di Robert Sheckley
[...]si accostò alla radio e cominciò
a chiamare i suoi avamposti per farli rientrare al campo base.
Aveva la sensazione che stesse per
accadere qualcosa, e il tornado che scoppiò mezz'ora dopo non lo
colse completamente di sorpresa. Riuscì a far salire la maggior
parte dei suoi uomini nelle astronavi prima che la città di tende
fosse spazzata via.
Lerner entrò nel quartier generale
provvisorio che Morrison aveva installato nella propria nave, accanto
alla cabina-radio. -Che cosa succede?- chiese.
- Glielo dico subito – rispose
Morrison, - una catena di vulcani spenti è in eruzione a dieci
miglia da qui, e il nostro osservatorio meteorologico annuncia
l'arrivo di un' ondata gigantesca che sommergerà metà di questo
continente. Qui non dovremmo avere terremoti, ma immagino abbia
sentito anche lei le prime scosse. E questo è solo il principio...
- Ma che cos'è? - gridò Lerner. -
Che cosa succede? Perché?
- E' in contatto con la Terra? -
chiese Morrison all'operatore.
- Tento ancora.
Rivera entrò di corsa. - Ancora due
squadre e siamo a posto – annunciò.
- Quando saranno tutti a bordo mi
avverta.
- Che cosa sta succedendo? - urlò
Lerner.
- Sento qualcosa – disse l'operatore
radio. - forse sono loro...
- Morrison – urlò Lerner. - Mi vuoi
spiegare?
- Io non so spiegarlo – disse
Morrison. - E' una cosa troppo grossa per me. Ma Dengue avrebbe
saputo.
Morrison chiuse gli occhi e immaginò
Dengue, in piedi davanti a lui, che raccontava una delle sue storie:
“ Sentite la storia del mollusco
sapiente del pianeta. C'era un mollusco che, persuaso d'essere nato
“sapiens” e reputandosi quindi superiore a tutto, si credette in
dovere di cambiare completamente la natura del mondo dov'era nato:
distruggendo senza pietà gli altri animali e le piante, appestando
la Terra di enormi città, nascondendo l'erba sotto distese
d'asfalto e di cemento, inquinando il mare e avvelenando persino
l'aria.
“Dopodiché, o perché fosse
soddisfatto del risultato, o – più probabilmente – perché il
proprio pianeta gli sembrasse ormai inabitabile, partì all'attacco
di altri mondi. E lì, continuando a moltiplicarsi senza freno,
ricominciò coi suoi soliti sistemi a “domare la natura”.
“Ora, la natura è vecchia, e lenta,
e paziente, ma alla fine, inevitabilmente, si stancò del
presuntuoso mollusco e delle sue imprese. E così venne il giorno in
cui un grande pianeta, sentendosi pungere la pelle, s'irritò contro
il mollusco e lo respinse, lo scrollò via, lo sputò fuori.
“Quel giorno il mollusco sapiente
comprese con meraviglia di aver vissuto la sua breve vita all'ombra
tollerante di forze a lui del tutto ignote; e cominciò anche a
capire – ma forse troppo tardi – che la sua sopravvivenza o la
sua estinzione non avevano per l'Universo la minima importanza...”.
- Che significa tutto questo? - chiese
Lerner.
- Credo che il pianeta non ci voglia
più – disse Morrison. - Credo che ne abbia abbastanza.
- La Terra! - gridò l'operatore. - ci
parli lei, Morrison.
- Shotwell? Senta, non possiamo
restare – disse Morrison nel ricevitore. - Sto facendo imbarcare i
miei uomini finché siamo in tempo. Non posso spiegarle, ora. Non so
neppure se riusciremo...
- Il pianeta non può essere usato in
nessun modo?
- Niente da fare. Spero che questo non
comprometta la posizione della ditta...
- Al diavolo la posizione della ditta
– grido Shotwell. - Il fatto è che... Lei non sa cosa sta
succedendo qui, Morrison. Si ricorda del nostro cantiere nel Gobi?
Una rovina completa, un disastro. E
non siamo i soli. Non so, non capisco più niente, Mi scusi, ma da
quando l'Australia è sprofondata...
- Cosa?
- Si, sprofondata, inghiottita, le
dico. E ora i terremoti stanno ricominciando da questa parte. E' il
caos, Morrison, non sappiamo più cosa fare...
- Ma Marte? Venere? I pianeti di Alpha
Centauri?
- E' lo stesso dappertutto. Ma non può
essere finita, vero, Morrison? Voglio dire, l'umanità...
- Pronto! Pronto! - gridò Morrison. -
Che è successo? - chiese.
- Hanno interrotto – disse
l'operatore. - Tenterò di nuovo.
- Lascia perdere – disse Morrison.
In quel momento Rivera piombò nella cabina.
- Tutti gli uomini sono imbarcati –
disse. - I portelli sono chiusi. Siamo tutti pronti per partire,
signor Morrison.
Guardavano lui. Morrison si abbandonò
nella poltrona e sorrise stancamente.
- Siamo pronti – disse. - Ma per
andare dove?