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sabato 1 giugno 2013

E la donna creò il cane




E' la notte dei tempi, una donna si aggira fremente di rabbia e disperazione vagando senza meta: è la femmina alfa di una piccola orda tribale che ha appena perso il suo neonato, ucciso da un male ignoto. I suoi seni pregni di latte non consumato aumentano il suo dolore; quand'ecco che ad un tratto viene attratta dai vagiti disperati di alcuni cuccioli di lupo.
Giunta sul luogo da dove provengono quei pianti animali scopre dei cuccioli stremati attorno al cadavere della madre, nessuna traccia del resto del branco.
L'istinto materno di questa donna trova sublimazione in quei piccoli lupetti in fasce: scelto un cucciolo lo avvicina al seno e prova ad allattarlo, è la fusione di due dolori in un nuovo sodalizio, nasce il maternaggio.
Anche se un po' romanzata questa storia è probabilmente la vera scintilla primordiale dell'addomesticamento del lupo e della sua trasformazione in cane domestico.
I cani dei villaggi nati dai lupi meno forti che presero a nutrirsi degli scarti alimentari degli umani, assuefacendosi alla presenza dell' Homo, verranno poi.

Il sodalizio fra l'uomo e il cane risale a ere arcaiche, recenti analisi del DNA mitocondriale di reperti fossili spostano indietro a più di 100.000 anni or sono la domesticazione del lupo e la sua trasformazione in Canis Familiaris.
Questo rapporto millenario ha modificato entrambi, l'uomo e il lupo: pare proprio che la sicurezza di dormire tranquillamente, garantita dai primi canidi, abbia permesso all' umanità di sviluppare logica e creatività altrimenti impossibili per le notti insonni delle orde primitive alle prese con mille insidie e pericoli.
Non stupisce quindi il fatto che, in questo affascinante testo, attraverso la storia evolutiva dei canidi affiorino le tappe evolutive dell' umanità.
La scomparsa dei Neanderthal fu il primo genocidio compiuto dai Sapiens?
L'evoluzione, al contrario di quanto sostenuto da Darwin, non procede per lentissime tappe di cambiamento ma per repentini balzi genetici?
Le nuove tecniche di analisi del DNA fossile sembrano aprire nuove luci sul trapassato remoto dell'uomo, ma la scarsità dei reperti (un fossile per giungere sino a noi deve trovarsi in contesti ambientali del tutto particolari, altrimenti svanisce in polvere) non permette di illuminare tutte le zone d'ombra della storia arcaica.
Di tanto altro ci narra Barbara Gallicchio in questo libro che trasuda di conoscenza e amore cinofilo appassionato.