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venerdì 27 luglio 2012

martedì 24 gennaio 2012

Bassi livelli di vitamina D legati alla depressione (anche) nei bambini --- Low vitamin D levels linked to depression in children

Uno studio condotto su 2700 bambini ha analizzato i livelli di vitamina D, prima a 9 anni e, successivamente a 13 anni.
Si è così evinto che i bambini con basso livello di vitamina D sono più soggetti alla depressione.
Si è anche scoperto che la vitamina D3 appare più efficace, come antidepressivo, della D2.


by Elizabeth Walling


(NaturalNews) Are your kids getting enough vitamin D? If not, they could be at a higher risk for depression. A new study from the University of Bristol in the United Kingdom shows that children and teens with higher levels of vitamin D are less likely to experience depression than those with lower levels.

The study analyzed vitamin D levels in more than 2,700 children who were age nine, and then followed up with them again at age 13. Researchers found that children who had the lowest vitamin D levels were more likely to experience symptoms of depression.

The children with higher levels of vitamin D were 10 percent less likely to have depression. These children also showed a decrease in symptoms of depression as they became teenagers.

The specific form of vitamin D is also important. This study also found that vitamin D3 offered stronger anti-depressant benefits than vitamin D2.

Vitamin D helps with depression in kids and adults

Although this is the first study to link low vitamin D with depression in children, a number of previous studies have demonstrated how vitamin D can prevent or reduce depression in adults.

Studies done in Washington state and in Norway show that raising vitamin D levels in the body can reduce symptoms of depression in women. Other research has shown that higher serum vitamin D appears to reduce the severity of symptoms associated with depression. In Italy, women with low vitamin D levels were twice as likely to experience depression. Men with low vitamin D levels experienced a 60 percent increased risk for depression.

The best source of vitamin D is the sun, which can help you produce thousands of IUs of vitamin D with good exposure in the summer months. However, not everyone can get enough exposure to the sun to correct a vitamin D deficiency. In this case, eating foods rich in vitamin D can help. These include cod liver oil, salmon, mackerel, tuna and organic egg yolks. You can also supplement with vitamin D3 if you do not get enough vitamin D through sun exposure or your diet.

Sources for this article include:

http://www.naturalnews.com/031273_vitamin_D_depression.html

http://www.ibtimes.co.uk/articles/285093/20120120/vitamin-d-reduce-depression-risk-children-tuna.htm

http://www.dailymail.co.uk/health/article-2088876/Exposure-vitamin-D-lower-risk-mental-health-problems.html?ito=feeds-newsxml

http://www.vitamindcouncil.org/health-conditions/mental-health-and-learning-disorders/depression/

giovedì 13 ottobre 2011

La vitamina D è fondamentale per la reazione immunitaria alla tubercolosi - Scientists find vitamin D crucial in human immune response to tuberculosis

La vitamina D non solo è la base fondamentale per lo sviluppo e la fortificazione ossea, protegge dal cancro e da malattie autoimmuni: può anche combattere le infezioni come la tubercolosi.
Un microbatterio di tubercolosi è stato messo in coltura in un macrofago umano.
 I globuli bianchi, principali responsabili della reazione immunitaria, rilasciano una proteina chiamata interferone-gamma che  amplifica la comunicazione fra cellule e dirige la risposta delle cellule infettate all'attacco dell'invasore.
Nelle colture a basso tasso di vitamina D il responso immunitario non si "amplifica", la produzione di interferone-gamma è insufficiente.

Si ventila la tesi che, le persone con una notevole pigmentazione melaninica dell'epidermide, sono maggiormente esposte a infezioni legate alla carenza di vitamina D perchè la somma presenza di melanina impedisce la giusta produzione della vitamina D durante l'esposizione ai raggi solari.


Not just important for building strong bones, an international team of scientists has found that vitamin D also plays an essential role in the body's fight against infections such as tuberculosis.

martedì 8 febbraio 2011

L'esposizione al sole può ridurre significativamente il rischio di sclerosi multipla



Il giornale medico dell' American Academy of Neurology ha pubblicato uno studio che amplia maggiormente i numerosi benefici della vitamina D generata nel corpo umano mediante l'esposizione ai raggi solari ( naturalmente una esposizione conscenziosa, non scriteriata!). I soggetti dello studio che hanno beneficiato dell' elioterapia hanno mostrato una minore predisposizione al rischio di sclerosi multipla.

Sun exposure, vitamin D may lower risk of multiple sclerosis

giovedì 2 dicembre 2010

L'Istituto di Medicina Americano raccomanda la vitamina D







La vitamina D si trova nei grassi animali, nel latte e nei latticini, nelle uova, nella verdura (spinaci, lattuga, bietole) ma il suo fabbisogno é ugualmente coperto dall’ esposizione al sole. Si raccomanda l'innalzamento della dose giornaliera da 200 IUs a 600 IUs.  




martedì 23 marzo 2010

Vitamin D better than vaccines at preventing flu, report claims


From The Times
March 15, 2010
Oliver Gillie
Translation: Luca Giammarco

Vitamin D could cut the risk of flu infection in children by half, the report claims(Richard Cannon/The Times)

La vitamina D consentirebbe di ridurre notevolmente il rischio di infezioni influenzali, afferma uno studio condotto in una università giapponese.

Il rischio per i bambini di soffrire forme influenzali può essere notevolmente ridotto mediante assunzione di vitamina D, questa è la scoperta di un gruppo di ricercatori giapponesi. La scoperta ha implicazioni dirette nelle forme di infezioni influenzali, dato che la vitamina D, che il nostro corpo produce naturalmente quando ci esponiamo direttamente alla luce solare, non ha controindicazioni significative, ha costi ridotti e può essere molto più efficace di vaccini e antivirali.

Solo un bambino su dieci, dai 6 ai 15 anni, sottoposto alla “vitamina del raggio di sole”, durante un test clinico, ha preso l'influenza; la percentuale di uno su cinque si riscontra alla sola somministrazione di un placebo. Mitsuyoshi Urashima, il medico giapponese che ha condotto il test, dichiara al “The Times” che la vitamina D è più efficace dei vaccini nella prevenzione dell'influenza.

La vitamina D ha avuto effetti maggiori se il confronto escludeva bambini che assumevano già vitamina D, al di fuori dell'esperimento. Si è dimostrato che l'esposizione ai raggi solari riduce il rischio influenzale di un terzo.

Complessivamente, 354 bambini hanno partecipato al test, che è stato eseguito durante l'inverno 2008/2009, prima dell' epidemia d' influenza suina. Si è riscontrato che la vitamina D protegge contro l'influenza A, che ha causato un'epidemia lo scorso anno, ma non contro la meno comune influenza B.

Link utili:
La ricerca, double blind, randomizzata e integralmente controllata scientificamente, è stata condotta da medici e scienziati della “ Jikei University School of Medicine di Tokio, Giappone.

I bambini assumevano una dose giornaliera di 1200 Ius ( unità internazionali) di vitamina D per un periodo di tre mesi. Durante il primo mese i bambini assuntori di vitamina si ammalavano allo stesso modo di quelli assumenti placebo. Ma, dal secondo mese, quando il livello vitaminico nel sangue dei bambini era più alto, l'efficacia della vitamina è stato chiaro.

Lo scienziato giapponese, scrivendo sull' American Journal of Clinical Nutrition, afferma che gli antivirali zanamivir e oseltamivir riducono il rischio influenzale dell' 8% nei bambini esposti all'infezione, rispetto al 50% di riduzione evidente di quelli trattati con vitamina D.

Gli antivirali sono anche troppo costosi e forse molto tossici per essere somministrati massivamente sulla popolazione, senza parlare degli ulteriori benefici della vitamina D. L'esposizione ai raggi solari [ e la relativa produzione di vitamina D] non solo previene le fratture ossee ma riduce anche il rischio di cancro, disturbi cardiovascolari, diabete e altre patologie incluse varie infezioni batteriche e virali.

Il giapponese sostiene una teoria secondo la quale i bassi livelli di vitamina D nel sangue, durante il periodo invernale, sono direttamente connessi ai picchi influenzali che avvengono fra dicembre e marzo.

La vitamina D attiva il nostro sistema immunitario, consentendo al corpo di produrre diverse proteine come la defensina e la catelicidina che spingono l'attività cellulare e disattivano i virus.

Il dottor Urashima afferma: “ La vitamina D e il vaccino lavorano con due diversi meccanismi. La vitamina D rafforza il sistema immunitario innato mentre il vaccino aumenta l'immunità acquisita. Quindi non c'è bisogno di selezionare un solo sistema di prevenzione, possiamo anche applicare entrambe le metodologie, penso.”

Il dr. Jhon Oxford, professore di virologia al Queen Mary School of Medicine, Londra, sostiene: “ Questo è uno studio preciso, notificato da scienziati, è concorde all'andamento stagionale dell'influenza. Vi è un crescente background di affermati scienziati che rende credibile la storia della vitamina D. Ma questi studi necessitano di una replicazione. Se saranno confermati potremmo pensare di utilizzare la vitamina D assieme alle vaccinazioni.”