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mercoledì 20 aprile 2011

Quale disperazione sara’ ancora necessaria per aprire gli occhi ai condottieri responsabili dell’umanita’, perche’ essi almeno possano evitare la seduzione?

[…]Se consideriamo lo spirito nella sua forma di archetipo, come ci appare nella favola e nei sogni, ne risulta un quadro stranamente diverso dall’idea cosciente dello spirito, scissa in tante eccezioni. Lo spirito e’ originariamente uno spirito in forma umana o bestiale, un demone che si fa incontro all’uomo. Ma il nostro materiale lascia gia’ discernere tracce dell’ampliamento della coscienza, che a poco a poco comincia ad occupare quel campo primitivamente inconscio, e in parte muta quei demoni in atti volontari. L’uomo si conquista non solo la natura ma anche lo spirito, senza rappresentarsi quello che fa. L’intelletto illuminato considera una rettificazione il riconoscere che quelli che credeva spiriti sono lo spirito dell’uomo e infine il suo proprio spirito. Tutto il sovrumano, nel bene e nel male, che i tempi primitivi affermavano dei demoni, viene ridotto, come iperbolico, ad una misura “ragionevole”; e con cio’ tutto sembra completamente in ordine. Ma le concordanti convinzioni del passato erano realmente e sicuramente soltanto esagerazioni?

Se non sono tali, l’integrazione dello spirito umano significa nientemeno che la sua demonizzazione, poiche’ le forze spirituali sovrumane, che prima giacevano avvinte nella natura, vengono accolte nell’uomo e gli prestano una potenza, che assai pericolosamente sposta i limiti dell’umano in qualcosa che rimane indefinito.

Devo porre una domanda al razionalista illuminato: la sua ragionevole riduzione ha portato a un benefico dominio sulla materia e sullo spirito?

Egli accennera’ con orgoglio ai progressi della fisica e della medicina, alla liberazione dello spirito dall’ottusita’ medioevale e -da cristiano benevolo- alla redenzione dall’angoscia dei demoni.

Ma noi domandiamo ancora: a che han portato le conquiste della civilta’?

La tremenda risposta sta davanti ai nostri occhi: non siamo liberati da alcuna angoscia, un tenebroso incubo pesa sul mondo.

La ragione e’ finora miseramente fallita, e proprio cio’ che tutti vogliono evitare accade con orribile progressione. Lottando, l’uomo ha fatto conquiste prodigiose nel campo dell’utilita’, ma per questo egli ha anche spalancato l’abisso del mondo; e dove si fermera’? Dove potra’ ancora fermarsi? Dopo l’ultima guerra mondiale si e’ sperato nella ragione; vi si spera ancora. Ma gia’ si e’ affascinati dalle possibilita’ della fissione dell’uranio e ci si ripromette un’ eta’ dell’oro: il mezzo migliore perche’ crescano smisuratamente gli orrori della devastazione. E chi compie tutto cio’? Il cosiddetto innocente, ingegnoso, inventivo, ragionevole spirito umano, che purtroppo e’ inconscio della sua parte demoniaca. Anzi, questo spirito fa di tutto per non vedere la propria faccia, e in questo ciascuno lo aiuta secondo le sue forze.

Ma niente psicologia, poiche’ questa stravaganza potrebbe portare alla autocoscienza!

Allora piuttosto guerre, delle quali e’ sempre colpevole l’altro; e nessuno vede che tutti fanno, come ossessi, quel che si fugge e si teme.

Mi pare, a dirla chiara, che i tempi passati non abbiano esagerato, lo spirito non si sia spogliato della sua natura demoniaca, e gli uomini, grazie al loro sviluppo scientifico e tecnico, si siano sempre più esposti al pericolo dell’ossessione. L’archetipo dello spirito e’ bensi’ caratterizzato dalla sua attitudine al bene come al male; ma dipende dalla libera – cioe’ cosciente- decisione dell’ uomo che anche il bene non si perverta nel satanico. Il suo peggior peccato e’ l’incoscienza, e in sua balia sono persino coloro che dovrebbero essere maestri e modelli agli uomini. Quando verra’ il tempo in cui non si presupponga semplicemente e rozzamente l’uomo, ma si cerchino con ogni serieta’ i mezzi e le vie d’esorcizzarlo, di strapparlo all’ossessione e all’incoscienza, facendo di questi il più importante compito della civilta’?

Non si comprende una buona volta che tutti i cambiamenti e i miglioramenti esterni non toccano l’intima natura dell’uomo, e che infine tutto dipende dallo stabilire se l’uomo, padrone della scienza e della tecnica, sia o no responsabile?

Il cristianesimo ha bensi’ aperto la strada, ma non si e’ spinto abbastanza profondamente sotto la superficie, come i fatti dimostrano.

Quale disperazione sara’ ancora necessaria per aprire gli occhi ai condottieri responsabili dell’umanita’, perche’ essi almeno possano evitare la seduzione?

Carl G. Jung

- La simbolica dello spirito-