SUNN IL MITE NON EFFETTUA ALCUN MONITORAGGIO O ANALISI DEI DATI DEGLI UTENTI

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sabato 31 luglio 2010

La vita su marte 4 miliardi di anni fa

New food: ogm, nanocibi e cibo clonato

venerdì 30 luglio 2010

Aspartame song

giovedì 29 luglio 2010

Il glutammato monosodico è tossico!

mercoledì 28 luglio 2010

L'impotenza può arrivare dal Bisfenolo A. Effetti nocivi anche per i bambini, ma le autorità europee sottovalutano i pericoli.






I pericoli legati alla chimica nel cibo non risparmiano nessuno. Una ricerca pubblicata on line sulla rivista "Human reproduction" lega l'impotenza maschile all'esposizione al bisfenolo A. E proprio a questa sostanza il settimanale il Salvagente ha dedicato un approfondimento nel numero in edicola il prossimo giovedì. Il legame tra il bisfenolo A e le disfunzioni sessuali maschili è sostenuto da uno studio della fondazione Kaiser Permanente di Oakland (California), che ha indagato per la prima volta gli effetti diretti della sostanza sull’apparato riproduttivo maschile umano, arrivando alla conclusione che un’alta esposizione al Bpa aumenta i rischi di disfunzione erettile.

La ricerca ha coinvolto gli operai dell'industria chimica
L’indagine è stata condotta su 230 operai cinesi impiegati nel settore della plastica a Shanghai e su un campione di controllo di 404 concittadini lavoratori di altri settori. La ricerca ha mostrato che i dipendenti delle fabbriche di Bpa sono quattro volte più soggetti a disfunzione erettile e calo del desiderio sessuale e sette volte più portati ad avere difficoltà di eiaculazione rispetto agli altri.
Va sottolineato che i livelli di esposizione dei lavoratori cinesi delle fabbriche di Bpa sono 50 volte superiori a quelli medi cui è esposta la popolazione di Shanghai.Precedenti ricerche avevano già associato, soprattutto in cavie, l’esposizione al Bpa a un aumento dei rischi di tumori della prostata e del seno, diabete, malattie cardiache, problemi al feto e sterilità. Il nuovo studio aggiunge un altro tassello alle informazioni sui rischi della sostanza. “Sono necessarie altre indagini che esaminino gli effetti sull’essere umano e aiutino a stabilire strategie di prevenzione e politiche regolatorie”, ha detto De-Kun Li, coordinatore della ricerca ed epidemiologo presso la Kaiser Permanente secondo cui, però, la disfunzione erettile, più di altre malattie difficili da studiare, è un indicatore molto sensibile di un’esposizione non sicura.
La reazione dell’industria chimica americana non si è fatta attendere. “Questo studio sugli operai della plastica fornisce nuove interessanti informazioni, ma la sua rilevanza per la media dei consumatori, che usano prodotti contenenti minime percentuali di Bpa, è limitata”, ha detto Steven Hentges dell’American Chemistry Council.

Bisfenolo A, pericolo in lattina
Si parla di bisfenolo A e si pensa ai biberon e all’esposizione dei bambini a questa sostanza chimica pericolosa, dimostrata essere un interferente endocrino. Vero, ma non sono solo i più piccoli a essere esposti in larga misura a questo pericolo. Il bisfenolo, utilizzato per produrre i contenitori in policarbonato per alimenti e le resine con cui sono rivestite le lattine, è praticamente “ovunque” nella nostra cucina e in grado di contaminare cibi e bevande che consumiamo quotidianamente.
Vecchie paure
L’allarme sui rischi del Bpa era scattato la prima volta nel 2008. Prima il  National Institute of Health (Nih) aveva dimostrato i preoccupanti effetti nocivi della sostanza, anche a dosi contenute, sullo sviluppo delle ghiandole prostatiche e mammarie dei roditori. Poi uno studio indipendente, condotto da un insieme di organizzazioni sanitarie e ambientali statunitensi e canadesi, aveva verificato il rilascio di Bpa nel latte (fino a 8 parti per miliardo) da parte dei biberon, specie se riscaldati.
È da allora che questa sostanza ha destato l’attenzione delle Agenzie per la sicurezza alimentare americane ed europee. Con esiti parzialmente differenti. Il Canada inizialmente  ha  bandito la sostanza dagli oggetti destinati all’infanzia e poi, quest’anno, ne ha vietato l’impiego in tutti i contenitori per alimenti. La Food and Drug Administration (Fda) e l’Agenzia per la sicurezza alimentare europea (Efsa) si sono attestate, invece, su una linea più blanda: pur accettando la pericolosità della sostanza, entrambe hanno rilevato che i livelli di esposizione al bisfenolo non sono tali da preoccupare e hanno fissato la dose giornaliera tollerabile a 50 microgrammi per kg di peso corporeo.
Nuovo capitolo
Eppure il capitolo bisfenolo è tutt’altro che chiuso. Ad aprire un nuovo fronte anti-Bpa è stata, tra l’altro, una recentissima ricerca condotta da Consumer Reports, il mensile dell’Unione consumatori statunitense. La rivista ha sottoposto a test 19 alimenti in scatola (zuppe, tonno, verdure, mais, salsa di pomodoro) di alcune delle principali marche presenti sul mercato americano: Nestlé, Progresso, Campbell’s, Chef Boyardes e Del Monte.

L’analisi, realizzata su tre esemplari di ciascun tipo di prodotto, era tesa a verificare i livelli di migrazione del Bpa dalla lattina al suo contenuto.I risultati sono rilevanti in quanto dimostrano l’estensione della potenziale esposizione al bisfenolo A. Secondo quanto rilevato dalla rivista americana, solo mangiando una porzione di zuppa di verdura in scatola si potrebbe ingerire circa il doppio di quella che attualmente l’Fda considera la tipica esposizione giornaliera media.

Peggio di tutti le verdure in scatola
Il più alto livello di bisfenolo è stato trovato nella zuppa vegetale Progresso (da 67 a 134 parti per miliardo, ppb) e nei fagiolini tagliati freschi in scatola Del Monte i cui livelli di Bpa rinvenuti vanno da 35,9 a 191 ppb. Decisamente troppo per gli esperti scientifici dell’associazione che raccomandano addirittura un’esposizione giornaliera di 0,0024 microgrammi per kg di peso corporeo.
Questo studio, insieme a quelli recenti che hanno collegato il bisfenolo A ad anomalie riproduttive, a un elevato rischio di cancro alla prostata, al seno, al diabete e alle malattie cardiache, non hanno lasciato indifferente l’Fda che a giorni dovrebbe ripronunciarsi sull’argomento fissando i nuovi livelli massimi di esposizione al Bpa. E, proprio in questi giorni, un senatore statunitense, Charles Schumer, ha proposto una legge per bandire in tutta la nazione (gli Stati del Minnesota e della California lo hanno già fatto) l’additivo “incriminato” nei contenitori destinati ai bambini sotto i tre anni.

L'Efsa non si preoccupa
In Europa sono soprattutto i francesi ad alzare la voce e a tenere alta la soglia d’attenzione sul bisfenolo A. Un gruppo di esperti e scienziati che si è dato il nome di Antidote Europe ha lanciato una massiccia campagna di informazione sulla sostanza e una raccolta di firme a livello europeo, e ha scritto una lettera al presidente del Parlamento europeo nella quale si chiede di intervenire per bloccare l’utilizzo del Bpa nella produzione di contenitori per alimenti e in particolare nei biberon. L’associazione ambientalista Réseau Environnement Santé, invece, ha fatto pressioni, con successo, sull’Agenzia  francese per la sicurezza sanitaria degli alimenti. A ottobre l’Afssa ha riaperto il dossier bisfenolo dando incarico a un gruppo di lavoro di esaminare i nuovi studi scientifici e valutare se ci sono gli elementi per una rivalutazione della posizione dell’Agenzia. Da l’Efsa, invece, non arriva nessun segnale.

Barbara Liverzani -il salvagente

martedì 27 luglio 2010

Qualunquemente

lunedì 26 luglio 2010

La Resistenza

domenica 25 luglio 2010

Kit di autodifesa personale e sopravvivenza urbana: art. 1


La dialettica eristica è l' arte di disputare, e precisamente l'arte di disputare in modo da ottenere ragione, dunque per fas et nefas [ con mezzi leciti e illeciti]. Si può infatti avere ragione objective, nella stessa cosa, e tuttavia avere torto agli occhi dei presenti e talvolta perfino ai propri. Ciò accade quando l'avversario confuta la mia prova, e questo vale come se avesse confutato anche l'affermazione, della quale però si possono dare altre prove; nel qual caso, naturalmente, per l' avversario la situazione si presenta rovesciata: egli ottiene ragione pur avendo oggettivamente torto. Dunque, la verità oggettiva di una proposizione e la validità della medesima nell'approvazione dei contendenti e degli uditori sono due cose diverse. ( A quest' ultima è rivolta la dialettica).



Da che cosa deriva tutto questo?



Dalla naturale cattiveria del genere umano. Se questa non ci fosse, se nel nostro fondo fossimo leali, in ogni discussione cercheremmo solo di portare alla luce la verità, senza affatto preoccuparci se questa risulta conforme all' opinione presentata in precedenza da noi o da quella dell'altro: diventerebbe indifferente o, per lo meno, sarebbe una cosa del tutto secondaria.

Ma qui sta il punto principale. L'innata vanità, particolarmente suscettibile per ciò che riguarda l'intelligenza, non vuole accettare che quanto da noi sostenuto in principio risulti falso, e vero quanto sostiene l'avversario. Se così fosse, ciascuno non dovrebbe far altro che cercare di pronunciare soltanto giudizi giusti: quindi dovrebbe pensare e poi parlare. Ma, nei più, all'innata vanità si accompagna ad una loquacità e una slealtà connaturata. Essi parlano prima di aver pensato, e se anche poi si accorgono che la loro affermazione è falsa e hanno torto, devono nondimeno apparire come se fosse il contrario. L'interesse per la verità cede ora completamente il passo all'interesse della vanità: il vero deve apparire falso e il falso vero.

Arthur Schopenhauer

sabato 24 luglio 2010

Fruit Pectin Chelates Heavy Metals and Facilitates Drug Detox



Wednesday, July 07, 2010 by: Susan Laverie, citizen journalist
Sources:

The Environmental Illness Resource
http://www.ei-resource.org/store/nu...

http://www.peoplespharmacy.com/2009...



translation: Luca Giammarco



La pectina contenuta nella frutta è efficace nella rimozione, dall'organismo umano, di sostanze tossiche quali metalli pesanti e residui farmacologici indesiderati.
Quando le suddette sostanze si depositano nelle cellule del corpo umano, contribuiscono ad una serie di patologie.



Disintossicare il corpo dai metalli pesanti e altre sostanze contaminanti contribuisce a una salute tonica e consente al corpo “l'autoriparazione”.
L'uso della pectina della frutta per un “programma” di disintossicazione casalingo
può portare benefici solo seguendo la precauzione, dettata dal buon senso, di attenersi al giusto dosaggio



[ sotto la supervisione di un medico!!!].



Come riconoscere i candidati per la disintossicazione da metalli pesanti e farmaci



I metalli pesanti assimilati dall'ambiente circostante contribuiscono ad una serie di problemi.
Il mercurio viene usato nelle otturazioni dentali, nei vaccini e si trova nelle falde acquifere contaminate.
Il cadmio viene generato nella combustione delle sigarette e dai fumi esausti, permane nell'aria.
Il piombo viene usato nelle vernici, cibi, tubazioni, pesticidi, cosmetici e giocattoli per bambini.
Anche alcuni farmaci assimilati per prescrizione si depositano nei tessuti corporei e sono difficili da eliminare. E' noto che cure come la chemioterapia sono problematicamente legate al fatto che non solo distruggono le cellule cancerogene, indeboliscono l'intero sistema immunitario.
Tutti coloro che sono stati sovraesposti alle suddette sostanze trarrebbero beneficio dall'uso della pectina per rimuovere i metalli pesanti e i farmaci indesiderati dal proprio corpo.


Cos'è la pectina della frutta e dove si trova?


La pectina è una sostanza che si trova naturalmente in molti frutti e vegetali, le cui proprietà la rendono eccellente nell'uso sotto forma di gelatina. La pectina ha la capacità di far espellere i metalli pesanti e altre sostanze contaminanti dal corpo attraverso un processo noto come chelazione. Le sostanze contaminanti vengono espulse attraverso l'urina.
La pectina si trova anche nelle bucce di frutta e vegetali.
Eccellenti fonti di pectina sono le banane, le mele, il cavolfiore, la barbabietola, il gombo, l'uva, le carote e la parte bianca di tutti gli agrumi chiamata albedo.


Disintossicazione gentile da metalli pesanti e altri contaminanti



[ Qui si parla dei dosaggi della terapia chelante a base di pectina in gelatina, io non sono un medico e non voglio avventurarmi nel tradurre una posologia, vi invito semplicemente a mangiare più frutta! ndt]
visto su: naturalnews

venerdì 23 luglio 2010

La pectina contenuta nella frutta agisce da chelante verso i metalli pesanti e facilita il disintossicamento da farmaci

Clicca il titolo del post per il link in inglese
la traduzione seguirà a breve
we're busy... sorry

Cosmetici o veleni?- Cosmetics or poisons?

mercoledì 21 luglio 2010

I vizietti del dottor Freud


Fonte immagine
Mentre il nuovo manuale diagnostico DSM IV -Manuale Diagnostico e Statistico dei disordini mentali- è in fase di revisione, alcune anticipazioni del nuovo testo danno da pensare:
il mangiar sano ed il pensiero indipendente sono due fra i disturbi mentali nuovi di zecca; suscettibili al trattamento sanitario obbligatorio...
Da tempo mi ronza in testa di spender due parole su quello che tutti ritengono il padre della psichiatria moderna, mi sembra sia giunto il momento.


Non riconosco alcun merito a questo losco individuo, se volete davvero leggere qualcosa di realmente psicologico andate a guardarvi l'opera di Artur Schnitzler, contemporaneo del duttur, Freud lo evitava come la peste poiché lo soffriva per "la simdrome del doppio".
Freud è a me noto per essere un gran cocainomane ed un malato sessuale.
E' risaputo che il piccolo Freud mosse i suoi primi passi nel mondo della psiche passando anni e anni a masturbare donne rinchiuse in cliniche ( frigide, ninfomani e donne con disturbi vari) nella vana ricerca del parossismo isterico.
Le tecniche di masturbazione erano tre:
1- direttamente dalle sapienti mani dei dottoroni
2- mediante l'utilizzo di manovalanza addetta
3- con utilizzo di stimolatori artificiali
Concludendo,
se proprio devo trovare un merito nell'opera del dottor Freud gli riconosco la diffusione e il perfezionamento di quel macchinario noto sotto il nome di "vibratore", pare che grazie agli sforzi di queste menti immacolate sia stato creato il primo vibratore a vapore, il famosissimo Chattanooga choo choo.
Metteresti la tua testa nella mani degli adepti di cotanto maestro...?





martedì 20 luglio 2010

Non puoi combattere la violenza con la violenza

translation: Luca Giammarco
Il ventennio passato ha registrato un incremento della violenza di massa in tutto il mondo, incluso guerre, conflitti armati, violazione dei diritti umani e terrorismo. Affrontare concretamente tali problematiche richiede una comprensione delle motivazioni che spingono la gente alla violenza – spesso sino all'auto-sacrificio, come nel caso degli attentatori suicidi.

Sfortunatamente, il tentativo di sviluppare tale comprensione raramente giunge al di là dei giudizi di valore, delle credenze ideologiche e di vaghe etichettature come “fanatico” o “estremista religioso”. Ciò di cui necessitiamo invece è un' analisi scientifica del fenomeno.

Gli atti di violenza non si verificano nel vuoto. La violenza di massa che caratterizza il conflitto israelo-palestinese, l' undici settembre, l'invasione dell' Afghanistan e dell' Irak, la violazione dei diritti umani in Abu Ghraib e a Guantanamo Bay ed infine il terrorismo internazionale possono essere tutti compresi in termini di forti “motivatori” psicologici che inevitabilmente creano e perpetrano i cicli di violenza.

Io ed i miei colleghi abbiamo condotto uno studio su 1385 musulmani di Bosnia, Serbia, Croazia, Serbi e Croati nei paesi dell'area della ex Yoguslavia, che avevano subito una vasta gamma di eventi bellici, incluso combattimento, tortura, deportazione, dello status di rifugiato e bombardamenti. Abbiamo esaminato gli effetti cognitivi ed emozionali di questi eventi subiti, e questo studio getta una luce sui processi che spingono la gente a trasformare una coesistenza pacifica in una società multietnica in un' orgia di assassinii, torture e altre atrocità (Journal of the American Medical Association, vol 294, p 580).

In circa l' ottanta per cento dei partecipanti è stata riscontrata una mancata comprensione e rielaborazione del trauma subito. Quando è stato loro chiesto come si sentivano a riguardo, il 98% ha espresso un forte senso di ingiustizia e più dell' 80% ha manifestato sofferenza, demoralizzazione, rabbia, perdita di senso vitale, perdita della fiducia negli altri, impotenza o pessimismo. Più di 3 su 5 hanno espresso desideri di vendetta, affermando che se fosse stato loro possibile, avrebbero punito coloro che ritenevano responsabili di tutto questo con le loro stesse mani.

Le persone che sentono un enorme desiderio di vendetta sono quelle i cui cari hanno patito la prigionia, tortura, rapimento o morte violenta. Subito dopo seguono coloro i quali sono stati personalmente rifugiati, deportati, imprigionati e torturati, esposti ai cannoneggiamenti o bombardamenti.

Questi risultati mostrano chiaramente che la guerra e la violenza sono potenti cause che possono costituire, almeno in parte, la motivazione ad ulteriori atti violenti.

Quanto detto si adatta con lo studio sperimentale esposto, il quale mostra che gli uomini e gli animali reagiscono con rabbia e aggressività alle minacce alla loro incolumità fisica e psicologica e che l'aggressione ritorsiva attenua il senso di impotenza sorto dal trauma.

Per una comprensione intuitiva di questo sentimento, immagina semplicemente che la tua casa subisca il raid di una squadra d'assalto e che i tuoi cari vengano umiliati, imprigionati , torturati, rapiti o uccisi.

Molte altre azioni creano sentimenti di oltraggio e impotenza, ed il susseguente desiderio di compiere atti di vendetta.
Tra queste sicuramente ci sono le politiche economiche che creano povertà nel nome degli interessi nazionali, le armi iper-tecnologiche che solcano il cielo nel nome della sicurezza nazionale, le invasioni nel nome della democrazia, le umiliazioni, la prigionia, la tortura e l'uccisione nel nome della guerra al terrore.

In un mondo globalizzato dove le immagini della guerra e delle violazioni dei diritti umani vengono trasmesse direttamente nei salotti della gente, l'effetto del trauma subito [ neuroni specchio, ndt ] deve essere preso in considerazione altrimenti. L'evidenza suggerisce che anche la sola visione di questi eventi, “ di seconda mano”, porta ugualmente risposte cognitive ed emozionali simili a coloro che hanno realmente subito i fatti.

Gli effetti del trauma non conducono solo alla violenza “occhio per occhio”. Tali effetti possono trasformare normali civili in radicali estremi e possono anche portare al loro coinvolgimento diretto nel terrorismo suicida. E' importante capire che tali comportamenti non derivano direttamente da alcuna credenza religiosa; la religione aiuta semplicemente tali azioni fornendo un significato di auto-sacrificio mistico, come, ad esempio, il martirio.

La comprensione del fenomeno della violenza di massa è ulteriormente compromessa dalle strategie psicologiche che, non solo aggravano i sentimenti di vendetta nelle vittime, ma portano all' erosione dei diritti civili e umani nelle società democratiche, sempre nel nome della sicurezza nazionale.

Ad esempio, caratterizzare gli avversari come fanatici, estremisti religiosi o terroristi diabolici che vogliono distruggere i valori occidentali esaspera le paure dell'opinione pubblica e impedisce la comprensione della psicologia che fa da humus a tali atti di terrore,
tutto ciò serve solo a rafforzare il sostegno pubblico per la guerra.
Eufemismi come “danni collaterali” e “tecniche interrogative aggressive” servono a nascondere gli orrori della guerra e le violazioni dei diritti umani agli occhi dell' opinione pubblica.

Fermare la violenza di massa, incluso il terrorismo, richiede una politica che affronti il problema alla radice. Per far cio le nazioni occidentali dovrebbero modificare la propria politica estera in modo da non generare e sostenere cicli di violenza. Sfortunatamente, questa politica appare impossibile in questo frangente della storia umana.

Una soluzione che potrebbe essere a portata di mano è quella della sensibilizzazione dei cittadini al fine di esercitare pressioni che abbiano conseguenze tangibili sui governi. La gente ha anche bisogno di comprendere come il loro consenso alle guerre è prodotto attraverso la disinformazione.

Questa è sia una questione morale sia una questione inerente la sicurezza di milioni di persone. L'escalation dei cicli di violenza di massa potrebbero condurre al terrorismo nucleare.

Si dice spesso che la prima vittima della guerra è la verità. L'antidoto a questo virulento problema è nella migliore comprensione della verità su ciò che sono veramente le guerre ed altre forme di violenza.

Metin Başoğlu is director of the Istanbul Centre for Behaviour Research and Therapy in Turkey

fonte: newscientist



domenica 18 luglio 2010

Li chiamarono briganti

"Li chiamarono briganti" è il titolo di un lungometraggio, del 1999, sceneggiato e diretto da Pasquale Squitieri che narra della repressione del brigantaggio operata dallo stato sabaudo dopo il compimento dell'unità nazionale. Il film fu oggetto di un repentino ritiro dalle sale cinematografiche - leggi censura, quindi - operato dall'allora governo di centrosinistra senza che si levasse, da parte del mondo cinematografico ed artistico, una accorata e violenta presa di posizione ed è, tuttora, di difficile reperibilità sia sul mercato digitale che su quello magnetico. Questo dovrebbe far riflettere, e tanto aggiungo, sull'onestà intellettuale che pervade tanta - troppa - intellighenzia del nostro paese pronta a levate di scudi, anche chiassose, se un certo tipo di provvedimento viene preso da un governo "nemico" quanto prona e silente se il medesimo viene attuato da un esecutivo "amico". D'altronde la dicotomia amico-nemico, tanto cara a Karl Popper, è il substrato culturale dal quale si abbeverano gli intellettuali, i giornalisti, gli opinionisti in una parola tutti coloro che svolgono la funzione, vitale in "democrazia", di organizzare ed indirizzare i flussi di pensiero per catalizzarli e renderli, politicamente, spendibili in uno schieramento piuttosto che nell'altro. Una dicotomia, quindi, chiaramente artefatta e fittizia ma strumentale ed, oggettivamente, proficua ai fini del consolidamento e del radicamento del potere. Pasquale Squitieri ha pagato il fio di essere un "fascista" (?) ; peccato, poi, che il successivo esecutivo di centrodestra, il Berlusconi due per intederci, ha ben pensato di perpetuare l'azione censoria e di non provvedere allo sdoganamento del film. Chi scrive ha avuto modo di poter visionare il lungometraggio, nella sua interezza, attraverso il web e suggerisce, vivamente, di fare altrettanto. Entrando nello specifico premetto, sin dall'inizio, che non è facile stendere un giudizio su questa produzione. Lo scrivente non reputa Squitieri un insigne cineasta nè, tantomeno, giudica il film un capolavoro. Ma, ciò nondimeno, va dato atto al regista di aver affrontato, con grande coraggio, un argomento davvero spinoso sopperendo, in qualche maniera, a delle preoccupanti lacune non già degli storiografi nè, tantomeno, del mondo accademico quanto, piuttosto, della scuola pubblica che ha cosparso e, ancora oggi, cosparge - un pò meno, in verità - di agiografia e di stucchevole retorica la storia del nostro risorgimento. Purtroppo quest'opera, che avrebbe potuto - direi, anzi, dovuto ! - assurgere ad un capolavoro assoluto della cinematografia italiana, è stata prodotta da un "provocatore" che, neanche in questa occasione, ha pensato opportuno attenuarne la "vis" con l'esito, nefasto, di estremizzarla e di scivolare, quindi, irrimediabilmente verso una contrapposta, nonchè speculare, agiografia e retorica antirisorgimentale banalizzandone, alquanto, i contenuti tant'è che questa produzione è assurta, strumentalmente, ad "arma contundente" di alcuni circoli paraintellettuali del mezzogiorno e di vecchie, nostalgiche sedicenti cariatidi neoborboniche. La ricostruzione dello scenario storico che funse da "humus" allo spontaneismo insurrezioneale del mezzogiorno è abbastanza meticolosa e particolareggiata nonchè alquanto fedele a quelli che fuono, in concreto i fatti. Molto chiara, ed ambivalente, fu la posizione dello stato Pontificio come chiare, ed ambivalenti, furono quelle della aristocrazia latifondista meridionale pronta a foraggiare, prima, e ad asfissiare, poi, la rivolta. Un pò meno chiaro, invece, è lo sguardo che Squitieri getta sulla spedizione dei "mille" ; all'inizio lascia che un ragazzino, sputando per terra, esprima, sic et simpliciter, il suo disprezzo per Garibaldi lasciando, però, subito campo a Carmine Crocco che lo conforta evocando il sempiterno mito della rivoluzione tradita. Il tradimento è un'altra chiave, sottesa, di lettura paracristiana di tutto il lungometraggio con una chiarissima allegoria alla passione ed alla morte di Cristo. Alla stregua di Gesù, quindi, anche Garibaldi è stato tradito - anche se non si riesce a capire bene da "chi" - così come lo stesso Carmine Crocco verrà tradito, più tardi, dal brigante Caruso. Questo escamotage consente, così, a Squitieri di districarsi da una pericolosissima matassa da lui stesso evocata perchè è sicuramente ortodosso e corretto additare a Nino Bixio tutte le ombre e le malefatte di quella spedizione ma la sacralità della figura dell'eroe dei due mondi deve restare scevra ed avulsa da ogni sospetto. Più comodo, dunque, focalizzare il biasimo degli spettatori su una figura di secondo piano come Enrico Cialdini nominato "prefetto" dallo stato sabaudo con il compito di "normalizzare" un disagio sociale crescente che se si fosse saldato alle grandi aree urbane del sud avrebbe rischiato seriamente di degenerare in una sobillazione di massa. Anche l'atteggiamento della corona borbonica e, più in generale, della Spagna resta ai margini dello sguardo che getta Squitieri sulla lettura di quegli avvenimenti. Parimenti la stessa chiave di interpretazione del cineasta è il tradimento ; il generale Josè Borjes tradisce, appunto, Crocco promettendogli aiuti e finanziamenti che non arriveranno mai. In realtà basta poco a capire le reali motivazioni per le quali la Spagna e l'Austria non riuscirono a fornire un supporto adeguato al brigantaggio ovvero l'asfissiante controllo del bacino del mediterraneo da parte della flotta inglese che precluse i rifornimenti di viveri e di armi agli insorti così come aveva precluso l'ausilio militare invocato dal re borbone Francesco II - il famigerato "Franceschiello" - all'epoca della spedizione garibaldina. Ma tant'è che anche su questo aspetto Squitieri sorvola clamorosamente. Se vogliamo tutta la sua rielaborazione è troppo manichea ; il film, quindi, oscilla paurosamente tra una lettura storiografica, anche rigorosa, ed una qual sorta di fiction dando al lungometraggio toni e pathos decisamente altalenanti e contraddittori influenzandone, così, anche il ritmo che risente, paurosamente, di questi cambi di "campo": troppi dialoghi superflui oppure, di contro, troppa laconicità. La dicotomia, quasi surreale, che si instaura tra i piemontesi ed i briganti rasenta, alle volte, il ridicolo richiamando una chiave di lettura parahollywoodiano di seconda mano ; la latitanza di Squitieri nel cercare di inquadrare la difficile posizione del "prefetto" Cialdini che si trovò a gestire - e male, aggiungo - una situazione ai limiti della sedizione di massa è preoccupante. D'altronde il brigantaggio non fu, soltanto, un movimento spontaneo di senza terra e di braccianti ma ebbe saldi legami con la delinquenza locale sfociando in meschine degenerazioni e vendette trasversali. La gestione politica e sociale delle insurrezioni, quindi, talora assunse un carattere eminentemente bellico talaltra una connotazione di "mere" operazioni di polizia. Troppo poco, dunque, per un lungometraggio che avrebbe potuto assumere una fisionomia ben diversa ovvero una sorta di affresco della storia dell'Italia post-unitaria. Peccato davvero ma, ad ogni modo, ritengo "doveroso" consigliare la visione di questo film come, parimenti "doveroso", ritengo dare un plauso al coraggio di Squitieri che, almeno in ambito cinematografico, ha avuto il coraggio di affrontare, per primo, una tematica così spinosa e dolorosa che ancora evoca dolori e sofferenze patite dalla mia gente. Mi è molto piaciuta, infine, la ricostruzione e la sceneggiatura della presa di Melfi operata senza alcun effetto speciale e che nella sua "pochezza" cinematografica evoca, splendidamente, quella che, approssimativamente, è stato realmente quello specifico evento bellico. Quanto agli attori che han preso parte alla produzione del film a giudizio di chi scrive troneggia, senza mezzi termini, la interpretazione di Benoit Vallès che conferisce al generale Cialdini una fisionomia netta e "rassicurante" rasentando, certo, il grottesco seguendo però, in questo, le pedisseque e meticolose istruzioni indicategli dal regista e risultando, quindi, nell'ottica manichea della ricostruzione dei fatti, estremamente credibile. Consona anche la interpretazione di Carlo Croccolo (don Vincenzino) e di Enrico Lo Verso (Carmine Crocco). Il canto, struggente, della corifea Lina Sastri - chiara allusione al teatro greco antico - chiude, così come aveva aperto, il lungometraggio anche se, a mio giudizio, sarebbe stato preferibile tagliare questa sequenza "melodrammatica" che resta avulsa dal linguaggio cinematografico dell'opera.


sabato 17 luglio 2010

Balneabili, solo per decreto, molte spiagge italiane

domenica 11 luglio 2010

Il cane morde sempre lo stracciato

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa mail

L'AQUILA



Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società di
recupero crediti, per conto di Sky. Mi dice che
risulto morosa dal mese di settembre del 2009.
Mi
chiede come mai.
Le dico che dal 4 aprile dello
scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più
fatto ritorno. Causa terremoto.

Il decoder sky
giace schiacciato sotto il peso di una parete
crollata.
Ammutolisce.

Quindi si scusa e mi dice
che farà presente quanto le ho detto a chi di
dovere.
Poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è
tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha
avuto la fortuna di visitarla un paio di anni fa.
Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata in selci
che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio.

E mi sale il groppo alla gola.
Le dico che abitavo proprio lì.

Lei ammutolisce di nuovo.
Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi.

Ed io lo faccio.
Le racconto del centro militarizzato.

Le racconto chenon posso andare a casa mia quando voglio.

Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati.

Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire.

Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire.

E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere.

Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i contributi,
anche se non lavoriamo.

Le racconto che pagheremo l'i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte.
E ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti.

Anche per chi non ha più nulla.

Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro
vedrà in busta paga 734 euro di retribuzione netta.

Che non solo torneremo a pagare le tasse,
ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile.

Che lo stato non versa ai cittadini senza casa,
che si gestiscono da soli, ben ventisettemila,
neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili
che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto.

Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che io pago, in un paesino di cinquecento anime,
quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma.

La sento respirare pesantemente.

Le parlo dei nuovi quartieri costruiti a prezzi di residenze di lusso.

Le racconto la vita delle persone che abitano lì.

Come in alveari senz'anima.
Senza neanche un giornalaio. o un bar.
Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra.
Lontani chilometri e chilometri.

Le racconto dei professionisti che sono andati via.
Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo.
Le racconto di una città che muore.

E lei mi risponde,
con la voce che le trema.

" Non è possibile che non si sappia niente di tutto questo.

Non potete restare così.

Chiamate i giornalisti televisivi.

Dovete dirglielo.

Chiamate la stampa.

Devono scriverlo."


Loro non scrivono voi fate girare.

sabato 10 luglio 2010

Ferdinando e la casina vanvitelliana

Situata nel lago del Fusaro, a Bacoli presso Pozzuoli, si erge una piccola meraviglia dell'architettura borbonica ovvero la casina vanvitelliana così detta dal nome dell'architetto che la progettò, su ordinazione del re Ferdinando IV, ossia Lodewijk van Wittel alias Luigi Vanvitelli. Il nome di Vanvitelli resterà, sempre, legato all'opera più bella mai realizzata sotto la dinastia borbonica vale a dire la reggia di Caserta definita, ab initio, la Versailles del sud tanto le era vicino per magnificenza, opulenza e splendore al punto da indurre alcuni critici di storia dell'arte più eterodossi a sostenere fosse più consono definire Versailles la reggia di Caserta del nord. Lo scrivente, però, è rimasto letteralmente incantato da quest'altra opera, misconosciuta a molti, messa su quasi in sordina dal famigerato re "lazzarone". Ferdinando IV, sin da adolescente e, quindi, sin da quando assunse le redini del regno di Napoli, si dimostrò alquanto insofferente alla vita di corte, ai suoi protocolli ed alle sue etichette e tale ritrosìa la mantenne anche negli anni a venire prefrendo, e di gran lunga, a questa sfarzosa vita di palazzo le battute di caccia e pesca. Ed in questa ottica commissionò a Vanvitelli la costruzione di una dimora sua propria dove rifugiarsi dall'asfissiante cricca di ambasciatori, politicanti, ruffiani, baldracche e cortigiani. E, con il passar degli anni, prese sempre più a rifugiarsi in questi lidi tant'è che sono rimasti celeberrimi i suoi dinieghi al rientro a corte adducendo importanti, e segretissime, motivazioni di Stato. In realtà Ferdinando se ne infischiava altamente della fitte trame ordite da Maria Carolina - anche ai suoi danni - e preferiva trascorrere le sue giornate in compagnia delle persone umili ai quali, molto spesso, non palesava neanche la sua vera identità assumendo, in questo, un contegno incredibilmente simile ad un altro "monarca" della Roma imperiale ovvero tale Lucio Enobarbo alias Nerone uno degli imperatori più amati e venerati nella millenaria storia dell'Urbe. Consapevole, altresì, dell'aggravio che avrebbe potuto comportare sui bilanci dello Stato, Ferdinando commissionò quest'opera in un'ottica finanziaria diametralmente opposta a quella fatta da suo padre Carlo per cui mentre quest'ultimo non lesinò, punto, nella sfarzosità da conferire alla reggia egli si mantenne, di contro, assai parco ed avveduto nella realizzazione della sua nuova dimora conferendole un piglio quasi spartano e dando, ciò nondimeno, alla luce un piccolo gioiello dell'architettura. Sono rimasto particolarmente colpito proprio da questa "essenzialità" della casina vanvitelliana che si coglie in pieno visitando le stanze, poche, che la compongono e questa "sobrietà" strideva, maledettamente, con tutti gli epiteti che, sul conto di questo re, si sono tramandati fino a noi specie, poi, se paragonata alle dimore faraoniche, per non dire volgari e pacchiane, dei sedicenti signori dei nostri giorni. Da un punto di vista architettonico la casina vanvitelliana è, senza meno, un piccolo gioiellino ma l'unico "sfarzo" che Ferdinando si concesse furono i fregi, in gesso, sulle porte finestre e due piccoli affreschi sulle volte di due vani. Da palazzo reale fece pervenire anche quattro affreschi raffiguranti scene di vita bucolica ma di queste opere non ne è rimasta traccia perchè i "rappresentanti del popolo" della sedicente "repubblica partenopea" del 1799, ben pensarono di trafugarli e di rivenderli agli occupanti francesi. Questo piccolo reportage fotografico è stato realizzato da un dilettante - lo scrivente - ma lo scopo non era, tanto, quello di riprenderne gli interni ma di posizionare la macchina fotografica ad altezza d'uomo e cercare di lanciare uno sguardo analogamente a quello che avrebbe potuto fare re Ferdinando per cui mi sono prodigato nello scattare istantanee che riprendessero quegli esterni che tanto avevano affascinato questo re "lazzarone" e per i quali, presumibilmente, scelse proprio questo remoto anfratto del regno per edificarvi questa dimora

Nikola Tesla: Il genio dimenticato dalla storia

venerdì 9 luglio 2010

Storia, l'industria metalmeccanica del mezzogiorno,agli albori della industrializzazione contemporanea, era fra le prime in Europa: cos'è successo?

La (R)esistenza tradita

E' da un pò di tempo che odo un fastidioso frinire di "protostorici" e "protopinionisti" circa l'occupazione sabauda del Regno delle due Sicilie. Questo cicaleccio, volgare ed interessato, è stato, pazientemente, tessuto ad arte in questi ultimi tempi in chiave politica anti leghista perchè, dopo aver conquistato il nord, il "Carroccio" ha palesato le proprie intenzioni di discendere lo stivale. Le prime avvisaglie di questa "calata" si sono avute nelle regioni rosse dove la Lega Nord ha, progressivamente, eroso consensi in ambo gli schieramenti. Ma la cosa che, maggiormente, preoccupa gli stati maggiori del PD e del PDL è il progressivo radicamento che il movimento di Bossi sta, capillarmente, portando avanti sul territorio. Gianfranco Fini ha cercato di giocare d'anticipo - senza molto successo, almeno finora ! - per costituire, in tempo utile, una sorta di partito del Sud all'interno dello schieramento, più ampio, del "popolo delle libertà" come una sorta di contraltare, politico, al peso specifico assunto nella coalizione dal "senatur" ed è in questa chiave di lettura - e non in altre - che vanno letti i suoi reiterati tentativi di "smarcarsi" dall'egemonia del cavaliere all'interno del PDL adducendo, strumentalmente, il ruolo istituzionale che la presidenza della Camera gli assegna. Ma, singolarmente, questo scenario politico sta facendo sorgere degli interessi convergenti sia nell'ambito del popolo delle libertà che all'interno degli schieramenti di opposizione per cui assistiamo a delle "sacre alleanze" stipulate, sottobanco, tra alcuni esponenti territoriali del centro destra e del centro sinistra. E poichè, politicamente, gli argomenti da opporre alla Lega Nord sembrano essere divenute armi alquanto spuntate si sta cominciando, strumentalmente, a sussurrare qualche sporadico accenno al nostro risorgimento ed all'unità d'Italia letti non più come guerra di liberazione dei popoli ma come invasione ed occupazione militare di un paese e di un popolo con lo scopo, malcelato, di suscitare una qual sorta di revanscismo da controllare e da usare contro le mire espansionistiche del "Carroccio" inducendo, nelle genti meridionali, una associazione "sillogica", storica e geografica, fra lo stato sabaudo ed il movimento di Bossi. Dopo lustri di censure attuate mediante il boicottaggio della distribuzione cominciano, miracolosamente, a ricomparire sugli scaffali delle librerie, come dal nulla, alcuni testi poco ortodossi di storiografi coevi e posteriori di quegli avvenimenti che, però, non vengono definiti, guarda caso, con il termine "dispregiativo" di revisionisti come, d'altronde, sarebbe corretto fare, altrimenti si correrebbe il rischio di creare un'altra associazione "sillogica" - politicamente poco conveniente e per nulla spendibile - tra questi e gli storici che negano l'olocausto. Ed a questo scempio, che vede coinvolti compiacenti "baldracche", prendono, allegramente direi, parte persone di entrambi gli schieramenti. Non riesco a trovare, nel mio limitatissimo dizionario, un epiteto che possa definirli in maniera consona tale da rendere edotto chi legge del mio disprezzo. Avevo pensato, in un primo tempo, alla parola "sciacallo". Ma, poi, mi sono ricordato che gli sciacalli spolpano la carcassa di un animale qualche ora dopo la sua dipartita e non sono soliti riesumare cadaveri mummificati. A questi "necrofili" che, soltanto ora, sembrano essersi avveduti della presenza di documenti ufficiali preservati negli archivi di Stato che denunciano una storia molto diversa da quella propugnataci, per decenni, sui banchi di scuola e che vogliono, con un cinismo da voltastomaco, rieseumare storie e dolori delle genti del sud, posso solo dire che questi sono i "nostri" morti, i "MIEI" morti e che il miglior modo di preservarne la memoria è quello di lasciarli lì dove sono senza evocarne gli spettri. Questo piccolo cortometraggio, rielaborato dallo scrivente, vuole essere un piccolo, ed appassionato, ricordo del sacrificio estremo cui andarono incontro migliaia e migliaia di miei conterranei che pagarono, con la vita, il "grave torto" di essersi ribellati alla povertà, alla emarginazione ed allo sfruttamento.

giovedì 8 luglio 2010

Lelio Luttazzi

Galantuomo è un termine antiquato e desueto tipico, forse, di una certa bolsa retorica di inizio '900. Eppure, a caldo, non riesco a trovare una definizione che si attanagli maggiormente a Lelio Luttazzi che, questa notte, ha "deciso" di lasciarci. Il riferimento, com'è ovvio, va al contegno tenuto dal maestro in occasione della triste vicenda giudiziaria che lo vide coinvolto, fra gli altri, in una balorda ed immediata traduzione al carcere di Regina Coeli per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti disposta da un non ben identificato pool di magistrati che, in cambio di qualche spicciolo di notorietà, non esitarono, un istante, non solo a disporne l'arresto immediato ma a sottoporlo - previo prezzolamento - alla gogna mediatica. In quei mesi sui nostri "rotocalchi di informazione e di approfondimento" - Epoca, Espresso e Panorama su tutti - le fotografie di Luttazzi e di Chiari furono il "tormentone" di quel torrido giugno del 1970 e la sua vicenda passò in secondo piano solo e soltanto perchè la nostra benemerita nazionale di calcio si rese protagonista dell'avvincente semifinale con i tedeschi. Inutile sottolineare che nessun magistrato inquirente nè, tantomeno, alcun fotoreporter pagò per quell'indegno sciacallaggio mediatico che sconvolse la vita del maestro e, di fatto, distrusse quella di Chiari. D'altronde la società italiana, solerte a genuflettersi di fronte al potente di turno, fu celere ad inebriarsi, morbosamente, della caduta in disgrazia di alcuni di questi. Non che fosse una novità, intendiamoci ; la nostra (S)toria, recente e non, è colma di esempi, anche illustri, di questi repentini ed "inaspettati" mutamenti d'umore della progenie italica. Due nomi su tutti : Girolamo Savonarola e Masaniello ma anche, in epoce più vicine alla nostra, Benito Mussolini e Bettino Craxi per non parlare, poi, della mediacità dell'inchiesta "Mani pulite" che "appassionò" milioni di italiani che esultavano alla notifica della traduzione in arresto di quel politico e/o di quell'imprenditore ai quali, solo qualche mese prima, avevano tributato onori, richiesto favori, elargito voti e distribuito laute "provvigioni" (leggi tangenti). Non ricordo, a memoria, alcuna dichiarazione rilasciata da Luttazzi in merito a questa vicenda che potesse essere lesiva della reputazione di quel giudice inquirente o di quel giornalista. Il maestro, dopo un brevissimo ritorno in radio ed in televisione, abbandonò volontariamente la scena rifugiandosi nella sua amata Trieste dove riprese anche la sua attività di concertista. Perchè il maestro, prima di essere un conduttore ed un volto noto del piccolo schermo, era uno dei musicisti più sensibili sulla scena del jazz e dello swing nostrano. Lelio Luttazzi ci ha regalato alcune delle pagine più belle ed emozionanti della storia della televisione. La sua signorilità, la sua classe ed il suo garbo hanno contrassegnato la sua persona non meno della sua opera artistica. Se ne è andato in silenzio lontano dai clamori di quel mondo dello spettacolo che lo aveva, nei fatti, ripudiato e da cui, durante la detenzione, si era sentito tradito. Qualche recente apparizione sul piccolo schermo - un tributo concessogli, forse, per "lavare" qualche coscienza sporca - non basta, a giudizio dello scrivente, a tributargli quella dignità che, in qualche maniera, anche i vertici di viale Mazzini avevano contribuito a fargli dismettere. Penso che il miglior omaggio al maestro glielo abbia già reso, sulle sue pagine, l'amico Emilio Zipparro pubblicando un video estratto dalla edizione del 1961 di "Studio Uno". E, chiedendogli scusa, gli "rubo" questo filmato e, parimenti, lo pubblico su questa pagina. Ciao maestro, mi mancherai tanto


mercoledì 7 luglio 2010

L'umanità perde la fratellanza

lunedì 5 luglio 2010

AAA: geo-ingegneri cercansi



titolo originale: Scientists Admit Chemtrails Are Creating Artificial Clouds

Paul Joseph Watson
Prison Planet.com
Friday, July 2, 2010

translation: Luca Giammarco



seconda ed ultima parte

Tali programmi sono solo la parte affiorante di ciò che probabilmente è un gigantesco progetto globale, finanziato occultamente, per geo-ingegnerizzare il pianeta, con poca o nessuna attenzione per le conseguenze ambientali sconosciute cui potrebbe dar luogo.

Ciò che sappiamo, su quello che accade quando l'ambiente viene “caricato” di biossido di zolfo, è già abbastanza preoccupante, dato che tale composto è il componente principale delle piogge acide; in accordo con quanto dichiarato dall' EPA ( Enviromental Protection Agency- Agenzia per la Protezione Ambientale ): “ E' causa della acidificazione dei laghi, mari e corsi d'acqua e contribuisce al danneggiamento degli alberi di alta quota (ad esempio, l'abete rosso che vive oltre i 2000 piedi di altitudine) e di numerosi terreni boschivi. Inoltre, la pioggia acida accelera il decadimento dei materiali edili, da costruzione e vernici, incluso edifici storici, statue e sculture, parte della eredità del patrimonio culturale nazionale.”

Gli effetti sulla salute umana del bombardamento del cielo con biossido di zolfo sono sufficienti a sollevare gravi interrogativi sulla liceità di consentire tali programmi “climatici”.

I seguenti effetti sulla salute si collegano all'esposizione al biossido di zolfo:

  • Effetti neurologici e cambiamenti comportamentali
  • Disturbi della circolazione del sangue
  • Danni cardiaci
  • Effetti sugli occhi e la portata visiva
  • Infertilità
  • Danni al sistema immunitario
  • Disordini gastrointestinali
  • Danni al fegato e alle funzioni renali
  • Difetti dell'udito
  • Squilibrio del metabolismo ormonale
  • Effetti dermatologici
  • Soffocamento ed embolia polmonare

Come affermato dal LennTech website:” I test di laboratorio condotti sugli animali hanno indicato che il biossido di zolfo può essere causa di gravi lesioni vascolari nelle vene del cervello, cuore e reni. Questi test hanno anche mostrato che alcune forme dello zolfo possono essere causa di danni al feto ed effetti congeniti. Le madri possono trasmettere tali veleni ai loro figli attraverso il latte materno. In fine, lo zolfo può danneggiare i sistemi enzimatici interni degli animali.”

Fred Singer, presidente del “Science Environmental Policy Project” e scettico riguardo le teorie che vogliono la causa umana al centro surriscaldamento globale, ammonisce che le conseguenze di un abborracciato armeggiare con il delicato ecosistema del pianeta potrebbero creare rischi di vasta portata.


Se si continua con queste pratiche in modo continuativo, si potrebbe deprimere lo strato dell' ozono e si causerebbero tutta una serie di altri problematiche che sarebbe meglio evitare,” dice Singer.

Anche il capo degli scienziati inglesi di Greenpeace -un solerte sostenitore della causa umana nel cambiamento climatico- Doug Parr ha criticato i tentativi che si stanno compiendo per geoingegnerizzare il pianeta bollandoli come “rozzi” e “pericolosi”.

Stephen Schneider dell' università di Stanford ( link: recently proposed), ha recentemente proposto un bizzarro piano per inviare navi spaziali nell'alta atmosfera, da utilizzare per riflettere i raggi solari, ammette che la geo-ingegneria può essere causa di “ conflitti fra nazioni nel caso di fallimento.”

Dati tutti i pericoli immediati associati al bombardamento dell' atmosfera con biossido di zolfo, assieme ai rischi sconosciuti di altri progetti di geoingegneria, molte persone sono convinte che le “scie chimiche” siano un agente segreto dello stesso progetto di alterazione dell'ecosistema terrestre.

Il fatto che le chemtrails bloccano effettivamente i raggi solari, ciò che precisamente invoca la geoingegneria, è un pesante indizio che rappresentino parte integrale di questo programma pericoloso e di vasta portata.

L'illustrazione pubblicata nella prima parte della traduzione propone, fra l'altro, “ la dispersione mediante aerosol di polvere di alluminio e ossido di bario, in grosse quantità, nell' alta atmosfera, sempre mediante aerei, per aumentare la riflettenza planetaria (albedo) e la copertura nuvolosa.”
Ingenti dosi di bario sono state trovate in sostanze associate con le scie chimiche.

Reportage di scie chimiche, emesse da aerei che solcano i cieli per ore, che non si dissipano, spesso obnubilando il cielo in una sorta di grigliatura fumosa, sono cresciuti a dismisura negli ultimi 10 anni. Molti pensano che siano parte di un programma governativo di alterazione climatica, inoculazione degli esseri umani con determinati agenti patogeni, o anche di intossicazione degli umani a fini della depopolazione e del controllo demografico terrestre.

Ecco un esempio di come su Google si possano trovare discussioni che riguardano l'utilizzo del biossido di zolfo come additivo del carburante aereo da potersi così disperdere in tutto il mondo durante le normali rotte commerciali: example.

Io suggerisco che , sia il biossido di zolfo quanto le particelle di silicio, possono essere disperse nella stratosfera disciogliendole nel carburante aereo,” scrive l'ingegnere John Gorman, che ha condotto esperimenti per testare la fattività di tale scenario.

Possiamo bruciare carburante contenente gli additivi specifici quando gli aerei stanno viaggiando nella bassa stratosfera,” aggiunge.


Nel 2008, una inchiesta di KSLA news ha scoperto che una sostanza che precipita a terra da altitudini elevate, dalle chemtrails, contiene alti livelli di bario (6,8 ppm) e piombo (8,2 ppm), così come altri particolati chimici includenti arsenico, cromo, cadmio, selenio e argento. Tutti questi elementi, tranne uno, sono metalli, alcuni sono tossici mentre altri è raro o impossibile trovarli in natura.

L'inchiesta si concentra sul bario, che sembrerebbe il “ marchio caratteristico delle scie chimiche.” KSLA ha riscontrato livelli di bario nei campioni analizzati attorno ai 6,8 ppm o comunque “ quantitativi almeno sei volte superiori ai limiti tossici stabiliti dall' EPA.“
Il Dipartimento della Lousiana di Qualità Ambientale conferma che gli alti livelli di bario riscontrati sono “ veramente insoliti”, ma asserisce che:
provare la fonte di tale dispersione è una questione completamente aperta”.

La KSLA ha anche chiesto a Mark Ryan, direttore del Centro Controllo Antiveleni, circa gli effetti del bario sull'essere umano. Ryan sostiene che:
una esposizione a breve termine può portare dolori di stomaco e al torace e che la esposizione a lungo termine è causa di problemi alla pressione sanguigna.” Il Centro Controllo Antiveleni ha segnalato inoltre che, l'esposizione a lungo termine, come per ogni sostanza nociva, contribuisce
all' indebolimento del sistema immunitario; molti credono sia questo lo scopo delle scie chimiche prodotte in cielo.

In effetti, l'ossido di bario è stato ripetutamente indicato come un contaminante usato nella sperimentazione geo-ingegneristica.

La KSLA ha anche inquadrato storicamente i test di aerosol chimico, citando un voluminoso numero di test non classificati esposti durante le audizione al Senato del 1977. I test comprendono esperimenti con composti biochimici sulla popolazione, riportando che “239 aree urbane densamente popolate furono contaminate con agenti biologici negli anni fra il 1949 ed il 1969.”

Uno dei truismi indiscussi degli studi scientifici è il fatto che , se alcuni scienziati propongono una idea, il fatto che accedano al pozzo senza fondo dei contributi governativi, tutto a nero naturalmente, significa che la stanno già mettendo in pratica.

E' molto probabile che le scie chimiche siano la mera manifestazione della geo-ingegneria già operante, che si svolge senza un adeguato dibattito, notificazione o legalità, con un disprezzo inumano circa i potenziali pericoli per la nostra salute ed il nostro ambiente.


domenica 4 luglio 2010

Gli scienziati ammettono la creazione di nubi artificiali mediante le scie chimiche


titolo originale: Scientists Admit Chemtrails Are Creating Artificial Clouds

Paul Joseph Watson
Prison Planet.com
Friday, July 2, 2010

translation: Luca Giammarco
La scienza ufficiale riconosce il fatto che le scie degli aerei a reazione permangano nei cieli per ore, ma lo considera un fenomeno naturale.

Gli scienziati ora ammettono che le emissioni degli aerei creano nubi artificiali che respingono i raggi solari, esattamente ciò che chiedono i sostenitori della geoingegneria e il principale eugenista e consulente della Casa Bianca Jhon P. Holdren, ma provano ad insinuare l'idea che gli effetti visibili sono provocati da “vapori” naturali, quando in realtà tutto ciò deve essere attribuito alle scie chimiche contenenti sostanze nocive per l'uomo.

Il fenomeno occorre quando un aereo vola al di sopra dei 25,000 piedi [ 7620 metri ], dove la temperatura dell' aria è attorno ai -30°C. Questa particolare condizione causa la cristallizzazione dei vapori emessi dai motori e consente la formazione di scie bianche nel cielo, conosciute con il nome di contrails [scie di condensa].”, scrive Oliver Tree for the Daily Mail.

Il professor Keith Shine dell' università di Reading, un esperto di nubi, sostiene che le nuvole formate dai fumi degli aerei possono persistere “per ore”, privando quelle aree di cielo destinate alle rotte di grande traffico, e.g. Londra e Home Counties, del terso e luminoso sole estivo.”

Gli esperti avvertono che, in conseguenza di ciò, la quantità di luce solare che colpisce la terra potrebbe ridursi del 10%. Aggiunge il professor Shine:” Sulle aree più trafficate di Londra e del sud dell'Inghilterra, queste “nubi” di alta atmosfera possono oscurare il sole, trasformando condizioni di cielo terso e luminoso in aree interamente nuvolose. Penso che questi effetti peggioreranno con l'incremento del traffico aereo.”

La relazione fa anche riferimento ad uno studio del 2009 del Met Office [ Ufficio meteorologico ] che ha scoperto che i venti di alta atmosfera non riescono a disperdere le contrails che, successivamente, si condensano in nuvole che ricoprono sorprendentemente le 20.000 miglia.

Di sicuro, tutto ciò non è un fenomeno naturale come l'articolo asserisce. Dieci anni fa, le scie di condensa degli aerei a reazione scomparivano in pochi minuti, ma, a quanto pare, siamo portati a credere che le medesime sostanze adesso sono causa di scie che persistono per ore e si trasformano in nubi. Questo è francamente impossibile se le sostanze emesse non sono cambiate.

La scienza ufficiale e accademica ha licenziato le chemtrails come una fantasia di paranoidi teorici della cospirazione per accertarne adesso l'esistenza, ma, dichiarando che si tratta di un fenomeno naturale e non indotto artificialmente.

In realtà le chemtrails [scie chimiche] sono la conseguenza di un piano per geoingegnerizzare la terra in nome della lotta ai cambiamenti climatici, una scienza sostenuta con veemenza da persone come John P. Holdren, che nel suo libro 1977 book Ecoscience raccomanda l'avvelenamento delle acque potabili per sterilizzare indirettamente l'umanità come parte indispensabile di un “regime planetario” che dovrebbe controllare ogni aspetto della nostra esistenza. Il fatto che siffatti eugenisti controllano ora i programmi di geoingegneria avrà un impatto diretto e allarmante sulla nostra salute.

Programmi di geoimgegneria sono stati promossi anche dal Council on Foreign Relations, uno dei principali comitati direttivi che sta dietro l'attuazione di un governo unico mondiale.

Anche un recente documento redatto dal governo inglese [ vedi:UK government ] chiede alle Nazioni Unite di disciplinare la geoingegneria di tutto il mondo al fine di eliminare il riscaldamento globale creato dall'uomo.

La discussione circa la tecnologia geoingegneristica è spesso considerata come prematura, da destinarsi al futuro, ma i governi già conducono tali programmi ad uno stadio avanzato.

Il programma ARM ( Misurazione Radiazione Atmosferica) fu creato nel 1989 con finanziamenti del dipartimento dell'energia americano-U.S. Department of Energy (DOE)- ed è stato sponsorizzato dal DOE’s Office of Science e diretto dall' “Ufficio di ricerca biologica e ambientale”-Office of Biological and Environmental Research.

Uno dei programmi dell' ARM intitolato “Campagna di aerosol diretto e indiretto” Indirect and Semi-Direct Aerosol Campaign (ISDAC) è indirizzato a sviluppare una comprensione globale dei processi atmosferici che controllano il flusso, la trasformazione e la sorte dell'energia connessa alle tracce chimiche e al particolato.”

Il sito della DOE afferma che, “ Il fulcro attuale del programma è la forzatura radioattiva del clima mediante operazioni di aerosol: formazione e evoluzione degli aerosol e delle proprietà che agiscono direttamente e indirettamente influenzando il clima e il cambiamento climatico.”

Gli scienziati del governo americano stanno già bombardando i cieli con la pioggia acida, causata da sostanze inquinanti come il biossido di zolfo nel tentativo di combattere il riscaldamento globale mediante la “geoingegnerizzazione del pianeta, nonostante il fatto che l'introduzione di aerosol nell'alta atmosfera porti con sé una serie di pericoli noti e sconosciuti.

La proposta di disperdere biossido di zolfo nel tentativo di riflettere i raggi solari fu discussa in un articolo del London Guardian del settembre 2008, intitolato, Geoingegneria: le idee radicali per combattere il surriscaldamento globale ( Geoengineering: The radical ideas to combat global warming). In questo articolo, Ken Caldeira, un emerito scienziato del clima presso il Carnegie Institution di Stanford, California, promuoveva l'idea dell' immissione degli aerosol nell'atmosfera.

Uno dei metodi si propone di inserire “dispersori” nella stratosfera,” afferma l'articolo, “Caldeira cita l'idea di impiegare i jumbo jet nell'alta atmosfera per inseminare le nuvole di particelle sottili, come il biossido di zolfo. La dispersione 1 milione di tonnellate di biossido di zolfo per anno su di una area di 10 milioni di km2 nell' atmosfera terrestre dovrebbe essere sufficiente a riflettere un numero sufficiente di raggi solari.”

Esperimenti simili a quello proposto da Caldeira sono già stati condotti dal governo americano- sostenuti da scienziati come quelli del “U.S. Department of Energy’s (DOE) Savannah River National Laboratory”, di Aiken, S.C., che l'anno passato hanno cominciato a condurre studi (link: studies) che comprendono il bombardamento della stratosfera con enormi quantità di particolato, nel caso specifico, “microsfere di vetro a pareti porose”.

Il progetto è intimamente connesso ad una idea del premio Nobel Paul Crutzen, che propone di :” inviare aerei boeing 747 per disperdere le particelle di zolfo nella stratosfera, ciò dovrebbe garantire il raffreddamento dell'atmosfera.”

fine prima parte