, rispettivamente "Viva il Milan" e "Forza Zilioli". All'uscita di un liceo, un'intera classe di ragazzi recava scritto "Sullo go home"; incontrarono una sera, in mezzo alla nebbia, un personaggio indefinibile, vestito con vistosa pacchianeria, che sembrava ubriaco o drogato, e sotto la luce di un lampione rivelò la scritta "INTERNO AFFANNO". Era poi diventato comunissimo trovare per strada bambini che portavano in fronte, scarabocchiati con una penna a sfera, viva e abbassi, ingiurie e parole sporche.
Enrico e Laura si sentivano dunque meno soli, ed anzi, incominciavano a provare fierezza, perchè si sentivano in certa misura dei pionieri e dei capostipiti: erano anche venuti a sapere che le offerte delle agenzie erano addirittura precipitate. Nell'ambiente dei vecchi segnati correva voce che, per una scritta normale, su di una sola riga e per tre anni, ormai non si offrissero più di 300.000 lire, e il doppio per un testo fino a trenta parole con un marchio di impresa. A febbraio ricevettero in omaggio il primo numero della "Gazzetta dei Frontali". Non si capiva bene chi la pubblicasse: per i tre quarti, naturalmente, era zeppa di pubblicità, ed anche il quarto residuo era sospetto. Un ristorante, un campeggio e vari negozi offrivano ai frontali modesti sconti sui prezzi, si rilevava l'esistenza di un club, in una viuzza di periferia; si invitavano i Frontali a frequentare la loro cappella, dedicata a san Sebastiano. Enrico e Laura ci andarono una domenica mattina, per curiosità: dietro l'altare era un grande crocifisso in plastica, e il Cristo portava scritto INRI sulla fronte anzichè sul cartiglio.
Press'a poco allo scadere del terzo anno di contratto, Laura si accorse di aspettare un bambino, e ne fu lieta, benchè, con i recenti aumenti del costo della vita, la loro situazione finanziaria non fosse brillante. Andarono dal Rovati a proporre un rinnovo, ma lo trovarono assai meno gioviale di un tempo: offerse loro una cifra irrisoria per un testo lungo e ambiguo. Rifiutarono, di comune accordo, e scesero al centro grafico per la cancellatura; tuttavia, a dispetto delle assicurazioni della ragazza in camice bianco, la fronte di Laura rimase ruvida e granulosa come per una scottatura, e poi, guardano bene, il giglio stilizzato si distingueva ancora, come le scritte del fascio sui muri di campagna.
Il bambino nacque a termine, regolarmente: era robusto e bello, ma, inesplicabilmente, portava scritto sulla fronte: "OMOGENEIZZATI CAVICCHIOLI". Lo portarono all'agenzia, ed il Rovati, fatte le opportune ricerche, dichiarò loro che quella ragione sociale non esisteva in alcun annuario, ed era sconosciuta alla Camera di Commercio: perciò non poteva offrire loro proprio niente, neppure a titolo d'indennizzo. Gli fece ugualmente un buono per il centro grafico, affincè la fronte del piccolo fosse cancellata gratuitamente.

Tratto da Vizio di forma(Einaudi 1971) di Primo Levi

mercoledì 8 febbraio 2012

Il radar MARSIS prova che Marte possedeva un oceano --- Mars Express radar gives strong evidence for former Mars ocean


Le prove che Marte possedesse oceani, laghi e fiumi si susseguono senza possibilità di smentita. Il radar Marsis ha fornito prove assai certe sulla presenza di un oceano sul pianeta rosso.

Secondo ultime analisi l'idrosfera marziana sarebbe scomparsa da almeno 600.000 anni, per cause sconosciute.

Scoperto un fungo amazzonico capace di nutrirsi di poliuretano --- Amazon fungi found that eat polyurethane

 Sino ad oggi il poliuretano è stato ritenuto sostanza non bio-degradabile, ma un gruppo di studenti della Yale University in America ha scoperto un fungo amazzonico che non solo assimila e digerisce il poliuretano, ma lo fa anche in assenza di ossigeno.


sabato 4 febbraio 2012

Le avversità possono essere catalizzatrici di cambiamenti positivi --- Adversity can be a catalyst for positive change


 Tragedie, disastri naturali(?!), terrorismo, divorzio; il 75% di noi sperimenta qualche sorta di trauma durante l'esistenza. Ma l'esperienza traumatica può fungere da catalizzatore per cambiamenti positivi.



No alla guerra all'iran --- No war on Iran

venerdì 3 febbraio 2012

Perchè Neil Young odia gli mp3 --- Why Neil Young Hates MP3


Neil Young ha tenuto una conferenza stampa per lamentare quanto la digitalizzazione della musica abbia ridotto il tasso qualitativo e la fedeltà di riproduzione sonora.

"Il mio obiettivo è quello di tentare di salvare la forma d'arte che ho praticato negli ultimi 50 anni ", ha detto Young. "Viviamo nell'era digitale, e sfortunatamente, la musica digitale è un passo indietro e non in avanti."

"Steve Jobs è stato un pionere del digitale, ma a casa sua ascoltava solo vinile". 


giovedì 2 febbraio 2012

La frittura delle patate produce un potente canceroceno chimico chiamato acrilamide --- Frying potatoes to make chips or French fries produces a potent chemical carcinogen called acrylamide

La frittura delle patate, a causa delle alte temperature dell'olio, trasforma gli zuccheri presenti nella patata, assieme agli aminoacidi, producendo elevate quantità di acrilamide, un potente cancerogeno.

Per gli irriducibile delle patatine fritte esistono delle accortenze che permettono di ridurre la produzione di acrilamide durante la frittura:

- Le patate vanno conservate in un luogo fresco e nella totale oscurità
- Prima della frittura vanno affettate e lasciate a bagno  nell'acqua [ con un po' di sale grosso ] per 15/30   
  minuti e ben scolate o asciugate con un telo
- La temperatura dell'olio non deve essere troppo alta
- La frittura deve essere di breve durata: le patate vanno solo "dorate"





Gli sgretolanti ghiacciai dell' antartico --- Crack discovered in Pine Island Glacier

Credit: NASA/GSFC/METI/ERSDAC/JAROS, and U.S./Japan ASTER Science Team

 A metà ottobre 2011 è stata rilevata la formazione di una vasta crepa (19 km di lunghezza, 80 metri di larghezza e 60 metri di profondità) nel Ghiacciaio di Pine Island.


mercoledì 1 febbraio 2012

I mercanti padroni del Tempio

I vescovi
Già da tempo i sommi pontefici, i cardinali e i vescovi hanno preso ad imitare con impegno e forse con migliori risultati il tenore di vita dei principi. Certo, se pensassero che la veste di lino, splendente nel suo immacolato candore, simboleggia una vita senza macchia, e che la mitra con le due punte unite in un unico nodo rappresenta una conoscenza perfetta sia dell'antico che del nuovo Testamento, e che i guanti che coprono le mani significano l'obbligo di amministrare i sacramenti con purezza e senza essere contaminati dal contatto col mondo; se pensassero poi che il bastone pastorale simboleggia la cura attenta e vigile del gregge che è stato loro affidato, che la croce che li precede rappresenta la vittoria sulle passioni, se dico, uno di loro pensasse a tutte queste cose e altre dello stesso genere, non condurrebbero forse una vita triste e piena di problemi? Invece se la passano magnificamente, pensando solo a trattarsi bene, affidando la cura del gregge a Cristo stesso o ai "frati", come loro li chiamano, e ai vicari. Non si ricordano nemmeno che il nome di "vescovo" vuol dire fatica, preoccupazione, attenzione. Se però si tratta di arraffare quattrini, allora sì che fanno veramente i vescovi, e stanno in vedetta a tutt'occhi!

I cardinali
Allo stesso modo se anche i cardinali si ricordassero che sono i successori degli apostoli e che da essi si richiedono le stesse virtù praticate da quelli, e che non sono i padroni ma gli amministratori dei beni spirituali, dei quali di qui a non molto dovranno rendere esatto conto, se meditassero un po' sui sacri paramenti che indossano e si chiedessero: cosa significa il candore dell'abito se non una vita del tutto innocente? che vuol dire questa sottana di porpora se non un ardentissimo amor di Dio? che cosa questo ampio mantello a pieghe che ricopre anche tutta la cavalcatura di sua eminenza e basterebbe a coprire nello stesso tempo anche un cammello, se non una carità larghissima nel soccorrere tutti, cioè nell'istruire, esortare, consolare,riprendere, ammonire, portare la pace dove c'è la guerra, resistere ai principi malvagi, offrire volentieri non solo le ricchezze e i beni materiali ma anche il sangue per il popolo di Dio? E del resto a che servirebbero le ricchezze in mano ai successori degli apostoli, che furono poveri?
Se pensassero a queste cose non credo che ambirebbero a quella carica: la lascerebbero volentieri ad altri, oppure condurrebbero una vita in mezzo a fatiche e tribolazioni, come quella degli antichi apostoli.

I sommi pontefici
Se poi i sommi pontefici, che fanno le veci di Cristo, tentassero di imitare la sua vita, e cioè povertà, travagli, dottrina, croce, disprezzo del mondo, e se solo pensassero a quel che significa il loro nome "Papa" cioè "Padre" e che cosa "santissimo", chi potrebbe soffire più di loro sulla terra? Chi spenderebbe tutto quello che ha per comprarsi un simile posto e chi, dopo averlo comprato, cercherebbe di difenderlo a tutti i costi, con la spada, il veleno, con ogni sorta di violenza? Quanti vantaggi sottrarrebbe loro la saggezza, se soltanto una volta gli si facesse avanti! Ma che dico, saggezza? Basterebbe un granello di quel sale di cui parla Cristo! Addio ricchezze, onori, potere, vittorie, cariche, amministrazioni, tasse, indulgenze, cavalli, muli, servitori e piaceri. Guardate che mercato, che gran raccolto, che mare di beni ho abbracciato in queste poche parole! E al posto di tutte queste cose la saggezza dispenserebbe loro veglie, digiuni, lacrime, preghiere, prediche, studi, sospiri e infinite altre sofferenze di questo genere.
Non bisogna poi dimenticare che sarebbero ridotti alla fame un esercito di scrittori, copisti, notai, avvocati, promotori, segretari, mulattieri, palafrenieri, banchieri, ruffiani - stavo per dire una parola più volgare, ma temo possa offendere le orecchie - insomma tutta questa gente che costituisce un onere - ho sbagliato volevo dire onore - per la Santa Sede. Sarebbe un delitto disumano e abominevole, ma sarebbe ancora più detestabile riportare alla bisaccia e al bastone gli stessi capi supremi della Chiesa, la vera luce del mondo.
[...] ma i papi chiamano patrimonio di Pietro i campi, le città, le imposte, i dazi, le signorie. E mentre combattono col ferro e col fuoco per la conservazione di questi beni, infiammati di sacro zelo e non senza spargimento di sangue cristiano, sono sicuri di difendere apostolicamente la Chiesa,  sposa di Cristo, mettendo in fuga il nemico: come se per la chiesa ci fossero  nemici più dannosi dei pontefici indegni! Sono loro che fanno sparire Cristo nell'oblio perchè neppure lo nominano più, che facendo leggi a scopo di lucro lo mettono in catene, che con interpretazioni forzate ne falsano l'insegnamento, che con una vita indegna lo uccidono.
Inoltre, siccome la chiesa cristiana è stata fondata col sangue, rafforzata col sangue, ingrandita col sangue, essi ora, come se Cristo non ci fosse più per difenderla secondo i suoi princìpi, si fanno un dovere a difenderla con la spada, e, benchè la guerra sia una cosa così orrenda da convenire più alle bestie che agli uomini e tanto fuori di senno che anche i poeti immaginano che sia opera delle Furie, benchè sia così distruttiva da portare con sé la corruzione completa dei costumi e così ingiusta che i peggiori briganti sono i migliori condottieri, benchè infine sia così empia da non avere nulla in comune con Cristo, essi, trascurando ogni altra cosa, pensano solo a fare la guerra.
E allora puoi anche vedere dei vecchi decrepiti che mostrando la vigoria di ragazzi non si lasciano spaventare da spese e fatiche, non si fanno scrupolo di sconvolgere le leggi, la religione, la pace, l'umanità intera.
Non mancano poi colti adulatori che chiamano zelo, pietà, coraggio questa evidente pazzia, e hanno perfino escogitato il modo di dimostrare che impugnare un ferro micidiale e immergerlo nelle viscere del fratello non è contrario a quel grande amore del prossimo che, secondo gli insegnamenti di Cristo, è il primo dovere di ogni cristiano.

Elogio della follia - Erasmo da Rotterdam (1466/69? –  1536)