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lunedì 22 febbraio 2010

Coca Cola, una parte in causa nell'acqua indiana " free for all"

Titolo originale: Coca Cola just a part of India's water "free for all"
Tom Levitt
4 dicembre, 2009
Translation: Luca Giammarco
La scarsità d'acqua e la cattiva gestione delle risorse idriche dell'India, hanno creato una situazione critica per l' ambiente e per le popolazioni locali che potrebbe ulteriormente aggravarsi a causa dei cambiamenti climatici.
Armati di striscioni inneggianti alla “Giustizia Climatica” più di 2000 contadini si sono diretti verso lo stabilimento di imbottigliatura della Coca-Cola situato in Mehdiganj, nel nord del paese, all'inizio di questa settimana, per chiederne la chiusura.

I contadini accusano la compagnia di prosciugare le falde acquifere, abbassandone il livello sino a lasciare gli agricoltori e le comunità locali senza acqua; la risorsa idrica è così in profondità che non hanno i mezzi per poterla raggiungere.
Da quando l'impianto è stato aperto nel 2000, i livelli delle falde potabili sono scesi di 6 metri, e, quando la regione, nei primi mesi del 2009, è stata colpita da una grave siccità, le colture agricole, il sostentamento principale delle popolazioni locali, sono andate distrutte.

Cos'è più importante” chiede Nandlal Master, un attivista locale, “ soddisfare le esigenze idriche dei contadini e delle comunità locali o produrre massivamente bottiglie di Coca-Cola esaurendo le risorse idriche?”
La risposta a questa domanda per noi è chiara, la Coca-Cola deve andar via” egli afferma.

Sono sempre i poveri a subire
La disputa di “ Mehdigani è solo una delle innumerevoli proteste che attraversano l'intera India. Due stabilimenti della Coca-Cola infatti, sono stati chiusi dopo l'opposizione delle comunità locali alla fornitura dell' acqua.
Inoltre, non tutte le controversie sono semplici come “ la grande corporazione contro le comunità locali”. C'è però una cosa che accomuna tutte queste dispute, come dice Tom Palakudiyil di Water Aid, alla fine quelli che ci rimettono sono sempre i poveri.
Quello che abbiamo visto succedere con Coca-Cola sta accadendo in tutto il paese, principalmente fra i benestanti e la classe media.
La parte ricca della popolazione ha la possibilità di acquistare pompe molto potenti ed estrarre acqua illimitatamente.
Nel caso di grosse corporazioni come la Coca-Cola, o altre grandi industrie che hanno una influenza forte sui governi locali, le aziende creano condotte idriche di pompaggio che deviano totalmente il flusso idrico destinato ai villaggi, afferma Palakudiyil.

Gratuita e per tutti [solo quelli che possono comprare le pompe... ndt ]
Patrick McCully dell' International Rivers è in accordo con quanto detto. Egli afferma che la situazione sta degenerando verso un pericoloso “ gratuito per tutti”. Non vi è nessuna regolamentazione in materia, in tal modo chiunque è libero di piantare una conduttura nel terreno.
Quelli che restano al palo in tutte queste dispute sono i piccoli agricoltori; senza adeguate forniture idriche il 70% degli agricoltori indiani non produce alcunché.
La regione Bundelkhand, nel nord dell' India, è un tipico esempio di cosa accade quando le risorse idriche vengono prosciugate. Sebbene non fosse mai stata una regione lussureggiante, la regione ha perso completamente la capacità a sostenere la piccola agricoltura. 
Tom Palakudiyil di Water Aid dice che senza un sostentamento i contadini emigrano in città, aggravando i già esistenti problemi urbani, nella più completa povertà.  
La fruibilità delle risorse idriche è comunque persa, per questi soggetti”, afferma Palakudiyil

Fuga dai villaggi
Secondo il Dr David Molden del International Water Management Institute in Sri Lanka (IWMI), alcune migliaia di villaggi che erano impossibilitati all'approvvigionamento idrico, anche con autobotti, sono stati completamente abbandonati. I villaggi dove le popolazioni sono rimaste in loco sono potenziali zone di conflitto.
Il problema è che moltissime persone sono dipendenti dalle falde freatiche poiché il loro sostentamento consiste, esclusivamente, nell'agricoltura diretta”, […] dice Molden.
L'aumento della popolazione indiana e le mutate abitudini alimentari hanno contribuito ad esacerbare il problema della scarsità dell' acqua. Le città in rapida espansione consumano sempre più acqua dei villaggi circostanti e vi è una sempre più crescente domanda d' acqua della classe media per colture ad alto uso idrico come zucchero e carne.
Colture avide d'acqua come la canna da zucchero sono l'ultima cosa che i contadini vorrebbero veder crescere in queste aree scarse di risorse idriche”, dice Palakudiyil.

Cambiamenti climatici
Oltre ai problemi già esistenti di sovra-estrazione delle falde acquifere, alla cattiva gestione e alla domanda crescente vi è anche il rischio imminente dei cambiamenti climatici. L'impatto iniziale coinvolgerà, in un primo momento, le acque di superficie, ma, le falde sotterranee ne risentiranno in seguito.
I drammatici effetti in India e nel sud est asiatico cominceranno con lo scioglimento dei ghiacciai dell' Himalaya. Ciò creerà enormi cambiamenti nell'approvvigionamento idrico, alcuni decenni di zone colpite da inondazioni e altre vittime della siccità assoluta”, afferma McCully dell' International Rivers.
McCully avverte il rischio di insorgenti fenomeni di conflitti regionali e di confine a causa delle risorse idriche, se non si provvederà ad una migliore regolamentazione e gestione dell'acqua.
Molti stati in India sono già ora in disputa sui diritti di sfruttamento delle acque- andrà avanti per decenni”, aggiunge.
Piani per il potenziamento idrico, come la diga di Farrakka Dam, che deviano le acque del Gange verso Calcutta, sono fortemente ostacolati dal Bangladesh, che si trova a valle.

Relazione della Banca Mondiale

La gravità del problema è stato evidenziato dal rapporto della Banca Mondiale pubblicato la settimana scorsa. Vi si afferma che, con gli standard attuali, un terzo della popolazione mondiale avrà accesso a solo la metà dell'acqua necessaria alla sopravvivenza entro il 2030.
Il rapporto afferma che dovrebbero essere investiti 50 bilioni di dollari, ogni anno, da parte dei governi e delle imprese in progetti di gestione delle risorse idriche. La Coca-Cola, consuma ogni giorno quanto il fabbisogno mondiale di acqua per 10 giorni, conclude il rapporto della Banca Mondiale.

Problemi indiani

Tra le altre cose, una gestione delle risorse idriche in India non esiste, al momento, come sostiene McCully del International Rivers: “non vi sono strutture normative o politiche che possano imporre e far rispettare una regolamentazione delle risorse idriche”.

Amit Srivastava dell' India Resource Centre afferma che colture agricole ad alto impiego idrico, industrie minerarie e dell'acciaio continuano a spuntare come funghi, create dai soliti investitori stranieri che stanno predicando per una migliore gestione delle acque. La Banca Mondiale è parte in causa, sostiene Amit: “una giusta politica dovrebbe assicurarsi che a queste industrie, che sfruttano le nostre risorse, non sia consentito di operare in zone già problematiche dal punto di vista idrico. I bisogni dei contadini e delle comunità locali vengono in primo luogo.”

Link utili ( in inglese )
India Resource Centre
International Rivers
International Water Management Institute

Water Aid