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domenica 15 aprile 2012

1923: i primi vagiti della geo-ingegneria


L'aeroplano attacca le nuvole

Un giorno lavorando nella mia camera ho udito il rumore di un aeroplano che passava. Guardando dalla finestra ho visto un apparecchio che picchiava dritto in una nuvola. Per qualche secondo è sparito interamente nella nuvola, poi è riapparso dall'altro lato della nuvola, l'apparecchio si trascinava dietro una leggera fumata come una coda. Guardando più attentamente ho visto che era della polvere che si gettava dall'aeroplano. Allora ho compreso che era Warren che faceva i suoi esperimenti. L'aeroplano attraversò la nuvola cinque o sei volte. La nuvola si schiariva sempre più e dopo tre o quattro minuti sparì del tutto. La stessa cosa si produsse per la nuvola vicina dopo che l'aeroplano l'ebbe attraversata più volte. Dopo la seconda, una terza nuvola sparì senza lasciar traccia”.

Questo è ciò che scrive, nel 1923, Orville Wright, uno dei fratelli creatori dell'aeroplano.

Nel 1903 lui e suo fratello hanno costruito il primo aeroplano. Era un apparecchio goffo che decollava difficilmente e poteva salire appena a qualche metro da terra. Vent'anni più tardi Orville Wright ha potuto vedere con i suoi occhi il primo combattimento fra un vascello aereo e le nuvole.
Chi è dunque questo Warren di cui parla Orville Wright?

Warren è professore di università in una città degli Stati Uniti, Itaka. Faceva i suoi esperimenti con un altro professore, Bancroft. Per attaccare le nuvole si era prestato a Bancroft e a Warren un aeroplano da guerra. Questi installarono nell'aeroplano un dispositivo che doveva dare alla sabbia una carica elettrica. La sabbia era dispersa dall'elica dell'aeroplano. Quaranta kg. di sabbia erano sufficienti per far sparire una nuvola di alcuni km. di lunghezza e di 500 m. di profondità. In meno di un minuto si apriva dall'alto in basso un grande squarcio che andava da una parte all'altra. In 5-10 minuti la nuvola forata spariva completamente. Durante questo tempo attorno all'aerodromo pioveva o nevicava. Ecco quello che almeno hanno scritto i giornali dell'epoca. Questo fu uno dei primi casi in cui gli uomini si sono azzuffati con le nuvole.

Tre anni più tardi, nel 1926, nei giornali stranieri apparve una nuova comunicazione, sempre di origine americana, da Los Angeles. Questa volta non si trattava di un aeroplano, ma di una torre...
Nell'alto della torre, in una garitta, avevano installato degli apparecchi che dovevano ricevere delle speciali correnti elettriche, le correnti Tesla. Mentre la stazione era in moto tutti i pezzi metallici delle macchine si caricavano di elettricità. Bastava toccare con un dito un chiodo al muro perché sprizzasse una scintilla...Si mettevano in moto le macchine; in un'ora e mezzo circa tutto il cielo era coperto di nuvole. Questo è ciò che dicono Hight e Davis; ma i loro esperimenti non sono ancora stati verificati da alcuno, non sono perciò attendibili.
Molte altre comunicazioni ci sono giunte e ci giungono da diversi paesi: dall'America, dall'Australia, dall'Europa. Ve ne sono alcune che danno un certo affidamento, altre a cui non si può dar fede...

Nel novembre del 1923 si sono riuniti in una sala a Leningrado degli scienziati, invitati dal neonato Istituto della meteorologia sperimentale, uno dei più giovani istituti del mondo.
Gli scienziati dell'Istituto mostrarono agli invitati apparecchi e installazioni: li condussero in una vasta casa di vetro nella quale si facevano esperimenti di creazione della nebbia; li condussero tutti assieme per una stretta ripida scala fin sopra un'alta torre. E' in questa torre che un tempo aveva lavorato Popov, uno degli scienziati inventori della radio. Oggi dall'alto di quella torre gli uomini tentano di agire sulle nuvole per mezzo dei raggi X; non sono che i primi esperimenti.

Nell'altro lato del paese, sull'orlo del deserto, lavora l'Istituto turcmeno della pioggia. I lavori sono diretti dal fisico Fedoseev. Già nel 1931 nella conferenza per la lotta contro la siccità, Fedoseev raccontava come egli per la prima volta aveva tentato di provocare e di arrestare la pioggia.
Erano stati fatti due esperimenti: durante il primo il cielo era quasi senza nuvole; erano stati lanciati 2000 mc. di fumo carico di elettricità. In capo a due ore il cielo si era coperto di nuvole e si era messo a piovere: la pioggia era durata 8 minuti.
Durante il secondo esperimento il cielo era coperto di nuvole e vi era una pioggia incessante, si trattava di arrestare la pioggia; furono lanciati ancora 2000 mc. di fumo carico di elettricità di segno opposto alla precedente. In capo a 40 minuti si vide prodursi nelle nuvole una schiarita; tutt'intorno pioveva, solo sotto questa schiarita non pioveva.
Questo accadeva nel 1931; ma gli scienziati non si affrettarono a gridar vittoria, sapevano che bisognava essere molto prudenti per giudicare simili esperienze e avevano ragione perché come distinguere una pioggia naturale da una pioggia artificiale? Come decidere se era cessato di piovere naturalmente o se la pioggia era stata arrestata? Era troppo presto per trarre delle conclusioni.

Nel giornale Pravda si è potuto vedere qualche tempo fa un articolo sulle ultime esperienze dell'Istituto turcmeno della pioggia. Fedoseev e i suoi collaboratori tentano nei loro ultimi esperimenti di agire con l'atmosfera come un chimico agisce con una soluzione versata in una provetta o in un vaso di vetro. Ecco cosa dice l'articolo della Pravda:
Gli uomini dell'aviazione agricola “Y-2” gettavano sopra le nuvole delle materie chimiche che si presentavano in parte come soluzione vaporizzata e in parte come polvere finissima. Dopo cinque o sei minuti circa dall'inizio dell'esperimento apparve sulla linea di evaporazione, in una nuvola spessa e grigia, una schiarita visibile da terra che andava allargandosi, espandendosi a tutta la nuvola, che finì per prendere da per tutto una tinta bianca e lattiginosa. Mentre si osservava lo schiarimento della nuvola si potevano vedere discendere delle striscie scure di pioggia. Da prima caddero rare goccioline, poi queste si moltiplicarono, ingrandirono non distinguendosi più per la misura dalle gocce di una pioggia naturale.
La seconda serie di esperimenti è stata fatta su delle nuvole di pioggia che coprivano senza interruzione oltre la metà dell'orizzonte visibile. Il novanta per cento di questi esperimenti hanno dato risultati positivi, cioè una pioggia abbondante.
L'aviatore Jijnevski racconta ciò che avviene nella nuvola in questo tempo:
Una volta salito nella nuvola io l'attraverso in più direzioni. Vaporizzo la materia chimica, dopo di che esco dalla nuvola e comincio a girarvi sotto; comincia a piovere. Rientro di nuovo nella nuvola. Nello spessore della nuvola piove. Si sente attorno uno zufolio caratteristico, come quando si vola in una nuvola temporalesca”.


Immaginiamo che in un paese qualunque uno scienziato qualunque o un gruppo di scienziati, abbia trovato il mezzo per fare la pioggia ed il bel tempo e l'abbiano fatto brevettare. Il brevetto è comperato dalla “Compagnia generale del tempo”. La Compagnia generale costruisce in tutto il paese delle stazioni di comando del tempo. Vicino ad ogni stazione c'è un aerodromo; un migliaio di aeroplani sono in ogni istante pronti a prendere il volo per attaccare le nuvole. Quasi tutti i meteorologi del paese sono al servizio della Compagnia. L'ufficio principale riceve gli ordini di pioggia, di neve, di nebbia, una ordinazione perché la pioggia cada, un'altra perché non cada; ordinazioni di bel tempo, ordinazioni di cattivo tempo. Vi è come una lotta. Si libera il tempo ordinato da colui che lo pagherà maggiormente. Gli uni domandano bel tempo, altri tempo cattivo. Le società ferroviarie, di navigazione, di aviazione vogliono che cessi di piovere, di nevicare, che non vi sia più nebbia. Con loro sono i fabbricanti di automobili, di battelli, di aeroplani, di biciclette, di apparecchi fotografici, di tessuti leggeri, di costumi da bagno, di calzature estive, con loro sono i proprietari di città di mare, di alberghi, di uffici turistici.
Per le pioggie, le nevi e le nebbie, sono gli agricoltori che hanno bisogno della pioggia per irrigare i loro campi, che hanno bisogno della nebbia per proteggere i loro campi dai geli; con loro ci sono i fabbricanti di galoches, di ombrelli, di impermeabili, di indumenti di pelliccia e di lana, di sci e di slitte, i mercanti di combustibile, i proprietari di farmacie, di cliniche e di pompe funebri.
I giornali pubblicano degli articoli: “L'utilità della pioggia” e “La pioggia è nociva, “L'utilità della nebbia”, e “La nebbia è nociva”. Discussione al parlamento. Oggi c'è il partito del bel tempo, che ha la supremazia, domani il partito del tempo cattivo. I ministeri cadono e si riformano. La corruzione e le mancie divengono più frequenti che mai; i giudici e gli avvocati sono sovraccarichi di lavoro. Ogni giorno arrivano in tribunale querele su querele. Per settimane intere i migliori giuristi del paese deliberano su questioni difficili: “A chi appartiene la nuvola che si trova sopra una proprietà privata?” “Ha diritto la Compagnia generale di provocare la pioggia su un terreno che non le appartiene senza il previo permesso del proprietario legale?” “Deve essere pagata la pioggia caduta in autunno?”
Durante questo tempo i prezzi della pioggia, della nebbia, della neve, continuano a salire a salire, sempre. La popolazione è costretta a pagare ciò che non aveva mai dovuto pagare, questi rari beni gratuiti. I prezzi salgono non soltanto per il tempo, i prezzi salgono per tutto il resto. Al prezzo del costo di ogni oggetto si aggiunge ora il prezzo del tempo. La carne si paga più cara perché il prezzo del fieno è aumentato; il prezzo del fieno è aumentato perché la pioggia costa più cara. E per le stesse ragioni sono aumentati i prezzi del pane, delle patate, degli ombrelli, del biglietto ferroviario, del biglietto di ingresso ad un teatro e di una scatola di sigarette. La natura del paese è in uno stato di completo disordine; ora per delle settimane non c'è che pioggia e nebbia, ora vi è un periodo interminabile di caldo e di siccità. I fiumi straripano, i battelli naufragano, le campagne periscono sotto le inondazioni, migliaia di persone hanno il raffreddore, l'influenza, la polmonite. La popolazione comincia a mormorare. Dei dimostranti si dirigono verso il Parlamento con dei cartelli: “Abbasso la Compagnia generale!”, “Il tempo gratuito!”. Le stazioni delle ordinazioni del tempo sono guardate da gendarmi e da truppa; si odono dei colpi di fucile; la polizia carica i manifestanti. Ben presto la situazione diviene ancor più tesa. Il segreto della direzione del tempo è stato rubato: Altre società altrettanto possenti l'hanno nelle loro mani: la società per azioni “Temporale” e “Bel tempo”; l'associazione “La nuvola a credito”, il trust “I quattro elementi” e il “Sindacato celeste”: La società per azioni tenta di provocare la pioggia, l'associazione tenta di arrestarla, il trust produce una nebbia, il sindacato la distrugge.
Ben presto i “fabbricanti del tempo” appaiono e si moltiplicano anche in altri paesi. Ora non sono più dei trust che lottano fra di loro, sono dei paesi interi. I giornali fanno uscire tutti i giorni dodici edizioni speciali; i venditori di giornali corrono attraverso la città portando notizie inquietanti: “I trust italiani hanno rubato il bel tempo ai francesi!”, “Una massa d'aria umida proveniente dalle isole Azzorre e dirigentesi verso l'Europa, è stata arrestata e confiscata dalla Germania!”, “La nebbia provoca un conflitto in America del sud!”.
Sono tutti pretesti di guerra. L'Africa ha fatto un torto all'Asia, il Giappone è responsabile del cattivo clima dell' America. La guerra scoppia contemporaneamente su più fronti. Ma questo non è ancora il peggio: i “fabbricanti del tempo” hanno squilibrato le forze della natura. In un luogo i fiumi gonfiati dalle pioggie artificiali sono straripati e hanno portato via interamente tre città e sette villaggi. In un altro luogo una siccità, come non si era mai vista, ha bruciato il raccolto di grano su una enorme distesa. Terribili temporali si sono scatenati quando nessuno se lo aspettava. Città intere sono state coperte dalla neve fino alla croce dei loro campanili e alle guglie delle loro torri. Tutte le stagioni si sono trovate mescolate. Non si può più prevedere nulla. La gente porta con sé in viaggio il cappotto di pelliccia, il costume da bagno, l'ombrello e gli sci. I metereologi hanno perduto la possibilità di predire il tempo. Il tempo, appena addomesticato, è divenuto selvaggio e non vuol piegarsi a troppi padroni contemporaneamente. Così i trust di amministrazione del tempo hanno cessato di amministrare il tempo.

LE MONTAGNE E GLI UOMINI -Ilin ( Ilia Iacobovic Marsciak) -
Universale economica, 1949