L'aeroplano
attacca le nuvole
“Un
giorno lavorando nella mia camera ho udito il rumore di un aeroplano
che passava. Guardando dalla finestra ho visto un apparecchio che
picchiava dritto in una nuvola. Per qualche secondo è sparito
interamente nella nuvola, poi è riapparso dall'altro lato della
nuvola, l'apparecchio si trascinava dietro una leggera fumata come
una coda. Guardando più attentamente ho visto che era della polvere
che si gettava dall'aeroplano. Allora ho compreso che era Warren che
faceva i suoi esperimenti. L'aeroplano attraversò la nuvola cinque o
sei volte. La nuvola si schiariva sempre più e dopo tre o quattro
minuti sparì del tutto. La stessa cosa si produsse per la nuvola
vicina dopo che l'aeroplano l'ebbe attraversata più volte. Dopo la
seconda, una terza nuvola sparì senza lasciar traccia”.
Questo
è ciò che scrive, nel 1923, Orville Wright, uno dei fratelli
creatori dell'aeroplano.
Nel
1903 lui e suo fratello hanno costruito il primo aeroplano. Era un
apparecchio goffo che decollava difficilmente e poteva salire appena
a qualche metro da terra. Vent'anni più tardi Orville Wright ha
potuto vedere con i suoi occhi il primo combattimento fra un vascello
aereo e le nuvole.
…
Chi
è dunque questo Warren di cui parla Orville Wright?
Warren
è professore di università in una città degli Stati Uniti, Itaka.
Faceva i suoi esperimenti con un altro professore, Bancroft. Per
attaccare le nuvole si era prestato a Bancroft e a Warren un
aeroplano da guerra. Questi installarono nell'aeroplano un
dispositivo che doveva dare alla sabbia una carica elettrica. La
sabbia era dispersa dall'elica dell'aeroplano. Quaranta kg. di sabbia
erano sufficienti per far sparire una nuvola di alcuni km. di
lunghezza e di 500 m. di profondità. In meno di un minuto si apriva
dall'alto in basso un grande squarcio che andava da una parte
all'altra. In 5-10 minuti la nuvola forata spariva completamente.
Durante questo tempo attorno all'aerodromo pioveva o nevicava. Ecco
quello che almeno hanno scritto i giornali dell'epoca. Questo fu uno
dei primi casi in cui gli uomini si sono azzuffati con le nuvole.
Tre
anni più tardi, nel 1926, nei giornali stranieri apparve una nuova
comunicazione, sempre di origine americana, da Los Angeles. Questa
volta non si trattava di un aeroplano, ma di una torre...
Nell'alto
della torre, in una garitta, avevano installato degli apparecchi che
dovevano ricevere delle speciali correnti elettriche, le correnti
Tesla. Mentre la stazione era in moto tutti i pezzi metallici delle
macchine si caricavano di elettricità. Bastava toccare con un dito
un chiodo al muro perché sprizzasse una scintilla...Si mettevano in
moto le macchine; in un'ora e mezzo circa tutto il cielo era coperto
di nuvole. Questo è ciò che dicono Hight e Davis; ma i loro
esperimenti non sono ancora stati verificati da alcuno, non sono
perciò attendibili.
Molte
altre comunicazioni ci sono giunte e ci giungono da diversi paesi:
dall'America, dall'Australia, dall'Europa. Ve ne sono alcune che
danno un certo affidamento, altre a cui non si può dar fede...
Nel
novembre del 1923 si sono riuniti in una sala a Leningrado degli
scienziati, invitati dal neonato Istituto della meteorologia
sperimentale, uno dei più giovani istituti del mondo.
Gli
scienziati dell'Istituto mostrarono agli invitati apparecchi e
installazioni: li condussero in una vasta casa di vetro nella quale
si facevano esperimenti di creazione della nebbia; li condussero
tutti assieme per una stretta ripida scala fin sopra un'alta torre.
E' in questa torre che un tempo aveva lavorato Popov, uno degli
scienziati inventori della radio. Oggi dall'alto di quella torre gli
uomini tentano di agire sulle nuvole per mezzo dei raggi X; non sono
che i primi esperimenti.
Nell'altro
lato del paese, sull'orlo del deserto, lavora l'Istituto turcmeno
della pioggia. I lavori sono diretti dal fisico Fedoseev. Già nel
1931 nella conferenza per la lotta contro la siccità, Fedoseev
raccontava come egli per la prima volta aveva tentato di provocare e
di arrestare la pioggia.
Erano
stati fatti due esperimenti: durante il primo il cielo era quasi
senza nuvole; erano stati lanciati 2000 mc. di fumo carico di
elettricità. In capo a due ore il cielo si era coperto di nuvole e
si era messo a piovere: la pioggia era durata 8 minuti.
Durante
il secondo esperimento il cielo era coperto di nuvole e vi era una
pioggia incessante, si trattava di arrestare la pioggia; furono
lanciati ancora 2000 mc. di fumo carico di elettricità di segno
opposto alla precedente. In capo a 40 minuti si vide prodursi nelle
nuvole una schiarita; tutt'intorno pioveva, solo sotto questa
schiarita non pioveva.
Questo
accadeva nel 1931; ma gli scienziati non si affrettarono a gridar
vittoria, sapevano che bisognava essere molto prudenti per giudicare
simili esperienze e avevano ragione perché come distinguere una
pioggia naturale da una pioggia artificiale? Come decidere se era
cessato di piovere naturalmente o se la pioggia era stata arrestata?
Era troppo presto per trarre delle conclusioni.
Nel
giornale Pravda si è potuto vedere qualche tempo fa un articolo
sulle ultime esperienze dell'Istituto turcmeno della pioggia.
Fedoseev e i suoi collaboratori tentano nei loro ultimi esperimenti
di agire con l'atmosfera come un chimico agisce con una soluzione
versata in una provetta o in un vaso di vetro. Ecco cosa dice
l'articolo della Pravda:
“Gli
uomini dell'aviazione agricola “Y-2” gettavano sopra le nuvole
delle materie chimiche che si presentavano in parte come soluzione
vaporizzata e in parte come polvere finissima. Dopo cinque o sei
minuti circa dall'inizio dell'esperimento apparve sulla linea di
evaporazione, in una nuvola spessa e grigia, una schiarita visibile
da terra che andava allargandosi, espandendosi a tutta la nuvola, che
finì per prendere da per tutto una tinta bianca e lattiginosa.
Mentre si osservava lo schiarimento della nuvola si potevano vedere
discendere delle striscie scure di pioggia. Da prima caddero rare
goccioline, poi queste si moltiplicarono, ingrandirono non
distinguendosi più per la misura dalle gocce di una pioggia
naturale.
La
seconda serie di esperimenti è stata fatta su delle nuvole di
pioggia che coprivano senza interruzione oltre la metà
dell'orizzonte visibile. Il novanta per cento di questi esperimenti
hanno dato risultati positivi, cioè una pioggia abbondante.
L'aviatore
Jijnevski racconta ciò che avviene nella nuvola in questo tempo:
“Una
volta salito nella nuvola io l'attraverso in più direzioni.
Vaporizzo la materia chimica, dopo di che esco dalla nuvola e
comincio a girarvi sotto; comincia a piovere. Rientro di nuovo nella
nuvola. Nello spessore della nuvola piove. Si sente attorno uno
zufolio caratteristico, come quando si vola in una nuvola
temporalesca”.
…
Immaginiamo
che in un paese qualunque uno scienziato qualunque o un gruppo di
scienziati, abbia trovato il mezzo per fare la pioggia ed il bel
tempo e l'abbiano fatto brevettare. Il brevetto è comperato dalla
“Compagnia generale del tempo”. La Compagnia generale costruisce
in tutto il paese delle stazioni di comando del tempo. Vicino ad ogni
stazione c'è un aerodromo; un migliaio di aeroplani sono in ogni
istante pronti a prendere il volo per attaccare le nuvole. Quasi
tutti i meteorologi del paese sono al servizio della Compagnia.
L'ufficio principale riceve gli ordini di pioggia, di neve, di
nebbia, una ordinazione perché la pioggia cada, un'altra perché non
cada; ordinazioni di bel tempo, ordinazioni di cattivo tempo. Vi è
come una lotta. Si libera il tempo ordinato da colui che lo pagherà
maggiormente. Gli uni domandano bel tempo, altri tempo cattivo. Le
società ferroviarie, di navigazione, di aviazione vogliono che cessi
di piovere, di nevicare, che non vi sia più nebbia. Con loro sono i
fabbricanti di automobili, di battelli, di aeroplani, di biciclette,
di apparecchi fotografici, di tessuti leggeri, di costumi da bagno,
di calzature estive, con loro sono i proprietari di città di mare,
di alberghi, di uffici turistici.
Per
le pioggie, le nevi e le nebbie, sono gli agricoltori che hanno
bisogno della pioggia per irrigare i loro campi, che hanno bisogno
della nebbia per proteggere i loro campi dai geli; con loro ci sono i
fabbricanti di galoches, di ombrelli, di impermeabili, di indumenti
di pelliccia e di lana, di sci e di slitte, i mercanti di
combustibile, i proprietari di farmacie, di cliniche e di pompe
funebri.
I
giornali pubblicano degli articoli: “L'utilità della pioggia” e
“La pioggia è nociva, “L'utilità della nebbia”, e “La
nebbia è nociva”. Discussione al parlamento. Oggi c'è il partito
del bel tempo, che ha la supremazia, domani il partito del tempo
cattivo. I ministeri cadono e si riformano. La corruzione e le mancie
divengono più frequenti che mai; i giudici e gli avvocati sono
sovraccarichi di lavoro. Ogni giorno arrivano in tribunale querele
su querele. Per settimane intere i migliori giuristi del paese
deliberano su questioni difficili: “A chi appartiene la nuvola che
si trova sopra una proprietà privata?” “Ha diritto la Compagnia
generale di provocare la pioggia su un terreno che non le appartiene
senza il previo permesso del proprietario legale?” “Deve essere
pagata la pioggia caduta in autunno?”
Durante
questo tempo i prezzi della pioggia, della nebbia, della neve,
continuano a salire a salire, sempre. La popolazione è costretta a
pagare ciò che non aveva mai dovuto pagare, questi rari beni
gratuiti. I prezzi salgono non soltanto per il tempo, i prezzi
salgono per tutto il resto. Al prezzo del costo di ogni oggetto si
aggiunge ora il prezzo del tempo. La carne si paga più cara perché
il prezzo del fieno è aumentato; il prezzo del fieno è aumentato
perché la pioggia costa più cara. E per le stesse ragioni sono
aumentati i prezzi del pane, delle patate, degli ombrelli, del
biglietto ferroviario, del biglietto di ingresso ad un teatro e di
una scatola di sigarette. La natura del paese è in uno stato di
completo disordine; ora per delle settimane non c'è che pioggia e
nebbia, ora vi è un periodo interminabile di caldo e di siccità. I
fiumi straripano, i battelli naufragano, le campagne periscono sotto
le inondazioni, migliaia di persone hanno il raffreddore,
l'influenza, la polmonite. La popolazione comincia a mormorare. Dei
dimostranti si dirigono verso il Parlamento con dei cartelli:
“Abbasso la Compagnia generale!”, “Il tempo gratuito!”. Le
stazioni delle ordinazioni del tempo sono guardate da gendarmi e da
truppa; si odono dei colpi di fucile; la polizia carica i
manifestanti. Ben presto la situazione diviene ancor più tesa. Il
segreto della direzione del tempo è stato rubato: Altre società
altrettanto possenti l'hanno nelle loro mani: la società per azioni
“Temporale” e “Bel tempo”; l'associazione “La nuvola a
credito”, il trust “I quattro elementi” e il “Sindacato
celeste”: La società per azioni tenta di provocare la pioggia,
l'associazione tenta di arrestarla, il trust produce una nebbia, il
sindacato la distrugge.
Ben
presto i “fabbricanti del tempo” appaiono e si moltiplicano anche
in altri paesi. Ora non sono più dei trust che lottano fra di loro,
sono dei paesi interi. I giornali fanno uscire tutti i giorni dodici
edizioni speciali; i venditori di giornali corrono attraverso la
città portando notizie inquietanti: “I trust italiani hanno rubato
il bel tempo ai francesi!”, “Una massa d'aria umida proveniente
dalle isole Azzorre e dirigentesi verso l'Europa, è stata arrestata
e confiscata dalla Germania!”, “La nebbia provoca un conflitto in
America del sud!”.
Sono
tutti pretesti di guerra. L'Africa ha fatto un torto all'Asia, il
Giappone è responsabile del cattivo clima dell' America. La guerra
scoppia contemporaneamente su più fronti. Ma questo non è ancora il
peggio: i “fabbricanti del tempo” hanno squilibrato le forze
della natura. In un luogo i fiumi gonfiati dalle pioggie artificiali
sono straripati e hanno portato via interamente tre città e sette
villaggi. In un altro luogo una siccità, come non si era mai vista,
ha bruciato il raccolto di grano su una enorme distesa. Terribili
temporali si sono scatenati quando nessuno se lo aspettava. Città
intere sono state coperte dalla neve fino alla croce dei loro
campanili e alle guglie delle loro torri. Tutte le stagioni si sono
trovate mescolate. Non si può più prevedere nulla. La gente porta
con sé in viaggio il cappotto di pelliccia, il costume da bagno,
l'ombrello e gli sci. I metereologi hanno perduto la possibilità di
predire il tempo. Il tempo, appena addomesticato, è divenuto
selvaggio e non vuol piegarsi a troppi padroni contemporaneamente.
Così i trust di amministrazione del tempo hanno cessato di
amministrare il tempo.
LE
MONTAGNE E GLI UOMINI -Ilin ( Ilia Iacobovic Marsciak) -
Universale
economica, 1949