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mercoledì 10 novembre 2010

Fitoterapia: le proprietà del rosmarino


HABITAT: originario dei paesi del bacino del Mediterraneo, nei luoghi soleggiati.

Favorisce la digestione dei cibi e aumenta la produzione di bile da parte del fegato, migliorandone anche la qualità. Inoltre ha azione epatoprotettiva, proteggendo il fegato contro i danni provocati su di esso da molte sostanze tossiche e anche da alcuni farmaci. L'estratto di rosmarino per via orale aumenta di circa 4 volte nel ratto i livelli di glutatione-S-transferasi e di circa 3 volte quelli di NAD (P)H-chinone reduttasi, entrambi enzimi molto importanti per la produzione delle sostanze che difendono il nostro organismo dai danni provocati dai radicali liberi, mentre il carnosolo isolato dalla pianta e dato sempre per bocca ha effetti molto più sfumati. Uno studio nel ratto ha valutato l’effetto protettivo del rosmarino sui danni da tetracloruro di carbonio (CCl4), una sostanza fortemente tossica per il fegato. Gli animali ricevevano per bocca un estratto di rosmarino capace di fornire 6,04 mg per kg di peso di carnosolo un’ora dopo essere stati trattati con tetracloruro di carbonio (CCl4). Si è notato che l’aumento della bilirubina e delle transaminasi causato dal CCl4 era prevenuto quasi completamente dal rosmarino, che ostacolava anche il calo del glicogeno epatico e della glutatione S-transferasi, un enzima molto importante per la produzione degli antiossidanti del nostro organismo. Lo studio delle cellule del fegato rivelava che il rosmarino riduceva nettamente i fenomeni di infiammazione e gli altri danni a queste cellule causati dal CCl4. Questi dati indicano che l’effetto protettivo di questa pianta sul fegato dipende soprattutto dalla sua azione antiossidante e dalla sua capacità di preservare l’attività e i livelli della glutatione S-transferasi.

Inoltre questa pianta è ricca di sostanze ad azione antiossidante e antiradicalica, capaci di ridurre i processi di invecchiamento dei tessuti e di proteggere le cellule contro la degenerazione tumorale. Uno studio in laboratorio ha evidenziato che il carnosolo, il rosmanolo e l’epirosmanolo, tutti fenoli presenti nel fitocomplesso del rosmarino, hanno un’azione inibitoria sull’ossidazione delle particelle di colesterolo LDL, che rappresenta il fenomeno iniziale che causa scatena l’aterosclerosi.


Fonte: Fitoterapia.in
Foto da: www.agraria.org