di Christian Luongo
Alla
stregua di tutti i (C)apolavori anche il lungometraggio di Landis si
presta a numerose, poliedriche, chiavi di lettura molte delle quali
già espresse da altri utenti e sulle quali non mi soffermerò,
punto, proprio perchè già, ampiamente, trattate.
Quello
che, invece, voglio rimarcare è la dimensione escatologica
altrimenti assente nelle considerazioni dianzi esposte un aspetto,
questo, clamorosamente ciccato
anche
nelle pletore di recensioni che ho avuto modo di leggere nel corso
degli anni.
Le
vicissitudini di Jake ed Elwood, infatti, altro non sono che
un'allegorica trasposizione della vita di Gesù sovrapposta in un
contesto dinamico che, in un equilibrio schizofrenico, oscilla
paurosamente fra il sacro ed il profano incastonata nella musica –
il vero filo conduttore del lungometraggio – che costituisce, essa
stessa, il Verbo.
Landis,
quindi, rivisita con delle variazioni
sul tema,
usando un linguaggio squisistamente pentagrammatico, il vangelo –
meglio, i vangeli ! – proiettando il canovaccio religioso in una
dimensione laica lasciando, qua e là, degli specifici riferimenti
inframezzati, al contempo, a degli elementi fuorvianti.
La
predestinazione di Jake è resa evidente sin dalle prime sequenze
quando, all'uscita del penitenziario, emerge da una luce abbagliante
che avvolge, subito dopo, anche il fratello e che ci rende edotti,
sin dall'inizio, della dimensione trascendentale
che impregnerà, da quel momento, il canovaccio del lungometraggio ;
luce che compare, ancora una volta, quando i due si recano dalla
"pinguina"
– sorella Mary – e che comparirà un'ultima volta nella chiesa
del reverendo Cleophus James allorquando, non a caso, Jake prende
coscienza – insieme al fratello ! Ed è qui una delle variazioni
sul tema della storia di Landis - della sua missione.
Questo
frammento è estremamente indicativo perchè rievoca,
immancabilmente, il battesimo di Gesù ad opera di Giovanni Battista
tant'è che sarà solamente dopo aver ricevuto il sacramento
che il nazzareno comincerà, attivamente, la sua missione anch'essa,
se vogliamo, per conto di Dio.
I
riferimenti continuano : l'inseguimento nel centro commerciale se,
da un lato, può essere – parimenti correttamente – interpretato
come una qual sorta di dissacratorio
way of life
d'oltreoceano rievoca, immancabilmente, la devastazione nel tempio
operata da Gesù che, letteralmente, spazza via tutti gli esercizi
commerciali ivi annidati. Emblematico, a mio giudizio, è il
dettaglio,
sapientemente rimarcato da Landis, che Elwood e Jake menzionino,
dapprima, e sfascino, contestualmente, i locali commerciali
dislocati all'interno del complesso quasi come se il regista volesse
suggerirci, di sottecchi, questa allegoria.
Per
non parlare, poi, di Ray, il proprietario del negozio di strumenti
musicali da cui la band si reca per fare incetta di materiale previo
cambialone,
il quale è cieco peculiarità, questa, di cui lo spettatore ne è
consapevole a
priori
poichè
Ray Charles è, effetivamente, cieco.
Eppure
il nostro ci vede benissimo come dimostra, subito dopo, quando
tira delle revolverate ad un ragazzino di colore infiltratosi
nell'esercizio con l'intento di rubare una fender stratocaster oppure
quando, rivolgendosi a Murph, cerca di ricomprare a prezzo stracciato
gli amplificatori foderati di velluto rosso a meno della metà del
prezzo con il quale glieli aveva venduti sei mesi prima ; epperò,
correttamente, Landis ce lo mostrerà, più tardi, quando appende al
contrario il volantino pubblicitario dei Blues Brothers quasi a
volerci rimarcare l'aspetto della cecità di Ray, un tentativo
fuorviante volto a mascherare un altro riferimento, celeberrimo, ad
uno dei miracoli di Gesù.
L'arruolamento
dei componenti della band, anch'essa, rimanda immancabilmente al
reclutamento dei discepoli di Gesù ; mr. Fabolous è il famigerato
Matteo pubblicano esattore delle tasse, certo, ma, soprattutto,
benestante e, socialmente, abbiente ; non a caso, il nostro
è
l'unico, fra i vecchi componenti della band, ad avere una posizione
privilegiata all'interno di uno dei ristoranti più sontuosi della
città.
Mutt
Murphy – e la variabile
Lou
Marini – altri non sono che Simone detto Pietro e suo fratello
Andrea i quali lasciano le loro famiglie per seguire il maestro
laddove il resto della band – musicisti falliti finiti nel
dimenticatoio di un Holyday Inn – rievocano i poveri pescatori cui
Gesù si rivolge per diffondere la nuova dottrina ovvero uomini
ordinari dotati, però, di uno straordinario talento ; ed è
emblematica la trasmormazione estetica del gruppo Murph
& the magic tones allorquando,
dismesse le loro vesti di entreneuse
assurgono
alla dimensione di immensi musicisti.
Riletta
in questo modo la disavventura che capita alla band nel locale Bob's
country bunker richiama
alla memoria la traversata nel deserto – non a caso il locale è
dislocato in un posto altrimenti inaccessibile tant'è che occorrono
più di tre ore per raggiungerlo – così come, altro riferimento
lapalissiano, i membri del partito nazista – altrimenti
indecifrabili nel contesto del lungometraggio – fanno da spunto
alla fazione più intransigente del consiglio ebraico, quella
farisaica, che parimenti voleva la morte di Gesù.
E
se all'orto di Getsemani occorse qualche milite per trarre in arresto
il nazzareno qui, di contro, vengono mobilitati tutti – ma proprio
tutti – i reparti militari dell'esercito statunitense una chiave di
lettura grottesca ed, al contempo, semplicemente fantastica.
Questi
spunti, ce ne sono molti altri invero, conferiscono, dunque, al
lungometraggio un'altra chiave di decodificazione affatto diversa
nella quale Dio, ancora una volta, predilige servirsi delle persone
piùimprobabili
–
il figlio di un falegname, prima, un emarginato ed un detenuto, poi –
per perseguire i suoi scopi – il pagamento della retta
dell'orfanotrofio – salvo, poi, abbandonarle al loro destino –
non appena incassano la ricevuta Jake ed Elwood vengono,
immediatamente. e non a caso, tratti in arresto ! – al fine, però,
di diffondere il Verbo
–
la musica che, parimenti non a caso, campeggia nelle ultime sequenze
dove la band si esibisce all'interno del penitenziario – fra gli
accoliti più miserandi della società.
E
questa reinterpretazione del vangelo da parte di Landis è,
semplicemente, meravigliosa.
O,
almeno, è quello che io penso