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martedì 16 dicembre 2014

Nel nome del Prodotto



Protezione

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Era l'ora della pubblicità: sullo schermo, straccamente, si susseguivano incitamenti, consigli, lusinghe: comprate solo aperitivo Alfa, solo gelati Beta, comprate solo lucido Gamma per tutti i metalli; solo elmi Delta, dentrificio Epsilon, abiti fatti Zeta, olio Eta inodoro per le vostre giunture, vino Teta...
Marta finì coll'addormentarsi, ma sognò di dormire coricata sulle scale di casa, per traverso, mentre accanto la gente saliva e scendeva senza curarsi di lei. Si svegliò allo sferragliare di Enrico sul pianerottolo. non si sbagliava mai, era fiera di riconoscere il suo passo da quello di tutti gli altri inquilini. Quando fu entrato, Marta apparecchiò la tavola per la cena. Faceva caldo, e del resto il telegiornale aveva annunciato che la pioggia di micrometeoriti attraversava un periodo di scarsa attività: perciò Enrico sollevò la visiera, e gli altri lo imitarono. Così era anche più agevole portare il cibo alla bocca, invece che attraverso la piccola valvola stellare che si sporcava sempre e poi puzzava. Enrico interruppe la lettura del giornale per annunciare: - ho incontrato Roberto sulla metropolitana: era un pezzo che non ci vedevamo. Verrà stasera con Elena a trovarci.
Arrivarono verso le dieci, quando già i ragazzi erano a letto. Elena portava uno splendido completo in acciaio AISI 304, con saldature ad argon quasi invisibili e graziosi bulloncini a testa fresata; Roberto, invece, indossava una corazza leggera, di modello inusitato, flangiata lungo i fianchi e singolarmente poco rumorosa:
-Me la sono comperata a marzo, in Inghilterra: sì, sì, è inossidabile, tiene benissimo la pioggia, ha tutte le guarnizioni in neoprene, e si mette e si toglie in non più di un quarto d'ora.
-Quanto pesa?- chiese Enrico, senza molto interesse.
Roberto rise, senza imbarazzo, - Già, è qui il punto debole. Sapete bene, si tende all'unificazione, qui nel Mercato Comune ci siamo già arrivati, ma laggiù, per quanto riguarda i pesi e le misure, sono sempre indietro di qualche passo. Pesa sei chili e ottocento: le mancano solo duecento grammi per essere in regola, ma vedrete che nessuno se ne accorgerà; o magari, tanto per la legalità, mi farò riportare un pochino di piombo qui dietro il collo, dove non si vede. A parte questo, tutti gli spessori sono in ordine, e ad ogni buon conto mi porto sempre dietro un certificato d'origine e il disegno quotato, in questa fenditura accanto alla targa. Vedete? è fatta apposta: è una delle piccole idee che rendono facile la vita. Gli inglesi sono gente pratica.
Marta non potè fare a meno di lanciare un'occhiata di sfuggita alla corazza di Enrico: lui no, poveretto, non sarebbe mai andato a fare acquisti a Londra. Portava ancora la vecchia armatura in lamiera zincata dentro la quale, anni prima, lei lo aveva conosciuto: decorosa, certo, senza un briciolo di ruggine, ma che fatica per la manutenzione! E poi, la lubrificazione: non meno di sedici ingrassatori Stauffer, di cui ben quattro fuori mano, e guai a saltarne uno o a saltare una domenica, se no strideva come un fantasma di Scozia, e anche, guai a esagerare, o altrimenti lasciava il segno su tutte le sedie e le poltrone come una lumaca. Ma Enrico sembrava che non se ne accorgesse: diceva di sentircisi affezionato, e parlargli di cambiare era un'impresa disperata, anche se, pensava  Marta, si trovano adesso degli equipaggiamenti in regola con la legge, pratici, quasi eleganti, e che se li paghi a rate non te ne accorgi neanche.
Sbirciò la propria immagine, riflessa nella specchiera. Anche lei non era il tipo di donna che passa la giornata dall'estetista e dal parrucchiere, eppure rinnovare un poco il suo guardaroba le avrebbe fatto piacere, non c'era dubbio: in fondo si sentiva ancora giovane, anche se Giulio aveva ormai sedici anni. Marta seguiva distrattamente la conversazione. Roberto era di gran lunga il più brillante dei quattro: viaggiava molto e aveva sempre qualcosa di nuovo da raccontare. Marta notò con piacere che cercava di incontrare il suo sguardo: un piacere puramente retrospettivo, perché quella loro faccenda era ormai vecchia di dieci anni, e a lei non sarebbe più successo niente, lo sapeva, né con lui né con altri. Un capitolo chiuso: se non per altre ragioni, almeno per via di quella fastidiosa faccenda della protezione obbligatoria, per cui uno non sapeva mai se aveva a che fare con un vecchio o con un giovane, con un bello o con un brutto, e tutti gli incontri si limitavano ad una voce e al balenare di uno sguardo in fondo a una visiera. lei non aveva mai capito come una legge assurda avesse potuto essere votata: eppure Enrico le aveva spiegato più volte che i micrometeoriti erano un pericolo vero, tangibile, che da vent'anni la Terra ne stava attraversando uno sciame, e che bastava uno solo ad uccidere una persona, penetrandola in un istante da parte a parte. Si riscosse accorgendosi che Roberto stava proprio parlando di quell'argomento.
- Anche voi ci credete? Beh, se leggete sempre e soltanto "L'Araldo" non c'è da stupirsi, ma ragionateci sopra, e vi accorgerete che è tutta una montatura. I casi di "morte dal cielo", come si dice adesso, sono pochi in misura ridicola, non più di venti veramente accertati. Gli altri sono infarti o accidenti.
-Ma come!- disse Enrico. - Solo la settimana scorsa si è letto di quel ministro francese che era uscito per un attimo sul balcone senza armatura...
-E' tutta una montatura, vi dico. L'infarto è sempre più frequente, ed è un'istituzione che non serve a nessuno: in regime di pieno impiego, hanno semplicemente cercato di utilizzarlo, è tutto qui. Se a chi tocca non ha una corazza, è stato un MM, un micrometeorite; se la corazza c'è, allora resta un infarto, e nessuno ci fa caso.
_E tutti i giornali si prestano?
-Tutti no: ma sapete bene com'è, il mercato dell'auto è saturo, e le linee di montaggio sono sacre. non si possono fermare. Allora si convince la gente a portare corazze, e si mette in prigione chi non obbedisce.
Non erano novità: erano considerazioni che Marta aveva già sentite, e anche più di una volta, ma si sa bene che spesso anche tipi brillanti come Roberto si trovano a corto di argomenti, e del resto, a ripetere cose già note si va sul sicuro e si evitano quei buchi di silenzio che danno tanto disagio.
Io però - disse Elena, - devo dire che nella corazza ci sto bene. Non è che io lo abbia letto sui giornali femminili: ci sto bene proprio, come si sta bene a casa.
- Ci stai bene perchè la tua corazza è bella: anzi scusa se non te l'ho ancora detto ancora, ma è una meraviglia, - disse Marta con sincerità. - Non ne ho mai vista una così ben disegnata: sembra proprio fatta su misura.
Roberto si schiarì la voce, e Marta comprese di aver commesso una gaffe, anche se non tanto grave. Elena rise, con indulgenza e sicurezza: - Lo è, fatta su misura! - Volse uno sguardo riconoscente a Roberto, e aggiunse: - Lui sai, ha certe conoscenze nell'ambiente dei carrozieri di Torino... Ma non è per questo che dicevo di starci bene dentro. starei bene in qualunque corazza. Alla storia degli MM ci credo poco, anzi niente, è sentire che è tutta una montatura per fare guadagnare soldi alla General Motors mi fa venire una gran rabbia, eppure... eppure sto bene con e male senza, e come me ce ne sono tanti, ve lo posso assicurare.
- Non prova nulla, - disse Marta. - Hanno creato un bisogno. Non è il primo caso: sono molto bravi a creare bisogni.
- Non credo che il mio sia un bisogno artificiale: se fosse così, chissà quanta gente ci sarebbe che si fa sorprendere senza corazza, o con una corazza non regolamentare; anzi, non avrebbero neppure votato la legge, o la gente avrebbe fatto una rivoluzione. Invece io... è un fatto: io mi ci sento...come dire?
- Snug,- intervenne Roberto, ironico: per lui non doveva essere un discorso nuovo.
- Come? - fece Enrico.
- As snug as a bug in a rug. E' difficile da tradurre, e anche un pò offensivo: ma non tutti i bugs sono scarafaggi.
- Ad ogni modo, - riprese Elena, - per me è così: mi ci trovo snug come uno scarafaggio in un tappeto. Mi sento protetto come in una fortezza, e alla sera quando vado a letto me la tolgo malvolentieri.
- Protetta contro che cosa?
- Non so: contro tutto. Contro gli uomini, il vento, il sole e la pioggia. Contro lo smog e l'aria contaminata e le scorie radioattive. Contro il destino e contro tutte le cose che non si vedono e non si prevedono. Contro i cattivi pensieri e contro le malattie e contro l'avvenire e contro me stessa. Se non avessere fatto quella legge, credo che mi sarei comperata una corazza lo stesso. [...]
Infine si salutarono: Roberto si sfilò il guanto ferrato per stringere la mano nuda di Marta, e Marta provò un piacere intenso e breve che la riempì di una tristezza grigia, luminosa, non dolorosa: questa tristezza le rimase addosso a lungo, le tenne compagnia dentro la sua corazza e l'aiutò a vivere per parecchi giorni.

Tratto da "Vizio di forma" di Primo Levi