Una Salvazione solitaria che lasci il mondo alla sua sorte m'è quasi disgustosa. Sri Aurobindo
SUNN IL MITE NON EFFETTUA ALCUN MONITORAGGIO O ANALISI DEI DATI DEGLI UTENTI
domenica 25 agosto 2013
giovedì 22 agosto 2013
Canis lupus familiaris: dall'utilità e difesa al babymorfismo
In un bassorilievo assiro di circa 3000
anni or sono, è raffigurato un così detto cane da guerra: un
molossoide guarnito di corazze e spuntoni con il suo conduttore
armato di mazza, ma la storia del sodalizio uomo-cane risale alla
notte dei tempi. Analisi del dna mitocondriale di ritrovamenti
fossili fanno risalire il cambiamento del corredo genetico lupoide, e
dunque la nascita del cane, a più di 100.000 anni or sono. Se
consideriamo che tale nuovo genotipo, per fissarsi indelebilmente, ha
avuto necessità di lungo tempo per generalizzarsi, arriviamo assai
indietro nelle ere.
Osservando le tecniche di caccia in
branco dell'orda lupoide sono nati i primi cacciatori umani
organizzati in battuta; se avete dimestichezza con le storie dei
nativi americani (e.g.), l'agguato nel canyon, le tecniche di
guerriglia, così come le tecniche di caccia sono prese a piè pari
dalla società dei lupi. Forse il lupo ha fatto sì che l'uomo si
aggregasse in branchi e ne abbiamo imitato in toto il modello
sociale.
Non completamente in toto, perchè
l'uomo, così come il cane, in anni di storia, è in parte avulso
dalla selezione naturale che
si compie negli animali selvatici, presso i quali gli individui meno
adatti sono destinati all'estinzione.
La subordinazione del lupo ad un
gruppo umano, sono entrambi animali sociali che rispettano una
gerarchia della dominanza, crea variazioni genetiche permanenti:
le percezioni, il collegamento con il tutto, si abbassano
notevolmente nei canidi che, sottratti alla selezione naturale sono
finiti nelle mani incapaci della selezione umana; si mormora che in
cambio di questa amputazione sensoriale abbiano acquistato la
capacità di apprendere nuovi comportamenti.
I cani che tornano allo stato
selvatico, i così detti “ferali”, aumentano le percezioni
istintive ma mai completamente.
Il primo compito che il lupus
familiaris ha svolto per l'uomo è stato unicamente, o quasi,
quello
dell' utilità e difesa.
La storia
dell'addestramento alla subordinazione che l'uomo ha esercitato nei
confronti degli animali, ed anche di sé medesimo, è lo specchio, la
sedimentazione storica della mentalità epocale imperante; non
riguarda campi specifici e non è settoriale: essa è.
Anche ai giorni
nostri sotto l'egida della “performanza” si perpetrano
coercizioni, sperimentazioni farmacologiche e frattaglie varie nell'
addestramento degli adolescenti umani all'agone.
Abbiamo
fatto piccoli passi avanti, dal colosseo allo stadio il sangue
versato è decisamente calato; ma, sostanzialmente, siamo ancora
quelli della fionda e della pietra, sotto mentite spoglie.
-Le
tecniche di addestramento rispecchiano dunque i vizi e le virtù
dell' umana gens, storicamente razza assai brutale...-
Dalla scatola di Skinner in poi non è
stato più possibile alla mentalità imperante (di vittoriana
memoria) negare che, senza un coinvolgimento emotivo, senza intelligenza emotiva il processo di addestramento non sviluppa le dovute
potenzialità sinergiche, è puro vacuo riflesso pavloviano.
Il rinforzo positivo ed il
condizionamento operante aprono la conoscenza di nuovi e più
efficaci strumenti educativi in grado di produrre emozionanti ed
edificanti simbiosi fra cane e conduttore: il famoso binomio dove
l'empatia si sostituisce alla coercizione perpetrata nei secoli.
Sappiamo che un cucciolo di uomo
comprende il linguaggio complesso, ancor prima di parlare, a circa 14
mesi e che un cucciolo di cane non deve mancare la sua finestra di
socializzazione: non abbiamo più scuse per sbagliare -performanza a
parte-.
-La mentalità imperante non vuol dire
che non ci siano sempre state eccezioni alla regola dominante-
Recentemente poi, si è arrivati agli
eccessi opposti: la antropomorfizzazione del cane, la tendenza a
considerare il cane un bambino e a trattarlo come tale; ciò è causa
di numerosi problemi e di incidenti anche violenti.
Addirittura si arriva ad affermare che
non bisogna dire “NO!” ad un cane per non traumatizzarlo!!!
Un cane non è un bambino e non è un
uomo,
la sua muscolatura rossa è fatta per
ore di gioco e corse quotidiane, è geneticamente portato
all'esplorazione, al pastoraggio, alla caccia,...deve poter esprimere
l'appagamento dei sensi, l'olfatto in primis, il cane vive in un
mondo prevalentemente olfattivo, deve comprendere il suo status
all'interno della congrega umana e animale...etc...etc...
Etologicamente parlando:
osservando come una cagna educa i
cuccioli, come insegna loro l'inibizione al morso (quando i
dentini,aguzzi come spilli, incominciano a lacerarle i capezzoli) e
alla violenza gratuita, o come pone fine a insistenti e sgradite
moine, possiamo affermare che, se un madre non insegna al cucciolo
l'inibizione al morso e le gerarchie, senza un erudizione
disciplinare, senza i famosi “NO!” materni un cucciolo svilupperà
seri problemi comportamentali.
-Ed abbiamo così posto una pietra
tombale sulle spalle di coloro che sostengono che non bisogna
impartire il comando “NO!” o sgridare verbalmente un cane; forse
il loro peccato è quello di essere cinofili prettamente teorici o
eccessivamente settoriali.-
Guardando il cane da un punto di vista
strettamente etologico e neurofisiologico l'attività cinofila più
stressante in assoluto per un cane è la pet terapy:
ci possono essere alcune eccezioni, ma
normalmente un cane non è fatto per stare fermo o quasi mentre viene
manipolato, più o meno delicatamente, da molte persone.
Della performanza, ovvero degli eccessi
agonistici
Negli sport cinofili, come in tutti gli
altri sport, ci sono coloro i quali ricorrono a sistemi illeciti,
coercitivi, farmacologici e sono dei veri e propri padri-padroni che
vivono sotto lo stendardo: il fine giustifica i mezzi.
Ciò avviene, come per tutti gli sport,
principalmente a livelli agonistici così detti alti e sviluppa anche
una moda educativa basata sulla prestazione ad ogni costo: la
performanza appunto.
Per far fare ad un cane ciò che non
vuole fare si compie ogni scempio.
Ma, ad onor del vero, esistono ampie
sacche di cinofili sportivi nel mondo che creano un binomio con il
proprio cane esclusivamente con il contatto emotivo, il rinforzo
positivo, il co-verbale, il posturale e baggianate simili che però
la scienza ha finalmente comprovato.
Più che arrivare primi, a codesti
cinofili interessa esprimere la realizzazione del binomio in una
manifestazione pubblica.
REGOLAMENTO INTERNAZIONALE PROVE DI
LAVORO PER CANI DA UTILITÀ E DIFESA FCI
approvato dal Consiglio Direttivo del 9
maggio 2012
su parere conforme della Commissione
Tecnica Centrale del 22 marzo 2012
e del Comitato Consultivo degli Esperti
del 4 aprile 2012
in vigore dal 15 maggio 2012
PREMESSA
Da più di dodicimila anni [oltre
100.000] il cane è compagno dell'uomo. Attraverso la domesticazione,
il cane è entrato a far parte del contesto sociale umano, ed ora
sotto molti aspetti è completamente dipendente da noi. Ciò rende
l'uomo fortemente responsabile del benessere del cane.
In particolare durante l'addestramento,
e' di primaria importanza, porre attenzione alla salute sia
fisica che psichica del cane. Principio
fondamentale quindi e' quello di avere nei suoi confronti un
atteggiamento non violento, rispettoso
dell'animale e adeguato alla sua specie. E' scontato che il
cane debba ricevere cibo e acqua a
sufficienza, e che ci si occupi della sua salute, sottoponendolo
a regolari vaccinazioni e controlli
veterinari. È inoltre assolutamente necessario garantire al cane
regolari contatti sociali con l'uomo, e
la possibilità di sfogare a sufficienza il suo naturale bisogno di
attività sia mentale che fisica.
Nel corso della storia, il cane ha
avuto svariati compiti, nello svolgimento dei quali, oggi viene nella
maggior parte dei casi,sostituito dalla
tecnologia. E' quindi ora compito e responsabilità del
proprietario conduttore,dare la
possibilità al cane di svolgere attività e movimento conformi alle
proprie attitudini, a stretto contatto
con esseri umani. A questo scopo sono molto adatte la prova di
BH, la prova di IPO V, e prove di pista
e di ricerca. Il cane dovrebbe avere la possibilità di essere
impiegato ed impegnato in attività
conformi alle sue qualità naturali e alle sue potenzialità. Sono
necessari oltre ad un sufficiente
movimento, anche una attività intensa che tenga conto delle
capacità di apprendere,e delle
attitudini di ogni singolo soggetto: i diversi tipi di attività
sportive
cinofile,sono ideali a questo scopo.
Cani non sufficientemente impegnati in
attività adeguate, possono creare problemi nella società.
Le persone che addestrano il loro cane,
o che si dedicano con esso, ad uno sport cinofilo, devono
sottoporsi ad un accurata formazione,
al fine di ottenere una collaborazione uomo/cane più
armonica possibile.
Lo scopo di qualsiasi tipo di
addestramento è quello di insegnare ad ogni cane cose che lui sia in
grado di fare.
L'armonia fra uomo e cane,
indipendentemente dal tipo di attività cinofila praticata, è il
primo
traguardo da raggiungere. Si può
arrivare a tale armonia solo se ci si riesce ad immedesimare
nella mente del proprio cane, imparando
a conoscere le sue doti e le sue qualità naturali.
L'uomo ha l' obbligo etico di educare
ed addestrare a sufficienza il proprio cane. I metodi che
devono essere utilizzati,devono
fondarsi su conoscenze sicure,basate su studi di etologia e di
cinologia.
Per ottenere gli obiettivi di
educazione, addestramento, o allenamento che ci si prefigge, deve
essere impiegato un metodo non violento
e positivo per il cane. Strumenti di educazione,
addestramento o allenamento non specie
compatibili non sono ammessi (in conformità con le
norme a tutela del benessere animale).
L'impiego del cane nello sport, si deve
basare sulle sue qualità naturali, sulle sue potenzialità,e
sulla sua disponibilità; non è
ammesso influenzare le naturali prestazioni del cane con medicinali o
strumenti non adeguati.
L'uomo ha l'obbligo di conoscere a
fondo le attitudini del proprio cane: chiedere al cane prestazioni
che non può dare non è eticamente
accettabile.
Un cinofilo responsabile parteciperà a
prove, gare ed allenamenti solo con cani sani e in adeguata
forma psicofisica.
Iscriviti a:
Post (Atom)