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lunedì 2 luglio 2012

'micidiali '90: quando la patria chiama

"Non dite che siamo pochi e che l'impegno è troppo grande per noi. dite forse che due o tre ciuffi di nubi sono pochi in un angolo di cielo d'estate? In un momento si stendono ovunque.........guizzano i lampi, scoppiano i tuoni e piove su tutto. non dite che siamo pochi, dite solamente che siamo!"

Abbiamo preferito parlare dell'antimilitarismo attraverso le dichiarazioni di due obiettori totali, Michele Pontolillo e Pietro Bonadonna. Certamente ci siamo tolti un bel lavoro dalle mani  che avrebbe richiesto attente riflessioni. Ma parlare di antimilitarismo non vuol dire affrontare in modo esclusivo l'obiezione totale come rifiuto del servizio militare. La tematica dell'antimilitarismo andrebbe certamente analizzata sotto diversi aspetti, bisognerebbe analizzare i forti legami esistenti tra militarismo e interesse economico, militarismo e interesse politico. le dichiarazioni che seguono saranno comunque in grado di spiegare perchè si è contro il militarismo ed ogni forma di autorità, mettendo a nudo la falsità di una istituzione che continua a parlare di pace, mentre ogni giorno prepara la guerra.
La renitenza al servizio militare è una pratica che sta prendendo sempre più piede in un sistema capitalista quale il nostro. Sembra che cominci a sparire quella mentalità che fino a qualche tempo fa, caratterizzava la società, la famiglia, la scuola; il giovane stesso sosteneva che per una completezza della formazione, il servizio militare era d'obbligo, un anno che avrebbe fatto crescere all'interno dell'animo dell'individuo la determinazione necessaria per affrontare la vita dell'adulto. Perchè allora oggi molti giovani per motivi religiosi, etici e politici non accettano di prestare servizio militare allo stato? Ai testimoni di Geova, che da tempo compongono il più considerevole numero di coloro che rifiutano il servizio militare di leva per i risaputi motivi religiosi, si sono aggiunti altri casi di mancanza alle chiamate che non appartengono nè ai testimoni di Geova nè a qualsiasi altra organizzazione religiosa, ma appartengono a movimenti, gruppi o solo a idee politiche che non riconoscono lo stato, nei suoi interessi politici ed economici.
Il servizio militare ha una funzione coercitiva che non si manifesta solo a livello fisico e quindi la costrizione della caserma, gli orari obbligatori, i lavori forzati ma è sopratutto a livello psicologico che mira al lavaggio del cervello nei confronti dei giovani obbligati a prestare il servizio militare. Ciò che gli ufficiali, i burocrati con funzioni di controllo continuano a ripetere come giustificazione della violenza impartita ai militari, è che l'esercito serve come difesa della patria, persistentemente minacciata dall'invasione dello straniero cattivo che viene a sottrarci la nostra libertà. Tutte cazzate! Il vero scopo è quello di distruggere ogni tendenza sovversiva al potere, ogni visione ideologica che tende a superare l'autoritarismo come sistema sociale. Si evidenziano così tre aspetti nella vita della caserma e sono:
1° l'autoritarismo portato fino all'esasperazione
2° l'imposizione dell'obbedienza sempre senza discriminazione o possibilità di critica alcuna
3° l'opposizione tassativa di poter esprimere qualsiasi opinione o lamentela.
vivendo in un sistema con regole vigenti di questo tipo si tende a volte a sacralizzare la figura dell'ufficiale adempiendo a tutto ciò che è il suo comando per non avere ulteriori rotture di .... Con queste forme di violenza si manifesta un mutamento nella coscienza del giovane creando in esso ciò che è alla base di questa società, ruffianesimo, menefreghismo, opportunismo individuale. Dunque il servizio militare ha un fine fondamentale che è determinare nel giovane un qualunquismo ideologico e una mentalità opportunistica. Il fine perciò è far uscire il giovane dall'esperienza del servizio militare con una prospettiva all'arrivismo e la predisposizione alla corruzione ed al ruffianesimo. In questo contesto gerarchico che è quello della caserma si evidenzia il controllo permanente sul soldato, il grado di classifica alle varie categorie, ufficiali, sottoufficiali, fino al caporale semplice hanno funzioni di controllo e di repressione in qualità di unica e vera arma per rincoglionire il giovane.

Perchè obiezione totale
Dopo aver fatto tutte queste considerazioni posso dire che l'obiezione totale è la lotta più fruttuosa in questo momento contro la struttura militare. La pratica dell'obiezione totale è quindi un mezzo per mettere in contraddizione ciò che sono le basi del militare, dunque le contraddizioni accennate prima. Innanzitutto la vera funzione dell' esercito non ha scopo liberatore ma bensì oppressore e repressore. Penso che comunque il sistema autoritario presente nelle caserme sia un oltraggio alla dignità della propria persona e inoltre in un contesto di vita sociale, oggi è molto più difficile farsi obbedire e dare ordini per la tendenza all'insubordinazione che prolifica nell'ambito della scuola, della fabbrica e della stessa famiglia, proprio per il fatto che sta venendo meno la fiducia nell'autorità, in particolar modo quella militare, ancor più che non si ha la possibilità di poter anche solo lamentare delle violenze subite o il disagio della vita in caserma mentre nel lavoro, nella scuola, continua ad esistere l'illusione di aver voce in capitolo per mezzo dei sindacati, rappresentanti di classe, di istituto, ecc. ecc. L'obiezione di coscienza totale, contesta i principi autoritari nel suo complesso e dunque l'esistenza stessa della struttura di potere.

[...]

La vera funzione delle forze armate
Per sottolineare le vere funzioni delle forze repressive, vorrei rammentare alcuni episodi che hanno svelato la loro vera natura:
- nel 1969 a Roma, durante una manifestazione di 100.000 operai metalmeccanici, la sede della confindustria è presidiata dai militari in assetto di guerra e da carri armati pronti per la repressione;
- nel 1971 a Reggio Calabria vengono inviati reparti di alpini a soffocare la rivolta della città;
- nel 1972 a Milano avvengono duri scontri tra militanti della sinistra e polizia in cui un manifestante rimane ucciso;
- nel 1987 a Torino durante un concerto autogestito tenuto in una piazza, le forze dell'ordine ritenendo l'iniziativa illegale, hanno provveduto ad un attacco violento, spianando mitra e pistole contro i presenti;
-nel 1988 a Roma, durante una manifestazione degli operai Indesit, dopo non aver rispettato gli accordi con i dirigenti sindacali, la polizia ha attaccato duramente il corteo;
- nel marzo 1989 a Livorno, i Camalli hanno duri scontri con le forze repressive, i carabinieri, dopo alcuni incidenti, caricano violentemente i portuali.
Esempi come questi se ne possono fare a centinaia, di repressione militare avvenuta in Italia e in tutto il mondo, penso che tutti questi episodi non abbiano bisogno di commenti, essi mettono chiaramente in luce quali sono le funzioni militari. Ecco perchè il NO non è rivolto solo all'esercito italiano, ma NO a tutti gli eserciti nati per la difesa di quei pochi che si sono messi in testa non solo d'impadronirsi degli spazi sociali usati per il loro lucro e arricchimento personale, ma di tutto ciò che nessuno avrebbe diritto di toccare, e vale a dire tutta la natura terrestre (foreste, animali, terreno,aria, mare) cosa però che hanno già fatto, prendendo decisioni autonome a loro compiacimento. Il fatto che la natura sia a disposizione dell'uomo non vuol dire che bisogna disboscare per installare nuove cattedrali produttive, non vuol dire che la merda che si produce debba essere nascosta nelle distese marine, dissolta nell'aria o sotterrate. Probabilmente questi cosi detti "borghesi" hanno interpretato male la legge fisica naturale abusando estremamente su ciò che è a disposizione di tutti, riportando danni irreparabili per l'ecologia.

tratto dalla fanzine: "quando la patria chiama...rispondi signornò!"