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mercoledì 10 ottobre 2012

L'uomo non ha la minima importanza per l'Universo


di Robert Sheckley
 
[...]si accostò alla radio e cominciò a chiamare i suoi avamposti per farli rientrare al campo base.
Aveva la sensazione che stesse per accadere qualcosa, e il tornado che scoppiò mezz'ora dopo non lo colse completamente di sorpresa. Riuscì a far salire la maggior parte dei suoi uomini nelle astronavi prima che la città di tende fosse spazzata via.
Lerner entrò nel quartier generale provvisorio che Morrison aveva installato nella propria nave, accanto alla cabina-radio. -Che cosa succede?- chiese.
    - Glielo dico subito – rispose Morrison, - una catena di vulcani spenti è in eruzione a dieci miglia da qui, e il nostro osservatorio meteorologico annuncia l'arrivo di un' ondata gigantesca che sommergerà metà di questo continente. Qui non dovremmo avere terremoti, ma immagino abbia sentito anche lei le prime scosse. E questo è solo il principio...
    - Ma che cos'è? - gridò Lerner. - Che cosa succede? Perché?
    - E' in contatto con la Terra? - chiese Morrison all'operatore.
    - Tento ancora.
Rivera entrò di corsa. - Ancora due squadre e siamo a posto – annunciò.
    - Quando saranno tutti a bordo mi avverta.
    - Che cosa sta succedendo? - urlò Lerner.
    - Sento qualcosa – disse l'operatore radio. - forse sono loro...
    - Morrison – urlò Lerner. - Mi vuoi spiegare?
    - Io non so spiegarlo – disse Morrison. - E' una cosa troppo grossa per me. Ma Dengue avrebbe saputo.
    Morrison chiuse gli occhi e immaginò Dengue, in piedi davanti a lui, che raccontava una delle sue storie:
    “ Sentite la storia del mollusco sapiente del pianeta. C'era un mollusco che, persuaso d'essere nato “sapiens” e reputandosi quindi superiore a tutto, si credette in dovere di cambiare completamente la natura del mondo dov'era nato: distruggendo senza pietà gli altri animali e le piante, appestando la Terra di enormi città, nascondendo l'erba sotto distese d'asfalto e di cemento, inquinando il mare e avvelenando persino l'aria.
    “Dopodiché, o perché fosse soddisfatto del risultato, o – più probabilmente – perché il proprio pianeta gli sembrasse ormai inabitabile, partì all'attacco di altri mondi. E lì, continuando a moltiplicarsi senza freno, ricominciò coi suoi soliti sistemi a “domare la natura”.
    “Ora, la natura è vecchia, e lenta, e paziente, ma alla fine, inevitabilmente, si stancò del presuntuoso mollusco e delle sue imprese. E così venne il giorno in cui un grande pianeta, sentendosi pungere la pelle, s'irritò contro il mollusco e lo respinse, lo scrollò via, lo sputò fuori.
    “Quel giorno il mollusco sapiente comprese con meraviglia di aver vissuto la sua breve vita all'ombra tollerante di forze a lui del tutto ignote; e cominciò anche a capire – ma forse troppo tardi – che la sua sopravvivenza o la sua estinzione non avevano per l'Universo la minima importanza...”.
    - Che significa tutto questo? - chiese Lerner.
    - Credo che il pianeta non ci voglia più – disse Morrison. - Credo che ne abbia abbastanza.
    - La Terra! - gridò l'operatore. - ci parli lei, Morrison.
    - Shotwell? Senta, non possiamo restare – disse Morrison nel ricevitore. - Sto facendo imbarcare i miei uomini finché siamo in tempo. Non posso spiegarle, ora. Non so neppure se riusciremo...
    - Il pianeta non può essere usato in nessun modo?
    - Niente da fare. Spero che questo non comprometta la posizione della ditta...
    - Al diavolo la posizione della ditta – grido Shotwell. - Il fatto è che... Lei non sa cosa sta succedendo qui, Morrison. Si ricorda del nostro cantiere nel Gobi?
    Una rovina completa, un disastro. E non siamo i soli. Non so, non capisco più niente, Mi scusi, ma da quando l'Australia è sprofondata...
    - Cosa?
    - Si, sprofondata, inghiottita, le dico. E ora i terremoti stanno ricominciando da questa parte. E' il caos, Morrison, non sappiamo più cosa fare...
    - Ma Marte? Venere? I pianeti di Alpha Centauri?
    - E' lo stesso dappertutto. Ma non può essere finita, vero, Morrison? Voglio dire, l'umanità...
    - Pronto! Pronto! - gridò Morrison. - Che è successo? - chiese.
    - Hanno interrotto – disse l'operatore. - Tenterò di nuovo.
    - Lascia perdere – disse Morrison. In quel momento Rivera piombò nella cabina.
    - Tutti gli uomini sono imbarcati – disse. - I portelli sono chiusi. Siamo tutti pronti per partire, signor Morrison.
    Guardavano lui. Morrison si abbandonò nella poltrona e sorrise stancamente.
    - Siamo pronti – disse. - Ma per andare dove?