SUNN IL MITE NON EFFETTUA ALCUN MONITORAGGIO O ANALISI DEI DATI DEGLI UTENTI

*

giovedì 26 aprile 2012

Omaggio a Wilhelm Reich

 Nell' ottobre del 1935 trecento notissimi psichiatri invitarono il mondo alla riflessione. L'Italia aveva appena invaso l'Abissinia. Migliaia di persone, fra cui donne e bambini, venivano trucidate. Si cominciò ad avere un'idea delle proporzioni che avrebbe assunto lo sterminio di massa nel caso di una nuova guerra mondiale.
C'era da aspettarsi che una nazione come quella italiana, dove larghi strati della popolazione morivano di fame, accogliesse con entusiasmo e senza ribellarsi la chiamata alle armi; nondimeno, il fatto era pur sempre incomprensibile. Esso confermava non solo l'impressione generale che il mondo, in certi paesi, fosse guidato da persone in cui gli psichiatri non avrebbero mancato di scoprire segni di confusione mentale; ma che, più ancora, è malato lo stesso popolo, in tutte le parti del mondo; le reazioni della gente sono anormali, contrastano con i suoi stessi desideri e con le sue stesse reali possibilità. Ecco quali sono le manifestazioni di queste reazioni anormali: morire di fame mentre c'è abbondanza; essere esposti al freddo, alla pioggia e alla neve quando c'è carbone, materiale e spazio per costruire; credere che cia una potenza divina, con una lunga barba bianca, a governare tutto e che si sia alla mercé di questa potenza, per il bene e per il male; assassinare con entusiasmo degli innocenti e convincersi di avere il dovere di conquistare un paese di cui non si è mai sentito parlare; essere in cenci e sentirsi, nello stesso tempo, i rappresentanti della "grandezza della nazione"; dimenticare le promesse fatte da un politicante prima di diventare capo di una nazione; delegare ad alcuni individui, come uomini di stato, un potere quasi assoluto sulla propria vita e sul proprio destino; non essere capace di concepire che anche il cosidetto grande timoniere dello stato deve mangiare, dormire, rispondere all'appello della natura, e che anch'essi sono governati da impulsi emozionali inconsci e incontrollabili e che hanno le loro turbe sessuali come qualsiasi mortale; considerare naturale picchiare i bambini nell'interesse della"civiltà"; negare agli adolescenti, che sono nella primavera della vita, la felicità dell'accoppiamento sessuale. E si potrebbe continuare all'infinito con gli esempi.
Il manifesto dei trecento psichiatri fu un'azione prammatica da parte di una scienza che si considera di solito non-prammatica. Ma fu un'azione incompleta. Anche se descriveva correttamente il fenomeno, non arrivava alle sue radici. Non si poneva il problema della natura del male comune a tutti gli esseri umani d'oggi. Non si domandava perchè le masse si mostrano così pronte a sacrificarsi nell'interesse di pochi intriganti politici. Non chiariva la differenza tra una reale soddisfazione dei propri bisogni e la soddisfazione illusoria fornita dall'entusiasmo nazionalistico, così intimamente vicino all'estasi del fanatismo religioso. La fame e la miseria delle masse, mentre la produzione aumenta, invece di portare a una razionale pianificazione dell'economia, si risolvono nell'affermazione della fame e del depauperamento emotivo delle stesse masse operaie. Il movimento della libertà ha perduto lo slancio. Il problema non è la psicologia degli uomini di stato ma quella delle masse.
Gli uomini di stato di oggi sono amici, fratelli, cugini o suoceri di magnati della finanza o dittatori. Il fatto che la massa di gente pensante e istruita non se ne accorge e non agisce di conseguenza, è esso stesso un problema. Non lo si può risolvere analizzando degli individui con test di "psicodiagnostica."
I disturbi mentali, e fra questi l'indebolimento del pensiero razionale, la rassegnazione, la sottomissione all'autorità e al Fuhrer, sono ridotti alla formula più semplice, espressione di turbe nell'armonia della vita vegetativa, e particolarmente nella vita sessuale, così com'è voluta dalla meccanizzazione della vita sociale.

tratto da: Wilhelm Reich, La rivoluzione sessuale