SUNN IL MITE NON EFFETTUA ALCUN MONITORAGGIO O ANALISI DEI DATI DEGLI UTENTI

*

martedì 19 aprile 2011

Il mio piano per un presidente della libertà

by Ron Paul -Lew Rockwell- march 5, 2010
titolo originale: My Plan for a Freedom President
translation: Luca Giammarco

Sin dalla mia campagna presidenziale del 2008 mi è stato spesso chiesto:
Come potrebbe un presidente costituzionalista avviare lo smantellamento dello stato guerrafondaio/assistenziale e ripristinare una repubblica costituzionale?” Questa è una questione fondamentale, poiché senza una chiara tabella di marcia e senza una serie di priorità ben definite, tale presidente correrebbe il rischio di avere il suo ordine del giorno pro-libertà ostacolato dai vari interessi acquisiti che traggono beneficio da un governo forte.
Naturalmente, come lo stato guerrafondaio/assistenziale non è stato costruito in 100 giorni, così non può essere smantellato nei primi 100 giorni di nessuna presidenza. Invece, il nostro obiettivo è quello di ridurre la dimensione statale il più velocemente possibile, assicurandoci sempre che le nostre proposte immediate abbiano il potere di minimizzare la disgregazione sociale e la sofferenza umana. Allo stesso modo, non dovremmo cercare di abolire la rete di sicurezza sociale repentinamente poiché ciò danneggerebbe coloro che sono cresciuti conseguentemente, grazie al sistema assistenziale governativo. Piuttosto, vorremmo dare agli individui che fanno affidamento sullo stato, il tempo di prepararsi al giorno in cui la responsabilità di fornire aiuto e assistenza verrà restituita a quelle organizzazioni più capaci nell’amministrare aiuti compassionevoli ed efficaci- gli enti religiosi e di beneficenza privati.
Ora, questo bisogno di un periodo di transizione non deve essere applicato a tutti i tipi di assistenzialismo. Ad esempio, io non avrei alcun problema ad interrompere il finanziamento di programmi di welfare societario come la Export-Import Bank o i salvataggi bancari Tarp all’istante. Ho difficoltà a nutrire molta simpatia per l’amministratore delegato della Lockheed Martin e della Goldman Sachs.
Indipendentemente da quello che vuole fare il presidente, i cambiamenti più rilevanti nei programmi di governo richiedono che la legislazione venga approvata dal Congresso. Ovviamente, l’elezione di un presidente costituzionalista sarebbe il segnale che le sue idee sono condivise dalla maggioranza dell’ opinione pubblica americana e ciò probabilmente porterebbe all’elezione di svariati deputati e senatori “pro-libertà”. In conseguenza di ciò, alcuni senatori e deputati addiverrebbero ad una “rinascita” costituzionalista, esclusivamente per un senso di “auto-conservazione”. Ciò malgrado, ci sarebbe ancora un buon numero di politici ostili alla nostra Freedom Agenda. Quindi, anche se un presidente avesse la voglia di eliminare ogni programma incostituzionale in un sol colpo, è molto improbabile che ottenga il necessario appoggio in seno al Congresso.
Ma un presidente per la libertà ed i suoi alleati legislativi possono fare significativi progressi, semplicemente modificando i termini dei negoziati attuati a Washington inerenti le dimensioni e gli scopi del governo. Attualmente, i negoziati sulla legislazione si verificano, principalmente, tra coloro che chiedono un aumento del 100% della spesa federale e quelli che vogliono un aumento del 50%. Il loro compromesso porta ad un aumento di spesa del 75%. Con un presidente che realmente e seriamente segue la Costituzione, e con il sostegno di un gruppo sostanziale di simpatizzanti fra i rappresentanti del Congresso, i negoziati di spesa avverrebbero fra quelli che vogliono mantenere i programmi finanziari del governo e quelli che ne pretendono la totale abolizione – il compromesso di un tale negoziato potrebbe allora realmente portare ad una riduzione delle spese del 50% !
Mentre un presidente che si attiene pedissequamente alla Costituzione
ha bisogno del consenso del Congresso per cambiamenti rilevanti nell’ingerenza e nelle dimensioni del governo, ad esempio per la chiusura dei cabinet departments, egli può usare la sua autorità costituzionale, come capo del ramo esecutivo e come comandante in capo, per compiere significativi passi in avanti per la libertà per conto proprio. Il settore nel quale un moderno capo ha grande possibilità di azione unilaterale è quello della politica estera. Sfortunatamente, il Congresso ha abdicato al suo potere costituzionale di dichiarare guerre, passa invece vaghe leggi di “autorizzazione alla forza” che permettono al presidente l’invio di qualsivoglia numero di truppe in ogni parte del mondo. La legislatura non usa effettivamente il suo potere di “ago della bilancia” per frenare l’esecutivo. Al contrario, il Congresso funge come poco più di un timbro di gomma alle richieste del presidente.
Se il presidente ha il potere di ordinare alle truppe americane se combattere o meno è ovvio che può ordinare il ritorno in patria delle truppe. Per questo motivo, un presidente costituzionalista, dal primo giorno del suo insediamento, può iniziare il ritiro ordinato delle forze Usa dall’Iraq e dall’ Afghanistan e dalle altre regioni del mondo. Gli Stati Uniti hanno più di 300.000 militari stanziali, in più di 146 paesi. La maggior parte, se non tutti, di questi schieramenti sono poco o per niente pertinenti alla salvaguardia della sicurezza del popolo americano. Ad esempio, dopo oltre venti anni dalla caduta del muro di Berlino, gli Stati Uniti mantengono ancora il loro contingente in Germania.
Entro i confini nazionali, il presidente può usare la sua autorità di impostare politiche e procedure per la burocrazia federale per ripristinare il rispetto delle libertà individuali e costituzionali. Ad esempio, attualmente i produttori di integratori alimentari sono soggetti a procedimento penale da parte della Food and Drug Administration (FDA) o della Federal Trade Commission (FTC) ,anche se fanno dichiarazioni veritiere sui benefici per la salute dei loro prodotti, se non attuano le costose e dispendiose procedure necessarie per ottenere l’approvazione del governo per le loro dichiarazioni. Un presidente può porre fine a tutto ciò semplicemente ordinando alla FDA e alla FTC di non perseguire questo tipo di casi, a meno che non vi siano prove evidenti della fraudolenza delle dichiarazioni del produttore. Allo stesso modo il presidente può ordinare alla burocrazia di interrompere la persecuzione di coloro che intendono vendere latte crudo nei confini dello stato.
Una politica di cruciale importanza che un presidente possa emanare per portare rapidi miglioramenti del governo è quella di ordinare alla burocrazia il rispetto del Decimo Emendamento e di astenersi dal compromettere le leggi statali. Stiamo già assistendo ad un po’ di rinnovato federalismo con la politica dell’attuale amministrazione di non perseguire i consumatori di marijuana, quando l’uso del farmaco è compatibile con lo stato medico legislativo. Una amministrazione costituzionalista dovrebbe anche rinviare alle leggi statali il rispetto per il rifiuto del REAL ID act e negando l’autorità federale sulle transazioni delle pistole dichiarate. Nessuna di queste azioni abroga una legge federale; riconoscono semplicemente la primaria autorità statale, come espresso nel decimo emendamento, per regolare la politica in materia.
In effetti, nessuna delle misure di cui ho parlato finora comporta l’abrogazione di leggi scritte. Possono essere portate avanti semplicemente da un Presidente che esercita la sua legittima autorità a stabilire le priorità per il ramo esecutivo. Un altro importante passo che può compiere è il ripristino del potere previsto dai Padri Fondatori che permette di abrogare ordini esecutivi anticostituzionali emessi dai suoi predecessori.
Gli ordini esecutivi sono un utile strumento gestionale per il presidente, che deve esercitare il controllo della vastissima burocrazia federale. Tuttavia, negli ultimi anni gli ordini esecutivi sono stati usati dai presidenti per creare nuove leggi federali senza il consenso del Congresso. Come ha detto il tristemente famoso consigliere del presidente Clinton, Paul Begala: “ tratto di penna, legge regionale, simpatico!” No, non è “simpatico”, ed un presidente coscienzioso dovrebbe intraprendere un lungo percorso per ripristinare la divisione, prevista dalla costituzione, fra i poteri, ordinando al suo consigliere o al procuratore generale un controllo capillare dei recenti ordini esecutivi in modo di consentire al presidente l’annullamento di quelli che oltrepassano le autorità di competenza. Se il Presidente ritiene che un particolare ordine esecutivo possa operare un valido cambiamento nella legge, dovrebbe lavorare assieme al Congresso per approvare una variazione legislativa.

Solo il Congresso ha il potere di abolire, direttamente, i dipartimenti governativi, il presidente può usare il suo potere manageriale per ridurre la burocrazia federale rifiutando di reintegrare i posti vacanti dovuti a dimissioni e pensionamenti. Ciò ridurrebbe drasticamente il numero di ufficiali federali che sprecano il nostro denaro e riducono le nostre libertà personali. Un modo per verificare se un posto vacante ha bisogno di un rimpiazzo è “il test dei dipendenti essenziali”.

Ogni qual volta che D.C. ( Distretto della Colombia) viene colpita da forti tempeste di neve, il governo federale ordina a tutto il personale federale “non essenziale” di rimanere a casa. Se qualcuno è classificato come non essenziale durante i giorni di neve, il paese probabilmente può sopravvivere se il posto vacante del lavoratore a fine carriera non sarà rimpiazzato. Un presidente costituzionalista potrebbe fare di ogni giorno in D.C. un giorno di neve!

Un presidente può anche rafforzare le libertà e la sicurezza del popolo americano ordinando alle agenzie federali di interrompere lo spionaggio sui cittadini quando non vi è nessuna evidenza che coloro che sono spiati abbiano commesso un crimine. Il presidente dovrebbe ordinare alle agenzie di concentrarsi sulle responsabilità legittime del governo federale, ad esempio la sicurezza dei confini. Potrebbe anche ordinare alla Transportation Security Administration di interrompere lo spogliarello e la perquisizione delle nonne e l’inserimento dei bambini sulle no-fly list. Il modo per mantenere gli americani al sicuro è quello di concentrarsi sulle minacce reali e assicurarsi che una persona segnalata come potenziale terrorista agli ufficiali U.S. , dal proprio padre, non salga a bordo di un volo natalizio per Detroit con un biglietto di sola andata.

Forse il passo più efficiente che un presidente può intraprendere è quello di rimuovere gli impedimenti federali che hanno frustrato il tentativo di armare i piloti di bordo. Il Congresso diede disposizioni in merito, in risposta agli attacchi dell’ 11 settembre 2001. Malgrado ciò, le procedure per dare licenze federali per le armi da fuoco sono estremamente lente e scomode, e come risultato di ciò solo pochissimi piloti hanno ottenuto la licenza. Un costituzionalista nello Studio Ovale vorrebbe rivedere queste regolamentazioni semplificandole al massimo per i piloti che devono ottenere l’approvazione a portare armi da fuoco sugli aerei.

Mentre il presidente può fare molto per conto proprio, per ripristinare effettivamente la Costituzione e “potare” i numerosi programmi anticostituzionali che hanno ormai messo radici a Washington da oltre 60 anni, dovrà lavorare assieme al Congresso. Il primo passo nell’attuazione di una agenda legislativa pro-libertà è la capitolazione di un bilancio che delinei le priorità dell’ amministrazione. Sebbene ciò non ha alcun effetto giuridico, il bilancio serve come linea guida per i processi di stanziamento del Congresso. Un presidente costituzionalista dovrebbe effettuare le seguenti operazioni di bilancio:

  1. Riduzione della spesa federale
  2. Tagli nelle spese superflue, in special modo nelle spese militari
  3. Tagli nell’assistenzialismo aziendale
  4. Uso del 50% dei risparmi derivanti dal taglio di spesa all’estero per mantenere programmi di diritto acquisito e coloro i quali dipendono da tali programmi, l’altro 50% contribuirà al calo del debito.
  5. Imposizione di riduzioni della burocrazia federale e stesura di un piano per la restituzione della responsabilità educativa agli stati.
  6. Intrapresa di un programma di transizione dei diritti, da un sistema dove tutti gli americani sono obbligati a partecipare, in uno nel quale i contribuenti possono scegliere i programmi e dare disposizioni personali per il pensionamento e l’assistenza medica.

Se il Congresso fallisce nel produrre un bilancio equilibrato che incammini il paese un una direzione pro-libertà, un presidente costituzionalista può porre il suo veto alla legge. Ovviamente, la bocciatura del budget può portare alla caduta del governo. Ma, un costituzionalista coscienzioso non può essere scoraggiato da grida circa “l’irresponsabilità di affossare il governo!” potrebbe invece semplicemente dire: “ Ho offerto un ragionevole compromesso, la graduale riduzione delle spese, il Congresso lo ha respinto,

ha scelto invece un percorso estremo, continuando a mettere a repentaglio la libertà e la prosperità dell’America e rifiutando “l’addomesticamento” dello stato guerrafondaio/assistenziale. Io sono un moderato; coloro i quali pensano che l’America possa permettersi un governo così allargato sono degli estremisti.”

Una spesa pubblica incostituzionale, dopo tutto, è un doppio male: non solo rappresenta un furto dalle tasche dei contribuenti, significa anche sovvertire il sistema di limiti e divisioni governativi creato dai Padri Fondatori.

Basta semplicemente guardare come la spesa federale ha danneggiato il sistema educativo americano.

L’eliminazione del coinvolgimento federale nella K-12 education [ educazione primaria e secondaria; da Kindergarten, asilo 4/6 anni sino al 12°grado, 16/19 anni, n.d.t. ] dovrebbe essere la principale priorità nazionale di un presidente costituzionalista. La Costituzione non prevede alcuna ingerenza federale in materia di istruzione. E’ difficile pensare una

funzione meno adatta per un approccio burocratico centralizzato alla educazione. L’idea stessa che un gruppo di legislatori e burocrati in D.C. possano progettare un vademecum capace di soddisfare i bisogni di tutti gli scolari americani è ridicola. Il deterioramento di risultati delle nostre scuole, così come il controllo federale sulle classi scolastiche è cresciuto sino al parossismo dando a Washington più potere sull’educazione americana. La legge “ No Child Left Behind” del presidente Bush pretendeva di sostenere l’educazione rendendo le scuole pubbliche “ responsabili”. Tuttavia i sostenitori della legge non si sono resi conto che, rendere le scuole più responsabili nei confronti delle agenzie federali, anziché renderle più responsabili nei confronti dei genitori, era solo una perpetrazione del problema.

Negli anni in cui fu approvata la “No Child Left Behind” , non ricordo di aver parlato con nessun genitore o insegnante che fosse contento di quella legge. Per questo motivo, un presidente costituzionalista deve cercare la via per migliorare la vita dei bambini chiedendo al Congresso un taglio della burocrazia federale scolastica così come la possibilità di acconti su eventuali rimborsi del 100% delle spese scolastiche ai genitori.

Tradizionalmente, la battaglia per ridurre il ruolo federale nel campo educativo è lo scoglio più duro per i sostenitori di un governo-contenuto, anche i sostenitori di una educazione centralizzata sono riusciti a dipingere i costituzionalisti come “anti-istruzione”. Ma chi è realmente contro l’educazione? Coloro che continuano a sprecare i soldi delle tasse su vecchi schemi nazionalisti fallimentari, o quelli che vogliono ripristinare il controllo sull’educazione a livello locale? Se inquadriamo la discussione in questa ottica, non ho alcun dubbio che i pro-libertà vinceranno. Se ci pensi, l’argomentazione che il governo federale debba controllare l’educazione è un mostruoso insulto al popolo americano, perché ciò significa che la gente è troppo stupida o non curante per educare appropriatamente i propri figli. Contrariamente a quanti credono che solo il governo federale può garantire l’educazione dei bambini, io predico un ritorno all’educazione dove i genitori svolgano le funzioni che sono proprie al loro stato di primi educatori.

L’aula scolastica non è l’unico posto che non appartiene all’influenza del governo federale. Abbiamo anche bisogno di invertire la nazionalizzazione della polizia locale. Le sovvenzioni federali hanno incoraggiato la militarizzazione della autorità giudiziaria, apportando gravi danni alle libertà civili. Come l’ educazione, l’autorità giudiziaria è di per sé funzione locale, e chiudere programmi come il Byrne Grants è essenziale non solo per ridurre la spesa federale ma anche per ripristinare i diritti del popolo americano.

Ovviamente, un presidente ansioso di ripristinare un governo costituzionale e la responsabilità fiscale avrebbe bisogno di affrontare la instabile situazione acquisita, forse una delle aree di azione governativa ancor più difficile da affrontare rispetto all’educazione. E’ semplicemente ingiusto continuare a forzare i giovani a partecipare ad un programma di pensionamento obbligatorio, quando potrebbero fare un lavoro molto migliore preparando da soli il proprio pensionamento. Inoltre, il governo

non può permettersi le spese a lungo termine dei diritti acquisiti, anche se dovessimo ridurre tutti i programmi incostituzionali nazionali ed esteri.

Come ho detto nell’introduzione di questo articolo, sarebbe sbagliato tagliare semplicemente questi programmi e gettare coloro che ne dipendono in “mezzo alla strada”. Dopo tutto, i destinatari attuali di tali programmi fanno affidamento su questi, e molti di loro sono in situazioni tali che non possono provvedere a se stessi senza l’assistenza del governo. Il pensiero di persone che perdono la capacità di procurarsi da soli il necessario, poiché sono stati indotti erroneamente a dipendere da una rete di sicurezza governativa che gli è stata strappata via, dovrebbe preoccupare noi tutti. Tuttavia, è lampante che se il governo non smetterà di spendere denaro per l’assistenzialismo e la guerra, l’America potrebbe presto affrontare una crisi economica che porterebbe molta gente nelle strade.

Per questo motivo, è necessaria una transizione del regime di diritto. Ed è per questo motivo che un presidente costituzionalista dovrebbe proporre di devolvere il 50% dei soldi ricavati dai tagli alle spese militari e agli affari esteri, al welfare corporativo e a inutili e incostituzionali fondi burocratici per puntellare la Social Security, Medicare e Medicaid, fornendo fondi sufficienti per finanziare gli obblighi di governo per coloro che sono già “bloccati” nel sistema e non possono fare diversamente. Questo reindirizzamento della spesa permetterebbe il taglio delle imposte sui salari. L’obiettivo finale sarebbe il cambiamento verso un sistema completamente volontario dove la gente paga le tasse alla Social Security e a Medicare solo se sceglie di partecipare a tali programmi. Gli americani che non intendono partecipare dovrebbero essere liberi di farlo, ma possono scordarsi qualsivoglia aiuto e beneficio dalla Social Security e da Medicare dopo il pensionamento.

Un ultimo campo che dovrebbe essere al centro di una agenda costituzionalista è quello della politica monetaria. I Padri Fondatori ovviamente non intendevano che il presidente avesse molta influenza sulla moneta nazionale- infatti, non hanno mai concepito nessuna parte del governo federale per operare una politica monetaria come quella attualmente concepita. Comunque, oggi un presidente può giocare un ruolo importante nel ripristino di una politica di stabilità monetaria e sul valore del dollaro. Per cominciare, battendosi per ingenti riduzioni della spesa, una amministrazione costituzionalista potrebbe rimuovere una delle maggiori giustificazioni per le politiche inflazionarie della Federal Reserve, la necessità di monetizzare il debito pubblico.

Ci sono ulteriori passi che un presidente pro-libertà può compiere nel suo primo mandato per ripristinare la “politica del denaro sonante”. Potrebbe chiedere al Congresso di sostenere due parti della normativa che ho presentato nel 110°Congresso. La prima è il disegno di legge sulla revisione della FED, che consentirebbe al popolo americano di apprendere come la Federal Reserve ha condotto effettivamente la politica monetaria americana. L’altra è il “Free Competition in Current Act” che abroga le leggi di moneta a corso legale e tutte le tassazioni dell’oro e dell’argento. Ciò introdurrebbe

concorrenza valutaria e porrebbe sotto controllo la Federal Reserve facendo in modo che la gente possa avere alternative alla moneta prodotta dal governo.

Tutte queste misure proposte porteranno ad un enorme lavoro – più di quanto qualsiasi persona, compreso il presidente degli Stati Uniti, possa espletare da sola. Per poter ripristinare nel paese il genere di governo che intendevano per noi i Padri Fondatori, un presidente costituzionalista necessita del supporto di un movimento di attivisti pro-libertà.

Gli attivisti della libertà devono essere pronti ad esercitare pressione sui legislatori indecisi per resistere agli interessi di parte e per mantenere la “rotta verso la libertà”. Così, quando verrà il giorno in cui qualcuno che condivide le nostre convinzioni siederà nello Studio Ovale, gruppi come Young Americans for Liberty e Campaign for Liberty avranno ancora un ruolo vitale da svolgere. Non importa quanti politici pro-libertà saranno eletti in carica, l’unica via per garantire un governo costituzionalista passa attraverso l’educazione e l’attivismo pubblico dedicato agli ideali della libertà.

Per ciò, il lavoro di Young Americans for Liberty che introduce i giovani alla filosofia della libertà e li coinvolge nei movimenti per la libertà è vitale per il futuro del paese. Ringrazio personalmente tutti i membri e i sostenitori di YAL per la loro dedizione al cambiamento del dibattito politico in questo paese, affinché in un futuro non lontano avremo effettivamente un presidente ed un Congresso che discuteranno sul modo migliore di smantellare lo stato guerrafondaio/assistenziale e ripristinare la repubblica.


This essay originally appeared in Young American Revolution, the magazine of Young Americans for Liberty.