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mercoledì 30 marzo 2011

Nikolai Andrianov

Nel bailamme mediatico e multimediale dei nostri giorni, catalizzato dalla spedizione militare in Libia, l'agenzia ANSA ha battuto una notizia passata, gioco forza, in sordina che, in poche e scarne righe, annunciava la morte di Nikolai Andrianov.

Chi sia stato e che cosa abbia rappresentato Andrianov per il mondo dello sport, per i giochi olimpici, per la ginnastica e, infine, per l'Unione Sovietica non sta a allo scrivente dirlo, certo, ma cosa abbia rappresentato, viceversa, per me è un'altra storia che spetta, naturalmente, a me e a me soltanto cercare di descrivere e raccontare in queste poche, ed inadeguate aggiungo, righe che mi appresto a redigere.

Il mio primo incontro con Nikolai Andrianov risale al 1976 in concomitanza della celebrazione dei giochi della XXI olimpiade tenutisi a Montreal, in Canada. A differenza di quelli di Monaco di quattro anni prima la Rai diede un risalto assai più ampio, nei suoi palinsesti, alle svariate discipline che costellarono quella edizione ed una, in particolare, colpì moltissimo la mia immaginazione inchiodandomi, letteralmente, davanti al teleschermo ; era, naturalmente, la ginnastica uno sport, quello, di cui, praticamente, ne ignoravo financo l’esistenza, per così dire, in quanto, nelle stereotipate categorie mentali di un adolescente di appena dieci anni, la reputavo intrinsecamente connessa all’emisfero femminile laddove noi uomini, si fa per dire naturalmente, ci appassionavamo per discipline invero più rudi e virili come la boxe, il basket – allora ancora pallacanestro – ed, ovviamente, il calcio.

E furono tre gli atleti che mi colpirono in particolar modo ovvero la ginnasta rumena Nadia Comaneci, quella russa Olga Korbut ed, appunto, Nikolai Andrianov.

Quella edizione, lo seppi solamente a posteriori, segnò un cambio epocale in questa disciplina perché ne enfatizzò l’aspetto squisitamente atletico in virtù, se vogliamo, di una attenzione dei giudici molto diversa rispetto a quella che aveva contrassegnato le edizioni dei giochi antecedenti.

L’avvento della Comaneci e, più in generale, della scuola rumena eclissò quella sovietica – di cui la Korbut era la indiscussa protagonista – in quanto la preparazione, l’impostazione degli esercizi – in special modo nel corpo libero – e quant’altro mise in risalto, appunto, la fisicità del copro e delle performance a scapito proprio della eleganza e della grazia.

Molte ginnaste sovietiche, tanto per intenderci, conoscevano, a malapena, cosa fossero gli esercizi di potenziamento muscolare tant’è che molte delle palestre sorgevano adiacenti a delle scuole di danza classica e l’imprintig di questa disciplina era una qual sorta di commistione meravigliosa fra la ginnastica, nel senso canonico del termine, ed, appunto, il balletto per cui quando la Korbut, plurimedagliata ai giochi olimpici di Monaco di quattro anni prima, si recò a Montreal a difendere lo scettro mondiale di questa disciplina si ritrovò completamente spiazzata in quanto, adesso, l’attenzione dei giudici era maggiormente imperniata sulla elasticità e sulla dinamicità del corpo piuttosto che sulla armonia delle figure descritte.

L’avvento della scuola rumena e del suo rivoluzionario approccio tecnico apportò una serie di mutamenti epocali a cominciare, ad esempio, dall’età media delle sue atlete in quanto un fisico prepuberale è, decisamente, assai più predisposto a dei cambiamenti strutturali rispetto a quello di una adolescente ovvero di una donna ; se, per capirci, la Korbut aveva, all’epoca dei giochi di Montreal, addirittura 21 anni la Comaneci, viceversa, ne aveva appena 14.

Questo, però, implicava un logoramento senza precedenti delle atlete nonché un precocissimo invecchiamento di cui pagò dazio la stessa Comaneci la quale, ai giochi olimpici di Mosca dell’80, fu la pallida controfigura di sé stessa ; e nell’ottanta la Comaneci aveva, appena, 18 anni.

Nikolai Andrianov, invece, costituiva una meravigliosa sintesi fra la potenza muscolare e la grazia innata che gli consentiva di esibirsi, da protagonista assoluto, nelle discipline più disparate primeggiando, quindi, indifferentemente agli anelli ovvero al corpo libero e che, letteralmente, folgorò lo scrivente quando lo vide esibirsi, per la prima volta, a Montreal.

Il palmares conseguito da Andrianov alle olimpiadi di Montreal fu, a dir poco, impressionante : il sovietico conseguì quattro ori – nel concorso individuale, nel corpo libero, agli anelli e nel volteggio – due argenti – nella gara a squadre e nelle parallele – ed un bronzo nel cavallo che era, se vogliamo, il suo tallone d’Achille.

A Montreal Andrianov arrivò nel pieno della sua maturità agonistica – aveva, allora, ventiquattro anni – e diede il meglio di sé riuscendo a reiterare, naturalmente solo in parte, quegli esiti anche ai giochi di Mosca dell’80 dove conseguì l’oro nella gara a squadre e nel volteggio, l’argento nel concorso individuale e nel corpo libero ed il bronzo nelle parallele chiudendo, così, in maniera consona e dignitosa una carriera, a dir poco, fantastica.

Ma l’aspetto, direi, misconosciuto di Andrianov fu che, una volta uscito di scena, il ginnasta restò, volutamente, ai margini del proscenio politico di quegli anni.

A differenza di altri atleti – Valery Borzov, ad esempio – che entrarono nell’establishment del partito ricoprendo dei ruoli di prestigio in ambito sportivo – lo sport era, naturalmente, una qual sorta di vettore propagandistico del mondo comunista che sfruttava, al meglio, i suoi atleti ed Andrianov non fece, né avrebbe potuto fare del resto, eccezione – Andrianov chiese, ed ottenne, unicamente il permesso dalle autorità locali per impiantare una scuola di ginnastica.

Questo aspetto fa specie se teniamo, doverosamente, di conto che, contestualmente, in altri regimi totalitari molti atleti plurimedagliati alle Olimpiadi – penso, ad esempio, ai cubani Juantorena e Stevenson – sfruttarono appieno l’eco delle loro affermazioni ai giochi ritagliandosi un ruolo prestigioso all’interno degli apparati del partito.

Andrianov, invece, ne restò fuori, volutamente, probabilmente perché era un uomo, prima ancora che un atleta dunque, di una caratura – e di uno spessore, aggiungo – decisamente diverso che il suo sguardo, dolcissimo, lasciava trapelare senza dubbi di sorta.

Nikolai Andrianov era la quintessenza della trascendenza che, alle volte, si diletta a metamorfizzarsi nella trascendentalità cogente lasciandoci scorgere, distrattamente, la dimensione dell’infinito a cui noi tutti, in un modo nell’altro, apparteniamo ed alla quale dovremmo tendere e la sua grazia, eterea, era lì, in qualche mondo, a rammentarcelo.

Andrianov si è spento per i postumi di una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che lo ha costretto a trascorrere gli ultimi anni su una sedia a rotelle amaro, nonché beffardo, epitaffio per un uomo che ha speso la sua vita nell’arte del movimento.

Eppure mi piace pensare che anche in quella immobilità forzata abbia preservato quella grazia innata che me lo ha fatto amare, oltremodo, in quel lontano 1976.

Addio Nikolai. Da questa sera il cielo stellato dentro di me è un po’ meno armonico perché si è eclissata una delle sue stelle più fulgide.

venerdì 25 marzo 2011

Difese naturali da emergenza radioattiva o da radioattività permanente 2

Difesa antiradioattiva del sistema linfatico e delle ghiandole

Il sistema linfatico è costituito da una rete di canali nei quali sono inserite delle linfoghiandole (nodi linfatici) funzionanti come filtri. Le linfoghiandole trattengono o distruggono parzialmente virus, batteri, impurità, etc.., ma producono anche cellule speciali, chiamate immunocompetenti, perché capaci di riconoscere tutto ciò che danneggia l'organismo e di impedirne la penetrazione nel sistema circolatorio generale.
La linfa è un liquido che si forma per trasudazione dei capillari sanguigni e che provvede a nutrire le cellule e a raccogliere le loro sostanze di rifiuto come ad accogliere le sostanze digerite e ad immetterle nel sangue.
Le ghiandole più importanti esposte ai danni radioattivi sono: fegato, cistifellea, pancreas, milza, reni, polmoni, ghiandole digestive, tiroide, timo, surrenali, ipofisi, ghiandole sessuali.
Il benessere generale dell'organismo dipende sostanzialmente dal sistema linfatico e dalle ghiandole.
Le radiazioni beta e gamma seccano, ustionano o invecchiano precocemente i tessuti colpiti. Alcuni radionuclidi si depositano nelle ghiandole: lo Jodio-131 nella tiroide, nel fegato e nelle ghiandole sessuali, il Cobalto-60 nel pancreas, il Cromo-51 nei reni e nella tiroide, il Plutonio 239 nei polmoni, il Potassio-40 negli organi sessuali e, se i radionuclidi non vengono rimossi al più presto, operano una distruzione radicale delle cellule locali, perché riescono ad aprire la molecola del DNA e a infiltrarvisi insieme ad altre sostanze d'appoggio.

La difesa del sistema linfatico e delle ghiandole

Per tale difesa si deve limitare l'ingestione di alimenti radionuclidizzati mediante la predecontaminazione del latte, della frutta e verdura e delle carni, la protezione delle mani e dei piedi con la polvere di argilla al borotalco e l'intero corpo con frequenti docce o bagni ai saponi liquidi decontaminanti.
La difesa interna si perfezione anche integrando l'alimentazione proteica con carne secca, costituita da estratti di organi animali(tiroide, pancreas, mucosa uterina, reni, milza, etc...) usatissimi dalla naturopatia internazionale, specie tedesca, per il loro potere plastico e stimolante. L'alimentazione vegetale, invece, si integra con macerati e fermentati, che forniscono enzimi, vitamine, sali minerali e autolisati freschissimi e a pronta assimilazione con valore biologico superiore alla comune verdura fresca.
Gli enzimi, costituiti da grandi molecole proteiche, sono i portatori dei meccanismi di tutte le reazioni chimiche dell'organismo umano; essi hanno la capacità di innescare la reazione chimica richiesta in quel dato momento e in quella situazione sia ordinaria che straordinaria.
I fermentati vegetali comuni vanno dai crauti ai lieviti selezionati e fermentati con erbe officinali e con particolari complessi minerali. La loro preparazione richiede almeno un mese e viene condotta a temperature costanti.

Fermentati attivi

I fermentati antiradioattivi devono sopperire alla necessità del sistema nervoso, sanguigno, linfatico, ghiandolare, muscolare, osseo e pertanto si preparano in modo che giovino a tutti i sistemi menzionati.
Un fermentato base è questo:
100gr di chicchi di frumento
400gr di rape rosse, rapanelli, qualche carota (2/3 di rape rosse)
200gr di sedano
100gr di patate
200gr di foglie verdi (lattuga, radicchi, etc..,)
10 foglie di salvia
1 cucchiaino di radici spezzettate calamo aromatico
1 o 2 cucchiai di sale grosso
2 cucchiai di aceto di mele o succo di crauti o di siero di latte.

Il tutto si mescola con le mani per circa cinque minuti, si mette in un vaso con coperchio ermetico e si lascia fermentare per almeno quattro settimane. (Ma il tempo ottimale è di sei settimane).
L'aggiunta di estratto di propolis, echinacea, ortica dioica, achillea, tiglio, biancospino, tarassaco, equiseto conferisce al fermentato delle straordinarie proprietà cicatrizzanti, rivitalizzanti e disinquinanti.

Chicchi di frumento attivi

Si coprono i chicchi con uno spessore di acqua, che li sovrasti di almeno 4cm e che si cambia ogni giorno. Si lasciano immersi dalle 48 alle 72 ore e, infine, si risciacquano e si mangiano conditi con sale, olio [extravergine di oliva] e aceto
come una normale verdura o si addolciscono e si consumano come un dolce oppure si mescolano ai primi piatti, alle verdure o alla marmellata.
I chicchi attivi sono ricchi di vitamine, enzimi, sali minerali a pronta assimilazione e possono sostituire qualsiasi verdura. Si sopperisce alla clorofilla mancante, che è un protettore delle mucose intestinali, aggiungendo all'alimentazione quotidiana da una a 15 gocce di soluzione di clorofilla al 10%, a secondo dell'età e del fabbisogno, mescolata a un succo di frutta o di ortaggi o semplicemente a due o tre cucchiai di acqua o altro liquido.

Difesa antiradioattiva del sistema sanguigno

Il sangue è un tessuto nutritivo prevalentemente liquido, che alimenta e ossigena tutti i tessuti dell'organismo, i quali, a loro volta, gli cedono i loro rifiuti e i loro veleni affinché esso li elimini soprattutto attraverso i polmoni, il fegato e i reni.
Il primo compito del sangue è quello di mantenere le comunicazioni tra gli organi e i vari tessuti tramite gli ormoni, ricevuti direttamente dall'ipofisi, dalla tiroide, dalle surrenali e dalle altre ghiandole endocrine.
Il secondo compito del sangue è quello di inattivare sostanze pericolose, penetrate nell'organismo o attraverso la pelle e il respiro o attraverso gli alimenti e le bevande, tramite gli anticorpi, ricevuti direttamente dal sistema linfatico, dalla milza e dal midollo osseo.
Il terzo compito del sangue è quello di graduare l'equilibrio della pressione tra l'esterno e l'interno mediante variazioni respiratorie. (L'emotività spinge violentemente il sangue verso l'interno-pallore- o verso l'esterno-rossore-, con alterazioni delle comunicazioni fra gli organi e tra tessuti.)
Date le caratteristiche del sangue, la sua difesa organica coincide con la difesa del sistema linfatico, ghiandolare e osseo; inoltre, tale difesa comprende l'uso cosciente di tre delle sei respirazioni biologiche: la respirazione vegetativa, in apnea libera e in apnea geometrica. A difesa delle comunicazioni con gli organi e i tessuti è di grande aiuto la respirazione vegetativa, a tempi pari di inspirazione e espirazione e con esclusione del benché minimo trattenimento d'aria. La respirazione vegetativa si fa tre o quattro volte al giorno per la durata di 15 minuti.
Le respirazioni in apnea, invece, riducendo il numero delle inspirazioni, riducono l'entrata di radiazioni e di radionuclidi nell'organismo e di conseguenza proteggono le ghiandole endocrine, i linfonodi e di conseguenza, i livelli ormonali e quelli degli anticorpi del sangue.
La respirazione nelle due apnee si adotta più volte al giorno per una durata del più lungo possibile.
Il controllo degli stati emotivi, per evitare variazioni brusche nella velocità del sangue, con conseguenti sforzi sulle pareti delle arterie e delle vene, si fa imparando a disciplinare e a scegliere gradualmente l'intensità e la qualità dei pensieri e dei sentimenti.
Il sangue presente nelle vene, durante un emergenza radioattiva, va naturalmente difeso per circa tre mesi mediante l'assunzione ai tre pasti di una punta di cucchiaino di questa miscela salina:

cloruro di sodio: un cucchiaino
cloruro di potassio: mezzo cucchiaino
cloruro di magnesio: un cucchiaino
fosfato di calcio: un cucchiaino
fosfato di ferro: un quarto di cucchiaino

La difesa della composizione del sangue richiede gli stessi accorgimenti della difesa dell'integrità del DNA, cioè della molecola cellulare archetipa di specie.
Dagli studi di termodinamica cellulare è emerso che la catena di acido fosforico e quella dello zucchero, legate tra loro dai legami di Idrogeno delle quattro basi, rimane saldamente chiusa se i metalli alcalini Sodio e Potassio e gli alcalino-terrosi Calcio e Magnesio si fissano ai fosfati.
Se nell'organismo e nel sangue il Sodio, il Potassio, il Calcio e il Magnesio soddisfano al fabbisogno biologico, la possibilità che i raggi ustionanti beta e gamma facciano una breccia nelle molecole del DNA diminuisce e comunque la breccia non è destinata a rimanere aperta, mettendo a nudo l'intera molecola del DNA.
Lo stesso sangue viene qualitativamente e quantitativamente difeso dalla miscela e dall'integrazione alimentare di fermentati e di fermentati ai lieviti di piante officinali.

Difesa antiradioattiva del sistema nervoso

Il sistema nervoso è un insieme di organi centrali, contenuti nella scatola cranica e di organi periferici, collegati agli organi centrali, ma dislocati nell'organismo. Sia gli organi centrali sia quelli periferici ricevono impulsi dall'ambiente esterno e dal metabolismo corporeo interno, inviano all'organismo intero tutti gli stimoli, che regolano i processi vitali, uniscono e coordinano l'insieme di tali processi affinché la vita biologica e di relazione di ogni individuo scorra secondo le leggi della specie.
E' noto che le radiazioni nucleari, costituite da particelle elettriche o da fotoni, irritano e ustionano le terminazioni nervose e i nervi degli animali e degli esseri umani. Le api, per esempio, durante un'emergenza nucleare assalgono qualunque apicoltore, che si azzardi ad armeggiare intorno all'arnia oppure, è successo anche questo, hanno aggredito dei tacchini, che razzolavano a una cinquantina di metri di distanza e li hanno uccisi.
Le radiazioni innervosiscono i bambini piccoli, mentre negli adulti provocano vertigini, pesantezza di testa, mal di testa, nevralgie, intontimento, lentezza di riflessi.
La protezione viene fatta con assunzione di chicchi di frumento attivi, due volte al giorno, con estratto di grano germogliato di eleuterococco e di ginseng, mescolati assieme; la dose va da 3 a 30 gocce a seconda della gravità dei sintomi. Si completa con un cucchiaino di lecitina integrale di soia al mattino e uno alla sera, prima di coricarsi e con l'uso di opportune quantità di cloruro di magnesio.
Il sistema nervoso si rinormalizza lentamente dai traumi subiti e pertanto le sostanze protettive si assumono per almeno un anno secondo cicli di tre settimane l'uno.
[…]

-Tratto da “La Decontaminazione Radioattiva dei cibi, delle bevande, dell'organismo umano, degli animali e delle cose”
di Mercedes Deotto Salimei, editrice Saval, Bologna 1986-


P.S.: Abbiamo volutamente tralasciato le posologie specifiche dei trattamenti sovraesposti, per il semplice motivo che non siamo dei medici e che i trattamenti suddetti sono validi per organismi sani: alcune sintomatologie patologiche o anche semplici intolleranze alimentari possono trovare nocumento nell'applicazione dei principi esposti.
Lo scopo principale di questo post è farti capire che il nostro corpo è una macchina dalle straordinarie capacità, in grado di affrontare le situazioni più estreme: dentro di noi vi sono risorse per qualsivoglia evenienza, bisogna solo prendersi cura di sé. Le soluzioni ai problemi più gravi sono spesso di una semplicità sconcertante.
Vogliamo sottolineare anche la pessima abitudine dell'informazione dominante che, invece di “informare” ed assumere atteggiamenti costruttivi, innalza nell'etere i vessilli dell'incubo e della paura per terrorizzare le masse e diffondere il senso d'impotenza.
Infine, questo post è una testimonianza, ed un ringraziamento, per tutti quelli che anziché cercare di “colonizzarti l'inconscio” a fini prettamente utilitaristici, agiscono nel nome dell'amore per l' essere umano, della conoscenza e della condivisione...

Il libro è datato ma ancora valido - erano i tempi di Cernobyl- (devo ringraziare Romano e Rossella che me lo hanno regalato nei primi anni novanta in quel di Bologna); recentemente sono state riscontrate proprietà antiradioattive nella Spirulina e nella Chlorella
http://www.naturalnews.com/030030_chlorella_superfood.html

http://www.naturalnews.com/027740_spirulina_chlorella.html
Link utili (in Inglese):

http://www.gaia-health.com/articles401/000417-homeopathy-radioactivity.shtml








mercoledì 23 marzo 2011

Jhon Steinbeck




In questo bel libro del 1936 dello scrittore americano si narrano le vicende delle lotte sindacali della classe lavoratrice statunitense.

Attraverso le vicissitudini di un attivista del partito comunista americano in cerca di proseliti tra i lavoratori in sciopero, Steinbeck ci racconta quanto i lavoratori siano sfruttati dai capitalisti quanto dai comunisti...

martedì 22 marzo 2011

Muhammad Ali, Joe Frazier e George Foreman, ovvero quando la (S)toria trasvola sul ring, postilla

Siamo arrivati, oramai, quasi alla conclusione di questa lunga panoramica sul mondo della boxe statunitense degli anni '70 anche se poi, a ben vedere, il pugilato è stato un mero canovaccio per inserire delle variazioni sul tema e parlare, così, d'altro. Ho cercato, nelle quindici note precedenti, di focalizzare alcune chiavi per leggere, a grandi linee, la storia recente degli Stati Uniti con specifico riferimento alle componenti afroamericane che sul quadrato, nella categoria dei massimi ma non solo, han sempre avuto una notevole visibilità sin dagli anni '30 quando, sul proscenio della boxe statunitense, si impose Joe Louis e, d'altro canto, in tutto il dopoguerra con la sola eccezione di Rocky Marciano - il quale preservò la corona mondiale dal '52 al '55 ritirandosi dall'attività agonistica invitto - nessun altro boxeur bianco ha mai vergato pagine realmente significative in questa categoria. Abbiamo parlato di modello segregazionista vigente in alcuni stati confederali del sud, un modo diverso, questo, di inquadrare in una ottica più equilibrata le tensioni sociali che pure han pervaso parecchi paesi facenti parte degli Stati Uniti. Abbiamo cercato di parlare di razzismo evidenziando come la xenofobia tout court, pur presente, sia sempre stata una componente insignificante nel novero della storia americana, certo molto mediatizzata ma assai poco allignante nel tessuto sociale e, soprattutto, niente affatto unidirezionale bensì biunivoca.
Abbiamo cercato di superare la visione deamicisiana della tratta degli schiavi dall'Africa agli Stati Uniti così come abbiamo sfiorato, marginalmente invero, l'essenza stessa della schiavitù e di quel che, comunemente, viene inteso come schiavismo.
Abbiamo cercato di dare qualche barlume in più sul modus pensandi degli americani, sul loro americanismo e su alcuni cardini che, in un certo qual senso, presiedono financo alle stesse istituzioni politiche.
Abbiamo, inoltre, dato una rapida scorsa anche alla politica estera statunitense con particolare riferimento agli scenari sudamericani, del sudest asiatico e dell'Africa subsahariana cercando di dare al lettore una prospettiva diversa perchè, al di là di ogni considerazione puramente emotiva, gli Stati Uniti - piaccia oppure no - sono un grande paese e, come tale, svolgono, a livello planetario, una politica da grande potenza alla stregua, se vogliamo, della Roma imperiale degli Augusto e dopo l'implosione del blocco sovietico e, in senso lato, del socialismo reale hanno, vieppiù, accentuato la loro leadership.
Abbiamo, ancora, esplorato anche la valenza religiosa che ha sempre contraddistinto le comunità afroamericane con particolare riferimento proprio a George Foreman ed al suo grande ritorno sul ring alla veneranda età di trentanove anni nonchè al conseguimento - meglio, riconseguinento - della corona mondiale dei massimi a quarantaquattro un record, questo, tuttora unico nel suo genere e, credo, difficilmente eguagliabile pur con tutti i limiti dianzi esposti.
Ed abbiamo, infine, parlato di storie del sud perché Muhammad Ali, George Foreman e Joe Frazier erano tre afroamericani tutti facenti parte del novero degli stati del sud della confederazione statunitense per cui il nostro racconto si connota, altresì, di un malcelato orgoglio campanilista.
Ignoro se quanto da me esposto, in queste note a latere, potrà essere suffragato, ovvero confutato, in pubblicazioni storiografiche nè, del resto, può interessarmi oltremodo anche poichè, non essendo uno storico, le mie ricostruzioni non potevano essere avallate da documentazioni ufficiali e, del resto, la rigorosità scientifica - certamente auspicabile - non poteva trovare fissa dimora in alcuni post inerenti il pugilato.
Ciò nondimeno le mie ricostruzioni - anche quelle più strampalate, anzi forse ancor di più quelle ! - han cercato di svilupparsi secondo una logica squisitamente matematica cercando di tracciare un quadro più ampio e più coerente con tutta una serie di considerazioni apparentemente marginali ; pensiamo, solo per un istante, alle problematiche logistiche inerenti le deportazioni coatte di centinaia di migliaia di africani liberi da un continente all'altro che mi hanno indotto a cercare, di quella trasmigrazione, una spiegazione diversa da quelle propinateci la quale, pur essendo politicamente scorretta, mi sembra possa essere quella che, maggiormente, si avvicini a quanto, realmente, accadde.
Io penso che se si vuole, realmente, cercare di capire la storia recente degli Stati Uniti è indispensabile dismettere, e celermente, il nostro habitus mentale europeo - ed italiano, in particolar modo - e cercare di prendere un pò le distanze da sè stessi, dalla propria storia e dalla propria cultura approcciando in modo nuovo - virginale, direi - le problematiche americane un pò come fecero, se vogliamo, le avanguardie intellettuali, e non solo quelle per la verità, che caratterizzarono le prime ondate immigratorie nel nuovo mondo dalla vecchia Europa.
E cercare di capire, beninteso, non equivale ad agiografizzare la storia americana tout-court ma, senza meno, è di ausilio nel discernimento del significato di quegli eventi e di come, per riflesso, gli americani guardino il mondo e si riflettano in loro stessi.
Io penso che sia estremamente importante cercare di capire altrimenti si corre il rischio, serio, di leggere il mondo americano con dei filtri assolutamente inadeguati - le ideologie - e di reiterare, su un piano diverso, la stereotipata, ed assolutamente inadeguata, visione antitetica marxista - ovvero la tipica dicotomia popperiana - che di storico, e storiografico, ha invero assai poco e che è pervasa, intrinsecamente, da una sorta di massimalismo ideologico che, a ben vedere, non si discosta poi molto da alcune posizioni radicali connaturate alle dottrine religiose.
Poi, quasi marginalmente se vogliamo, abbiamo parlato anche di pugilato ma ho cercato di contestualizzarlo in un quadro assai più ampio prendendo spunto dal fatto che la boxe è stata, lo è tuttora, una disciplina che ha veicolato - come poche altre - le istanze sociali dei ceti meno abbienti.
Sinceramente ignoro se, negli Stati Uniti, anche altri sport nei quali gli atleti afroamericani sono, per tradizione, protagonisti - penso al basket, ad esempio - abbiano rivestito, ovvero rivestano, una valenza similare.
Ho focalizzato la mia disamina sul pugilato poichè, sin da ragazzo, ne ero un fervido appassionato nonchè, al contempo, grande sostenitore di Muhammad Ali anche se soltanto con la maturità ho potuto apprezzare boxeur straordinari come Joe Frazier e capire che la grandezza del mio Ali era intrinsecamente connaturata proprio alla presenza contestuale sul ring del suo acerrimo rivale Smokin' Joe che, naturalmente, in quel di Manila, nel 1975 quando avevo appena nove anni, epidermicamente detestavo.
Ho focalizzato la mia attenzione sul pugilato perchè ho avuto la fortuna di avere un mentore - mio padre - che mi ha avvicinato, pazientemente, alla noble art e che mi consentiva di star sveglio sino a tardi per poter assistere, in presa diretta, agli incontri più emozionanti sfidando le reprimende di mia madre che, naturalmente, esigeva che, a quell'ora tarda, io fossi già a letto e, d'altro canto, penso sia quasi inutile sottolineare che il giorno dopo ero assente giustificato - proprio da mio padre - dai banchi di scuola.
Non ho mai saputo dove questa sua passione abbia preso le mosse tenendo di conto che nessuno dei suoi due fratelli l'aveva mai nutrita. Posso presumere che la sua amicizia con il pugile napoletano Elio Cotena possa essere stato uno dei movens primigeni e, pur tuttavia, ritengo che l'amore della boxe faceva parte di un quadro, parimenti, assai più ampio poichè mio padre cercava sempre di andare oltre ed, in questo specifico contesto, riusciva a vedere, ed a trasmettermi, il bello - nel senso, propriamente, estetico del termine - insegnandomi a ricercarlo ed a carpirlo, nella sua intrinseca essenza, financo da uno spettacolo, all'apparenza, meramente brutale come un incontro di pugilato e questa sua peculiarità me lo aveva sempre dipinto alquanto diverso dai sui fratelli - ai quali era, pur tuttavia, estremamente legato - sensazione, questa, suffragata a posteriori negli anni della mia maturità, del mio ingresso nel mondo del lavoro nonchè, di recente, dalla mia paternità.
E sono stati, in particolar modo, due i pugili che maggiormente apprezzava e dei quali, inutile dirlo forse, mi sono infatuato precocemente anche io ; uno era, naturalmente, Muhammad Ali e l'altro era Carlos Monzon del quale mio padre non perdeva neanche un incontro.
Da mio padre ho imparato termini come jobs, uppercut, ovvero ganci, montanti e quant'altro che mi hanno consentito, in poco tempo, di impadronirmi del lessico boxistico. Ma, soprattutto, ho imparato il rispetto ed il riconoscimento di quelle regole non scritte che allignano anche in un luogo apparentemente franco come quello del ring.
Sono stati due i momenti più intensi che ho vissuto insieme a lui ; il primo, meraviglioso, fu la notte di Kinshasa nella quale mi venne a destare in piena notte per consentirmi di assistere, in presa diretta, a quello che passerà alla storia come uno dei match più belli in senso assoluto della boxe e rammento, nitidamente, il mio malcelato orgoglio col quale, il giorno dopo, feci sfoggio davanti ai miei amici di quell'incontro descrivendolo agli astanti che, increduli, quasi pendevano dalle mie labbra.
Ed il secondo, drammatico, fu il match con Larry Holmes al termine del quale proruppi in un pianto scomposto forse perchè inconsapevolmente consapevole che con il tramonto di Ali se ne andava una parte meravigliosa della mia infanzia.
Certo avrei voluto chidergli tante altre cose ed, in particolar modo, da dove avesse attinto questa sua passione per la boxe e come avesse intuito, dopo nemmeno due round, il capolavoro tattico di Muhammad Ali a Kinshasa.
Purtroppo sono, fra le molteplici, due domande alle quali non potrò mai avere risposta poichè quando avrei potuto formulargliele, tutto preso com'ero preso da me stesso e dalle mie pressanti problematiche contingenti, non gli accennai mai nulla.
Ed è a lui, che mi ha donato tanto e che ha contribuito in maniera determinante a farmi diventare un uomo, che voglio dedicare queste mie note.


Difese naturali da emergenza radioattiva o da radioattività permanente


Difesa antiradioattiva naturale del sistema osseo


Il sistema osseo è formato da ossa lunghe, brevi e piatte. Le ossa lunghe e parzialmente quelle brevi sono provviste di midollo rosso o giallo. Il midollo rosso è un tessuto che produce globuli rossi e 3 tipi di globuli bianchi: negli organismi giovani è diffuso in tutte le ossa dello scheletro, mentre negli organismi adulti (dai 24 anni in poi) il midollo rosso è contenuto solo nelle ossa brevi (vertebre, complesso osseo fondamentale dei piedi e delle mani) e nelle estremità delle ossa lunghe (nell'omero compreso fra la scapola e il gomito, nel radio nell'ulna, compresi il gomito e il polso, nel femore, compreso tra le anche e il ginocchio, nella tibia, compresa tra il ginocchio e l'attaccatura del piede.
La qualità del sangue e la sua corretta riproduzione si assicura difendendo la vitalità delle ossa. Gli adulti devono difendere le braccia, le gambe, i piedi, le mani e le vertebre; mentre i giovani e i bambini devono proteggere tutto lo scheletro.
Gli organismi giovani più esposti sono l'embrione (il concepito sino a circa 13 settimane),seguito dal feto (dai tre ai nove mesi). Durante la gravidanza tutte le sostanze presenti nell'organismo materno passano parzialmente nell'organismo fetale.
Le radiazioni beta e gamma e i radionuclidi tipo lo Stronzio 89 e 90, il Fosforo-32, il Radon-222 e il Ferro 55, 59 colpiscono sia il midollo osseo rosso sia le ossa, destrutturando e degradando la riproduzione cellulare. In un arco di circa ventotto anni le alterazioni si manifestano o come una imperfetta assimilazione del calcio o come una precoce osteoporosi o artrite o artrosi o come cancro osseo o come anemia persistente o come deformazione scheletrica.
La difesa dai raggi beta, x e gamma e dai radionuclidi pericolosi per le ossa, si effettua introducendo ai pasti, una o due volte al giorno o ogni tanto, a seconda della gravità della situazione, argilla ventilata, compositi alginici (agar-agar, alghe, miscela di alginato di sodio e di potassio: tre parti di sodio alginato e una parte di potassio alginato, polvere di ossa lunghe di animali giovani, cloruro di magnesio, gusci di lumache o di uova), olio di fegato di merluzzo, cioè vitamina D.

La protezione esterna del sistema osseo

Dalle caratteristiche funzionali dello scheletro umano si deduce che la protezione primaria da adottare è quella delle braccia, del torace (vertebre), delle mani, delle gambe e dei piedi.
Dentro il piede di calze e calzetti si mette un velo di finissima argilla mescolata a talco borato o mentolato. Gambe, braccia e torace si passano con borotalco alla polvere di argilla e si tengono coperti.
Docce, shampoo e bagni si fanno con prodotti decontaminanti, che si preparano così:
200gr di uno shampoo comune o di sapone liquido o di bagno schiuma + un cucchiaino di argilla + un quarto di cucchiaino di miscela di alginati. Lasciar amalgamare per almeno un'ora prima di usare.
Si usano i preparati in sostituzione dei comuni shampoo o dei comuni saponi per tutto il periodo dell'emergenza radioattiva una o più volte al giorno.
Le suole delle scarpe, una volta a casa, si tengono a contatto con uno strato di argilla per almeno un'ora.
I pavimenti si lavano aggiungendo un cucchiaio di gel siliceo ogni dieci litri d'acqua e bruciando ogni tre giorni un cucchiaio di incenso a grana grossa lasciando aperte tutte le porte interne dell'appartamento.
Si ottiene un bagno decontaminante mescolando all'acqua della vasca 3 cucchiai di argilla, 3 cucchiai di polvere di alghe, 1 bicchiere (da vino)di una miscela di tre parti di cloruro di sodio e una parte di cloruro di potassio grezzi, 8 gocce di essenza di lavanda.
Si resta nell'acqua dai 30 ai 40 minuti prima di insaponarsi e lavarsi.
Per la disattivazione delle particelle alfa e beta, l'uso di apparecchiature a ionizzazione negativa per le prime e, successivamente, a ionizzazione positiva per le seconde o l'uso di apparecchiature radioniche permette una bonifica ambientale interna di circa il 40%. L'incenso si è rivelato un battericida e un depuratore eccezionale.

Manutenzione ordinaria e straordinaria dello scheletro umano

La calamità radioattiva danneggia uno scheletro nella misura in cui esso è sano, debole o malato. E' importante, quindi, imparare a gestire la salute scheletrica.
Le ossa lunghe trovano un alimento tra i più adatti nella polvere d'ossa e nell'argilla, le quali favoriscono la giusta assimilazione di calcio e di fosforo, diminuendo la possibilità di assorbimento di Stronzio-89 e 90 e favorendo la sua successiva eliminazione.
Le ossa brevi hanno un metabolismo affine a quello che forma i gusci delle conchiglie e delle uova nel regno animale.
I gusci vengono preparati così per l'alimentazione umana: 50gr di gusci d'uovo o di mollusco o di lumaca sminuzzati e ben lavati, si coprono per sette giorni con una miscela di tre parti di aceto di mele e una parte di succo di limone, mescolandoli una volta al giorno e tenendoli al fresco.
La miscela deve sovrastare i gusci di almeno 2cm. Dopo sette giorni si filtra e si mescola con circa mezzo litro di sciroppo semplice di zucchero, aromatizzabile a piacere.
Si usa prima di un pasto: da mezzo cucchiaino a tre cucchiaini al giorno come stimolante specifico delle ossa brevi.
Le ossa piatte trovano invece nell' argilla (silicea) la stimolazione più adatta al loro metabolismo.
Preparazione dello sciroppo semplice di zucchero: in una padella asciutta si scalda mezzo chilo di zucchero che dopo qualche minuto diventa liquido e rosso. A questo punto si aggiungono circa 400 gr di acqua in ebollizione mescolando per mezzo minuto a debita distanza. Si ritira dal fuoco, si lascia raffreddare e si ha così lo sciroppo semplice o di base, da cui per aggiunta di essenze o estratti o di altri ingredienti si ottengono sciroppi risanatori naturali al gusto desiderato.
I quantitativi di gusci sciroppati si decidono caso per caso in base alle caratteristiche del sistema osseo individuale e dell'intensità dell'irragiamento nucleare in atto.
L'assimilazione del calcio è ulteriormente favorita dall'aggiunta di capsule di olio di fegato di merluzzo per il suo contenuto di vitamina D naturale. I quantitativi di olio di fegato di merluzzo si decidono caso per caso.


(tratto da: Mercedes Deotto Salimei- La Decontaminazione Radioattiva, editrice Saval, Bologna 1986)

prima parte

martedì 1 marzo 2011

Finchè c'è guerra c'è speranza