SUNN IL MITE NON EFFETTUA ALCUN MONITORAGGIO O ANALISI DEI DATI DEGLI UTENTI

*

mercoledì 4 febbraio 2015

Il mondo nuovo


"Le utopie appaiono oggi assai più realizzabili
di quanto non si credesse un tempo.
E noi ci troviamo attualmente davanti a una questione ben più
angosciosa: come evitare la loro realizzazione definitiva?
... Le utopie sono realizzabili. La vita marcia verso le utopie.
E forse un secolo nuovo comincia; un secolo nel quale
gli intellettuali e la classe colta penseranno
ai mezzi d'evitare le utopie e di ritornare a una società
non utopistica, meno 'perfetta' e più libera".
Nicola Berdiaeff

1.
Un edificio grigio e pesante di soli trentaquattro piani. Sopra
l'entrata principale le parole: 'Centro di incubazione e di
condizionamento di Londra Centrale' e in uno stemma il motto dello
Stato Mondiale: 'Comunità, Identità, Stabilità'.
L'enorme stanza al pianterreno era volta verso il nord. Fredda,
nonostante l'estate che sfolgorava al di là dei vetri, nonostante il
caldo tropicale della stanza stessa; una luce fredda e sottile entrava
dalle finestre, cercando avidamente qualche manichino drappeggiato,
qualche pallida forma di mummia accademica, ma trovando solamente il
vetro, le nichelature e lo squallido splendore di porcellana di un
laboratorio. Gelo rispondeva a gelo. I camici dei lavoratori erano
bianchi, le loro mani erano protette da guanti di gomma di un pallore
cadaverico. La luce era gelida, morta, fantomatica. Solo dai gialli
cilindri dei microscopi essa prendeva a prestito un po' di sostanza
calda e vivente, spalmandola come del burro sui lucidi tubi, striando
con una lunga successione di strisce luminose i tavoli di lavoro.
«E questa» disse il Direttore aprendo la porta «è la Sala di
fecondazione.»
Nel momento in cui il Direttore del Centro di Incubazione e di
Condizionatura entrò nella stanza, trecento fecondatori stavano chini
sui loro strumenti, silenziosi e quasi trattenendo il respiro,
qualcuno canterellando e fischiettando, modo incosciente di
manifestare talvolta la più profonda concentrazione. Un gruppo di
studenti arrivati da poco, molto giovani, rosei e imberbi, seguivano i
passi del Direttore con una certa apprensione, quasi con umiltà.
Ciascuno di essi teneva un taccuino in cui scarabocchiava
disperatamente ogniqualvolta il grand'uomo apriva bocca: attingevano
direttamente alla fonte, privilegio raro. Il Direttore di Londra
Centrale aveva sempre cura di condurre in giro personalmente per i
vari reparti gli studenti nuovi.
«Semplicemente per darvi un'idea generale» egli era solito dir loro.
Perché un'idea generale dovevano pure averla, per compiere il loro
lavoro intelligentemente; e tuttavia era meglio che ne avessero il
meno possibile, se dovevano riuscire più tardi buoni e felici membri
della società. Perché, come tutti sanno, i particolari portano alla
virtù e alla felicità; mentre le generalità sono, dal punto di vista
intellettuale, dei mali inevitabili. Non i filosofi, ma i taglialegna
e i collezionisti di francobolli compongono l'ossatura della società.
«Domani» egli aggiungeva con una bonomia sorridente ma lievemente
minacciosa «vi metterete a lavorare sul serio. Non avrete da
gingillarvi con le generalità.


Tratto da: IL MONDO NUOVO, di Aldous Huxley.