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martedì 10 maggio 2011

Dal diario di un distratto

Era una giornata sospesa fra l'inverno e la primavera, il sole si 
nascondeva lasciando filtrare qualche raggio qua e là a casaccio fra le nubi.
Ogni tanto uno spicchio di luce investiva il mio letto, penetrava dalla finestra
semiaperta e sembrava invitarmi ad uscir fuori¬ all'aria, all'aperto. 
La televisione briciolava nell'aria la sua polvere elettrostatica e declamava 
le sue  induzioni,innocue per chi non ha orecchie, nel vento catodico.
Il sole m'invitava ed io non lo feci aspettare poi tanto.
Aspettare l'autobus non è sempre tempo perso, io però, che il tempo lo perdevo spesso,
non riuscivo a normalizzarmi:la mia era una sindrome da fermata.
Quella volta lì,che poi... vabbé, lasciamo perdere, quella volta lì dicevo,non ci fu
 molto da attendere. Sull'autobus resto sempre in piedi, perché devo avvistare 
i controllori, quella volta lì ero seduto -a pensarci adesso,che da una circostanza 
così banale, come quella di star seduti anziché essere alzati e pronti a 
scattare,ne sia venuto fuori tutto ciò che sto per raccontarvi non posso far a 
meno di sorridere-.
Dunque,io me ne stavo tranquillamente seduto a guardare fuori dai vetri, sempre 
tenendo d'occhio le porte da dove improvvisamente potevano sbucare fuori quegli 
uomini pagati per far pagare un servizio pubblico.
-Pubblico, publicus.Comune a tutto il popolo,che appartiene agli uomini insieme, 
 ACCESSIBILE a TUTTI, non soggetto a vincoli-
Ma sapete,capita a tutti di porre un'idea all'attenzione della propria mente 
e questa, dispettosa e irriverente, se ne dimentica completamente riempendosi di 
tantissimi altri pensieri che non hanno nulla a che fare col primitivo proposito: 
insomma, mi dimenticai di controllare i controllori.
Guardavo le macchine.
Puoi calcolare le abitudini umane quasi quanto le migrazioni dei volatili.
Gli uomini mi sembrano delle mandrie automatiche, camminano quasi 
sempre tutte assieme, la gente ha orari fissi, abitudini prevedibili,si 
potrebbe fare una tabella oraria delle masse! 
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I viali fanno schifo, sono pieni di smog.
-Diamo un'occhiata all'interno del bus-
Puntualmente,alla comparsa dei primi freddi le spalle di molte cittadine 
si ricoprono di pelli animali. Queste indossatrici di cadaveri non 
le sopporto, si d'accordo, una può essere anche bella quanto vuoi, dotata
 di quegli involucri di carne cui s'incollano i  sensi sanguigni; ma, 
aldilà di possedere un agglomerato armonioso di cellule epiteliali 
pavimentose, stratificate e accessori,una che indossa un cadavere può 
essere tranquillamente un vampiro.
Siamo tutti diventati dei semplici adoratori di immagini,viviamo 
di apparenze. La moda, bleah!Io non capisco come tanta gente si 
faccia prendere per il culo così allegramente, non solo. Ne va
fiera di questa demenza,tutti a comprare gli ultimi modelli,che 
ultimi non sono mai! Si passa in eterno di ultimo in ultimo senza 
sosta. Quest'anno va di moda l'abbronzatura e tutti a schiaffarsi 
in faccia raggi invisibili di cui non si conosce l'effetto;adesso è 
di moda il pallore e tutti a correre in profumeria a comprare 
kili e kili di cerone. Come fanno a  non capire che i cambiamenti 
della moda hanno la sola funzione di creare e alimentare un mercato 
del superfluo,a velocizzare le vendite inutili,a svuotare tasche e portafogli; 
vabbé che ne avete tanto,ma almeno spendetelobene!
Mah..,ognuno vive come crede. Meglio guardare fuori,verso il cielo così 
non vedo neanche le macchine.
Sirio e la luna avevano fatto la loro apparizione nel cielo che s'incamminava 
al vespro.
Salve! Dissi alla Luna, al cielo tutto, e in queL silenzio,in quell'assenza assoluta 
di pensieri,-cosa strana per la nostra mente,provate! Provate a non pensare a 
niente o anche a una singola cosa senza distrarvi per soli,miseri cinque minuti,
non ci riuscirete, subito s'insinuerà in voi il vortice-,in quella mancanza di 
movimenti interiori,in quel protendermi incondizionato,mi sembrava di 
essere ricambiato nel mio  salve dall'intero cosmo.
Ad un tratto tutta la scena scomparve,come se qualcuno avesse premuto 
lo stop del telecomando mettendo fine a rumori, suoni, voci 
e immagini in un improvviso CLICK! Fu a causa di tre sole parole 
che la mente,apparentemente astratta dal mondo,aveva captato ricordandosi
 ¬ improvvisamente ¬ quale era il suo proposito originale:
"Signori,biglietti prego".