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sabato 23 aprile 2016

Ma quale libero arbitrio? L'umanità vive sotto le leggi del rinforzo condizionato!



 

I rinforzi condizionati abbondano nelle nostre vite. Ci piace il suono del telefono che squilla o vedere una cassetta delle lettere stracolma di posta, anche se la metà delle lettere non sono divertenti o la maggior parte della nostra posta sia posta-spazzatura, perché abbiamo avuto numerose occasioni per imparare a collegare il suono di un telefono o le buste contenenti cose buone. Amiamo le musiche natalizie e odiamo l'odore dello studio dentistico. Teniamo intorno a noi - foto,piatti, trofei – non perché sono belli o utili ma perché ci ricordano di tempi quando eravamo felici o di persone che amiamo. Questi sono rinforzi condizionati.

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Siamo tutti molto abituati al modellamento e ad essere modellati. In maniera informale molta dell'istruzione fornita ai bambini è un processo di modellamento. La formazione di qualsiasi abilità fisica, dal tennis alla dattilografia, è costituito in gran parte da modellamento. Noi stiamo altresì usando il modellamento quando cerchiamo di cambiare il nostro comportamento -per smettere di fumare, parlare o ad essere meno timidi, o per gestire meglio i soldi.

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Il nostro successo o fallimento nel modellamento di un comportamento, in se stessi o negli altri, non dipende dalla nostra competenza ma dalla nostra persistenza. Il critico musicale del New York Times Harold Schonberg ha scritto di un direttore d'orchestra europeo che non era davvero un buon conduttore ma che ha fatto musica favolosa provando con la sua orchestra per un intero anno prima di ogni concerto.

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Qualsiasi cosa che è causa di qualche tipo di risposta comportamentale viene chiamato stimolo. Alcuni stimoli possono produrre risposte senza alcun apprendimento o addestramento: trasaliamo ad un forte rumore, battiamo le palpebre ad una luce brillante, e tendiamo a vagare in cucina quando gli odori appetitosi aleggiano verso di noi; gli animali farebbero lo stesso. Alcuni suoni, luci, e e profumi sono chiamati incondizionatamente, o principalmente, stimoli.

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Altri stimoli sono appresi tramite associazione con un comportamento rinforzato. Essi possono essere insignificanti in se stessi, ma sono diventati segnali riconoscibili per il comportamento: le luci del traffico ci fanno fermare e procedere, sobbalziamo nel rispondere ad un telefono che squilla, su una strada rumorosa ci giriamo al suono del nostro nome, e così via. Ogni giorno rispondiamo a una moltitudine di segnali appresi. Questi vengono chiamati stimoli, spunti, o segnali.

Impariamo gli spunti o segnali perché il comportamento ad essi associato è stato rinforzato nel tempo. Rispondendo ad un telefono che squilla si fa tacere la suoneria (un rinforzo negativo) e si ascolta una voce umana (un rinforzo positivo, o giù di lì si spera). Il segnale o stimolo discriminante pone le basi, o ci dà il via libera, per un comportamento che è stato in passato indotto col rinforzo. Viceversa, l'assenza dello stimolo ci informa che nessun rinforzo sarà imminente per quel particolare comportamento. Rispondi ad un telefono che non sta squillando, e tutto quel che otterrai è un segnale di linea.

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Nella musica, per fare un esempio. I direttori di orchestra spesso fanno un uso molto complesso dello stimolo controllato, e, a sua volta, un conduttore durante le prove può imbattersi in ogni tipo possibile di risposta errata. Egli può, ad esempio, utilizzare il segnale “Forte,” per ricevere più volume, diciamo, senza ottenerlo, forse perché non ha ancora stabilito chiaramente il significato del segnale. Oppure può evitare di segnalare per ottenere maggiore volume ed ottenere comunque un surplus sonoro. La sezione degli ottoni dell'orchestra classica è famosa a riguardo; Richard Strauss, in una lista satirica di regole per giovani direttori d'orchestra, diceva, “ Non guardare mai in modo incoraggiante i suonatori di ottoni.” il direttore d'orchestra può segnalare per un altro comportamento - “Presto”, forse – ed invece di ottenere più velocità musicale, ottiene più volume. I tenori solisti sembra lo facciano spesso. Finalmente, il direttore d'orchestra può chiedere maggior volume e invece ottiene un mucchio di errori. I cori amatoriali lo fanno.

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Il controllo dello stimolo è vitale anche in campo militare. L'addestramento di reclute in esercitazioni di prim'ordine, un laborioso e lungo affare, può sembrare tanto difficile quanto privo di significato per le reclute, ma ha una importante funzione. Non solo si stabilisce una pronta esecuzione dei comandi di marcia, che permette ai conduttori di muovere grandi gruppi di persone efficientemente, ma si impara anche l'abilità di rispondere a stimoli appresi in genere: l'obbedienza ai comandi, che dopotutto non è un semplice stato mentale ma una capacità appresa, che costituisce una abilità cruciale che spesso salva la vita di un soldato. Sin da quando furono inventati gli eserciti, le esercitazioni di prim'ordine sono state un mezzo per addestrare tale capacità.

 
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Quando vediamo alcuni esempi di comportamento stimolo-controllato eseguiti mirabilmente – dalla pattuglia aerea acrobatica della marina, gli Angeli Blu, ad una classe di bambini ben educati - spesso lo elogiamo in termini di disciplina: "Sono davvero ben disciplinati" o "Questo insegnante sa come mantenere la disciplina." La parola disciplina però, contiene implicitamente la punizione, che, come abbiamo visto, è del tutto inutile nell'istituzione di uno stimolo controllato. Nel linguaggio popolare il disciplinatore è l'allenatore, il genitore, o l'allenatore che richiede la perfezione e punisce per qualsiasi risultato inferiore, non quello che si avvicina alla perfezione attraverso il miglioramento gratificante in quella direzione. Ed è così che le persone che si apprestano a stabilire la “disciplina” spesso tendono a provare a ottenere il controllo dello stimolo sulle basi: “Fa ciò che dico o altrimenti...”. da quel momento il soggetto deve comportarsi male o disobbedire per scoprire cosa sia questo “altrimenti”, e da allora è troppo tardi per annullare il comportamento, questo approccio sempre popolare non funziona molto bene.

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Reale, elegante controllo dello stimolo; realizzato tramite l'uso del modellamento e dei rinforzi, può produrre risultati che interpretiamo come disciplina nel soggetto. La persona che è davvero diventata disciplinata, però, è l'istruttore.

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I rinforzi condizionati diventano immensamente potenti. Ho visto i mammiferi marini lavorare a lungo oltre al punto di sazietà a causa dei rinforzi condizionati, e cavalli e cani lavorare anche più di un'ora con pochi rinforzi primari. La gente, senza dubbio, lavora senza sosta per i soldi, che in fin dei conti non sono altro che un rinforzo condizionato, un gettone per le cose che si possono comprare.

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Una volta che si è stabilito uno stimolo condizionato, accade una cosa interessante: diventa un rinforzo. Pensa alla campanella dell'intervallo a scuola. La campanella dell'intervallo è un segnale che significa “sei dispensato, vai fuori a giocare” eppure è percepito come un rinforzo – i bambini sono lieti di ascoltarla, e se possono fare qualcosa per farla suonare più presto, la faranno. Adesso immagina una campanella dell'intervallo che non suona sinché la classe non è in silenzio.

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Tranne che nelle migliori circostanze, il nostro intero sistema scolastico sembra essere stato messo a punto per impedire ai bambini di imparare di proprio conto -penalizzando non solo gli studenti lenti ad imparare, che non hanno il tempo per apprendere, ma anche gli studenti che apprendono velocemente, che non ottengono il rinforzo addizionale quando la rapidità di pensiero li spinge avanti. Se capisci in un attimo ciò di cui il tuo insegnante di matematica sta parlando, la tua ricompensa potrebbe essere quella di scrivere annoiato per ore, anche settimane, mentre tutti gli altri apprendono poco alla volta. Nessuna meraviglia se la vita di strada sembra più divertente per quelli veloci così come per i lenti.

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La società, in special modo nel sistema scolastico, è a volte criticata per smorzare la creatività piuttosto che favorirne lo sviluppo. Credo che, sebbene questa critica è giustificata, è comprensibile che la società preferisca lo status quo.

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Le persone innovative sono imprevedibili per definizione, e forse la società può sopportare solo una certa percentuale di questi tipi. Così, molto spesso, la creatività individuale è disincentivata a favore di regole di gruppo. Forse il coraggio che ci vuole per sfidare questa tendenza avvantaggia gli innovatori che ci riescono.

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tratto da: Don't Shoot The Dog di Karen Pryor
traduzione: Luca Giammarco