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martedì 23 marzo 2010

Vitamin D better than vaccines at preventing flu, report claims


From The Times
March 15, 2010
Oliver Gillie
Translation: Luca Giammarco

Vitamin D could cut the risk of flu infection in children by half, the report claims(Richard Cannon/The Times)

La vitamina D consentirebbe di ridurre notevolmente il rischio di infezioni influenzali, afferma uno studio condotto in una università giapponese.

Il rischio per i bambini di soffrire forme influenzali può essere notevolmente ridotto mediante assunzione di vitamina D, questa è la scoperta di un gruppo di ricercatori giapponesi. La scoperta ha implicazioni dirette nelle forme di infezioni influenzali, dato che la vitamina D, che il nostro corpo produce naturalmente quando ci esponiamo direttamente alla luce solare, non ha controindicazioni significative, ha costi ridotti e può essere molto più efficace di vaccini e antivirali.

Solo un bambino su dieci, dai 6 ai 15 anni, sottoposto alla “vitamina del raggio di sole”, durante un test clinico, ha preso l'influenza; la percentuale di uno su cinque si riscontra alla sola somministrazione di un placebo. Mitsuyoshi Urashima, il medico giapponese che ha condotto il test, dichiara al “The Times” che la vitamina D è più efficace dei vaccini nella prevenzione dell'influenza.

La vitamina D ha avuto effetti maggiori se il confronto escludeva bambini che assumevano già vitamina D, al di fuori dell'esperimento. Si è dimostrato che l'esposizione ai raggi solari riduce il rischio influenzale di un terzo.

Complessivamente, 354 bambini hanno partecipato al test, che è stato eseguito durante l'inverno 2008/2009, prima dell' epidemia d' influenza suina. Si è riscontrato che la vitamina D protegge contro l'influenza A, che ha causato un'epidemia lo scorso anno, ma non contro la meno comune influenza B.

Link utili:
La ricerca, double blind, randomizzata e integralmente controllata scientificamente, è stata condotta da medici e scienziati della “ Jikei University School of Medicine di Tokio, Giappone.

I bambini assumevano una dose giornaliera di 1200 Ius ( unità internazionali) di vitamina D per un periodo di tre mesi. Durante il primo mese i bambini assuntori di vitamina si ammalavano allo stesso modo di quelli assumenti placebo. Ma, dal secondo mese, quando il livello vitaminico nel sangue dei bambini era più alto, l'efficacia della vitamina è stato chiaro.

Lo scienziato giapponese, scrivendo sull' American Journal of Clinical Nutrition, afferma che gli antivirali zanamivir e oseltamivir riducono il rischio influenzale dell' 8% nei bambini esposti all'infezione, rispetto al 50% di riduzione evidente di quelli trattati con vitamina D.

Gli antivirali sono anche troppo costosi e forse molto tossici per essere somministrati massivamente sulla popolazione, senza parlare degli ulteriori benefici della vitamina D. L'esposizione ai raggi solari [ e la relativa produzione di vitamina D] non solo previene le fratture ossee ma riduce anche il rischio di cancro, disturbi cardiovascolari, diabete e altre patologie incluse varie infezioni batteriche e virali.

Il giapponese sostiene una teoria secondo la quale i bassi livelli di vitamina D nel sangue, durante il periodo invernale, sono direttamente connessi ai picchi influenzali che avvengono fra dicembre e marzo.

La vitamina D attiva il nostro sistema immunitario, consentendo al corpo di produrre diverse proteine come la defensina e la catelicidina che spingono l'attività cellulare e disattivano i virus.

Il dottor Urashima afferma: “ La vitamina D e il vaccino lavorano con due diversi meccanismi. La vitamina D rafforza il sistema immunitario innato mentre il vaccino aumenta l'immunità acquisita. Quindi non c'è bisogno di selezionare un solo sistema di prevenzione, possiamo anche applicare entrambe le metodologie, penso.”

Il dr. Jhon Oxford, professore di virologia al Queen Mary School of Medicine, Londra, sostiene: “ Questo è uno studio preciso, notificato da scienziati, è concorde all'andamento stagionale dell'influenza. Vi è un crescente background di affermati scienziati che rende credibile la storia della vitamina D. Ma questi studi necessitano di una replicazione. Se saranno confermati potremmo pensare di utilizzare la vitamina D assieme alle vaccinazioni.”